UN ESEMPIO DI UNA DIVERSA LETTURA DI UN’ANOMALIA TERMICA: LA VACANZA DI 39 GIORNI TRASCORSA DA FIRENZE IN… TUNISIA
UN ESEMPIO DI UNA DIVERSA LETTURA DI UN’ANOMALIA TERMICA: LA VACANZA DI 39 GIORNI TRASCORSA DA FIRENZE IN… TUNISIA
Spesso, quando parliamo di un’ondata di calore in corso, siamo soliti rimarcare le anomalie di temperatura per fornire al lettore un’informazione non solo dei valori assoluti raggiunti dal campo termico, ma anche di quanto questi valori si discostano da quelli che normalmente si dovrebbero registrare in una località.
Abbiamo più volte anche detto e ribadito che gli scarti termici rispetto a una climatologia di riferimento fanno parte della dinamica atmosferica e di conseguenza è normale che la circolazione presenti periodi più freddi e più caldi del normale che si avvicendano tra di loro. Allo stesso modo, però, abbiamo anche sottolineato che questi scarti acquistano importanza nel momento in cui, diventando persistenti perché si susseguono per molti giorni con intensità quasi invariata, finiscono per condizionare pesantemente il bilancio termico mensile di quella località: a tal proposito i dati confermano che, in questo caso, la partita è a vantaggio delle anomalie positive per il semplice fatto che viviamo spesso lunghi periodi in cui le temperature sono superiori o ben superiori alle medie. Il concetto di anomalia, però, non è ancora molto chiaro ai più perché – detto senza troppi giri di parole – il nostro livello culturale nel campo climatologico non è particolarmente sviluppato: ne danno dimostrazione i ripetuti… “eh, ma è estate ed è normale che faccia caldo!” che si sono susseguiti da inizio luglio e che dimostrano, senza alcun dubbio, come non si conosca il clima neanche della città in cui viviamo.
E allora, per una volta, cambiamo strategia di comunicazione: mettiamo da parte il concetto di «anomalia» e proviamo a capire, percorrendo un’altra strada, il clima predominante che ha per esempio vissuto la città di Firenze nel corso di questa estate meteorologica che chiuderà i battenti tra una settimana esatta.
A tal proposito ci viene in aiuto il grafico relativo all’andamento delle temperature minime e massime, dal 1° giugno al 25 agosto. Focalizziamo la nostra attenzione in particolare sul periodo compreso tra il 9 luglio e il 16 agosto perché, in questi 39 giorni consecutivi, il capoluogo toscano non ha mai visto scendere la temperatura massima al di sotto di 34.2 °C (registrati il 13 luglio) e, mantenendosi ogni giorno oltre questa soglia termica, ha anche sfiorato, raggiunto e superato per tre volte consecutive i 40 °C. È stato questo un chiaro segnale di persistenza di una fase di caldo anche molto intenso che, non conoscendo praticamente alcuna interruzione per cinque settimane e mezzo, ha comportato avere un valore medio delle massime di ben 37.0 °C sui trentanove giorni consecutivi sopra citati.
Anomalia o normalità?Per rispondere alla domanda, scendiamo di latitudine e vediamo su quale parallelo ci dobbiamo fermare per trovare una località che abbia un mese estivo con una temperatura media mensile intorno a questo valore. La climatologia ci dice che, per esempio, dobbiamo spingerci fin nell’entroterra tunisino e precisamente nella città di Gafsa che si trova a circa 34° di latitudine nord, dove la temperatura media mensile di agosto è proprio di 37.3 °C.
Quindi, in pratica, è come se Firenze, che si trova a una latitudine di circa 43° N, tra il 9 luglio e il 16 agosto si fosse trasferita nell’entroterra tunisino e cioè a circa nove gradi di latitudine più a sud. Si potrebbero prendere ora in considerazione molte altre località italiane e vedere quale potrebbe essere la loro posizione latitudinale per far sì che l’anomalia positiva di temperatura diventi una normalità: penso per esempio alla Puglia che è stata una delle regioni d’Italia che più di tutte ha sofferto gli effetti dei prolungati periodi più caldi o molto più caldi del normale di questa estate 2024. Quanto ho qui scritto vuole essere uno spunto di riflessione per aiutare il lettore a comprendere semplicemente, per altra via, come si ripercuote sul nostro clima il peso di situazioni meteorologiche condizionate dalla persistenza del promontorio nord africano che anche nell'estate di quest'anno ha avuto il ruolo di protagonista sul palcoscenico del Mediterraneo.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera