Clima, IPCC: "non abbiamo il lusso del tempo"
Clima, IPCC: "non abbiamo il lusso del tempo"
I governi devono agire ora e con coraggio se intendono davvero mantenere il riscaldamento globale sotto controllo. Il monito non è certo nuovo, ma le Nazioni Unite sanno bene che, quando si parla di cambiamenti climaticiIl gruppo di esperti intergovernativo afferma nel documento che le emissioni di gas a effetto serra, a livello mondiale, stanno continuando ad aumentare a un ritmo accelerato e che agire ora per contrastare questa crescita sarà molto meno costoso che rinviare tutto al prossimo futuro.
Le emissioni "climalteranti", si legge nel rapporto, sono oggi a livelli mai raggiunti prima e nel decennio che si è chiuso nel 2010 la crescita delle emissioni è stata più rapida che nei tre decenni precedenti. Qualche numero per essere più chiari: nel periodo 2000-2010 il trend è salito al 2,2% l’anno, nel 2010 la curva delle emissioni ha raggiunto il suo vertice con 49 miliardi di tonnellate.
PERCORSI ALTERNATIVI
Secondo gli oltre 230 autori che hanno collaborato al report, per mantenere la crescita della temperatura media globale entro i due gradi Celsius sarebbe necessario ridurre i gas a effetto serra, a livello mondiale, dal 40 al 70 per cento rispetto al 2010 entro la metà del secolo, portandoli direttamente a zero entro la fine di questo secolo. “Esistono molti percorsi differenti in grado di portarci ad un futuro entro i limiti stabiliti dei 2° C”, ha dichiarato Ottmar Edenhofer, uno dei tre co-presidenti del gruppo di lavoro, presentando le conclusioni della relazione. “Ma tutti questi richiedono notevoli investimenti. Evitare ulteriori ritardi attraverso le attuali opzioni tecnologiche ci permetterebbe di limitare i costi associati”.
VERSO L’APPUNTAMENTO DI PARIGI 2015
Evidenziando la gravità della situazione e l’urgenza con cui è necessario intervenire, il presidente dell’IPCC, Rajendra Pachauri, ha spiegato durante la conferenza stampa che “il treno ad alta velocità della mitigazione deve lasciare la stazione molto presto e tutta la società globale avrebbe bisogno di salire a bordo”. Nella dichiarazione rilasciata presso la sede dell’ONU, il segretario generale ha esortato “tutti i paesi ad agire prontamente e coraggiosamente nei confronti dei cambiamenti climatici, per portare gli impegni e le ambizioni promesse al prossimo vertice sul clima, il 23 settembre 2014, compiendo tutti gli sforzi necessari per raggiungere un accordo globale nel 2015”.
Dal rapporto IPCC si comprende perché i cambiamenti climatici non possano essere affrontati esclusivamente da un punto di vista ambientale, data la loro forte rilevanza economica e finanziaria, globale e nazionale: “È una questione di sviluppo economico e quindi ha a che fare con la povertà, con i bisogni dei Paesi in via di sviluppo, con gli impatti che i cambiamenti climatici hanno e avranno in Europa e, soprattutto, nelle regioni meno ricche della Terra”, spiega Carlo Carraro, direttore ICCG e Vice Presidente del Working Group 3 IPCC.Continuando con uno scenario economico globale “business-as-usual” i consumi potranno crescere in un range 1.6 – 3% all’anno, e politiche globali di riduzione sostanziale delle emissioni di gas serra potranno ridurre tale crescita di circa 0,06% all’anno. In questa stima non si considerano i benefici economici prodotti dalla riduzione degli effetti dei cambiamenti climatici (e.g. minori impatti dei cambiamenti climatici, minor inquinamento atmosferico).
A cura di Fabio Porro