Immagine Meteo e Clima in Provincia di Trapani
La provincia di Trapani è affacciata a nord sul Mar Tirreno, a sud sul Mar Mediterraneo, ad ovest sul Canale di Sicilia. Confina solo ad est con le province... Leggi tutto...
Video rubrica Tempo al Tempo

Il VIDEO-METEO del Capitano Sottocorona

Iscriviti al nostro canale Youtube!

Immagine ONDATE DI CALDO IN ARRIVO NELLA SECONDA PARTE DELL’ESTATE? ECCO CHE COSA DICE ...
Ce ne stiamo accorgendo in molti: l’estate 2020 sembra appartenere per il momento alle estati di... Leggi tutto...
Immagine L'esposizione al Sole: rischi e benefici
L'esposizione del nostro corpo ai raggi solari è molto importante per la nostra salute, ma bisogna... Leggi tutto...
Immagine Webcam in Molise
Una selezione delle webcam disponibili nella regione Molise Termoli (CB)Campobasso (CB)Capracotta... Leggi tutto...
Immagine Radar ARPAL Liguria
Mappa Radar a cura dell'
Immagine Meteo e Clima in Provincia di Cremona
Dal punto di vista geografico la Provincia di Cremona si presenta come una striscia di terra di... Leggi tutto...
Immagine Meteo e Clima in Provincia di Bolzano
La provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige è la più settentrionale delle province della... Leggi tutto...

Le ultimissime dal Televideo RAI

Anteprima Televideo RAI

ESTREMI METEO OGGI. RETE LMT

Le falde acquifere: un bene prezioso da difendere

Le falde acquifere: un bene prezioso da difendere, ma a rischio inquinamento

Schema infiltrazioni falde acquifereL'equilibrio delle acque nel sottosuolo è delicatissimo e basta poco per comprometterlo subendone a lungo le conseguenze. Purtroppo succede ed è successo, in molti tratti delle coste italiane, come ad esempio in Puglia, dove nei decenni passati si era scoperto un tesoro sepolto sotto terra: strati di calcari fratturati pieni d'acqua.

Dai pozzi scavati ovunque il cosiddetto "oro blu" era continuamente attinto per irrigare ortaggi e frutteti. In profondità, sotto le piane litoranee, esisteva però un equilibrio in quelle rocce bucate come un formaggio groviera. Mentre infatti dal continente colava l'acqua dolce, dal mare premeva quella salata. Il prelievo di quantità crescenti di acqua potabile determinò ad un certo punto un inevitabile scompenso.

La pressione della faldautilizzabile diminuiva, quella salina avanzava al di sotto della terraferma colmando i vuoti creati dall'eccesso di prelievo. Il liquido chearrivava in superficie diventava perciò sempre più salmastro, carico di cloruro di sodio e di altri sali che lo rendevano inutilizzabile.

Per ovviare almeno in parte agli squilibri fu necessario ridurre drasticamente i prelievi, in modo da permettere la ricarica dei serbatoi, in ogni caso lenta in quella terra dal clima molto arido, e dunque scarsa di piogge capaci di ricostruire in fretta le riserve.

Come si può immaginare questi problemi sono ancora più gravi nelle piccole isole mediterranee o atlantiche invase dal turismo in quanto i sistemi idrici profondi sono semplicie poveri, e l'eccesso di prelievi d'acqua in molti casi li ha esauriti.

In questi casi si deve procedere con il rifornimento artificiale per mezzo di navi-cisterna: come succede per esempio alle Isole Eolie. Del problema oltretutto si è fatto carico I'UNESCO, individuando alcune strategie di comune buon senso: si pone l'accento sul risparmio, sull'uso corretto dell'acqua, volto a favorire l'equilibrio e non lo sfruttamento, e sul riciclo laddove possibile.

Come se non bastasse non c'è solo l'eccessivo sfruttamento delle falde acquifere a porre dei problemi, ma anche il loro inquinamento.È infatti pericoloso attingere alla falda freatica per trarne acqua da bere. I fertilizzanti usati dall'agricoltura con troppa abbondanza, le acque nere dei sistemi fognari, le discariche di rifiuti, fanno percolare in profondità liquami di ogni genere, che compromettono le qualità organolettiche dell'acqua sotterranea.

È un problema comune ormai a tutto il mondo, dai paesi sviluppati spesso dotati di sistemi di depurazione delle acque reflue adottati quando ormai il guaio era fatto, fino ai paesi del Terzo Mondo dove tecnologie e capitali ovviamente non sono sufficienti. Va un po' meglio nelle falde più profonde, protette in genere dal tetto di roccia impermeabile.

I pozzi stessi che vi pescano sono però un insidioso veicolo di inquinamento: durante l'escavazione lo strato protettivo è rotto, sovente in modo grossolano e anche dopo l'immissione del tubo per il pompaggio restano fessure che compromettono in modo perenne l'antico isolamento naturale.

Stampa