FINE SETTIMANA CON UNA PERTURBAZIONE AUTUNNALE
FINE SETTIMANA CON UNA PERTURBAZIONE AUTUNNALE
Sul Mediterraneo centro-occidentale è ancora presente un modesto campo di alta pressione al livello del mare, tracciato da isobare con valori per lo più compresi tra i 1020 e i 1027 hPa ma in calo rispetto alle ultime ventiquattro ore. Questa tendenza barometrica di segno negativo ci informa che la figura anticiclonica di matrice nord africana, responsabile della lunga fase stabile e per lo più eccessivamente mite per il periodo, si sta gradualmente attenuando.
Questo indebolimento è ben evidente anche osservando le immagini satellitari (fig. 1): quella nuvolosità per lo più alta e sottile che sta solcando soprattutto il cielo delle nostre regioni centro-settentrionali – in moto da sudovest verso nordest ma con ancora una curvatura oraria a tracciarne l’evoluzione – è infatti la dimostrazione che dall’Oceano Atlantico iniziano ad arrivare le prime infiltrazioni di aria umida in seno a un primo calo delle altezze di geopotenziale in quota che si stanno disponendo a forma di modesta saccatura. Questo primo cavo d’onda attraverserà la nostra penisola entro giovedì apportando una nuvolosità più diffusa ma ancora non molto organizzata, ad eccezione dei versanti ligure e tirrenico e dei settori alpini e prealpini dove potrebbe verificarsi anche qualche debole precipitazione.
Non è questo il cambiamento di cui abbiamo iniziato a parlare nei giorni scorsi, ma lo sarà invece quello che si farà strada da venerdì 9 e che ci interesserà soprattutto nel fine settimana. Una volta tanto, la dinamica atmosferica sembrerebbe intenzionata a mettere mano ai disegni sinottici da manuale, proponendo l’ingresso di una saccatura da ovest con annesso sistema perturbato organizzato che, una volta giunto sul Mediterraneo, sarà accompagnato nel proprio movimento verso levante da una depressione in sviluppo e in approfondimento sui nostri mari, probabilmente fino a valori intorno ai 990 hPa. Avremmo voluto parlare in questi termini a novembre perché un simile passaggio perturbato ricorda proprio la tipologia dei classici peggioramenti autunnali quando le alte pressioni non erano invadenti e lasciavano al flusso perturbato lo spazio per organizzarsi e garantire precipitazioni più democratiche.
A tal proposito, sarà significativo l’affondo della saccatura sull’entroterra nord africano, con le isobare che andranno a «pescare» il richiamo di aria mite attivando una ventilazione sostenuta di libeccio, di ostro e di scirocco a seconda di come evolverà la curvatura del flusso (figg. 2 e 3). Ci sono quindi elevate probabilità di assistere a un passaggio piovoso e nevoso significativo anche in quelle aree, come il Nord-Ovest, dove le idrometeore organizzate possono arrivare solo con questo tipo di impianto sinottico, diventato meno frequente negli ultimi anni. Avremo modo di elaborare, in uno dei prossimi interventi, una previsione sulla localizzazione dei fenomeni e sulla stima delle cumulate previste che potranno essere anche abbondanti, specie laddove il sollevamento del flusso umido e instabile sarà ulteriormente incentivato dalle catene montuose. Attendiamoci quindi nevicate anche importanti sulle Alpi, ma a quote piuttosto elevate per il periodo (1200-1700 metri) proprio per il contesto ancora piuttosto mite in cui avverrà il passaggio della perturbazione.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera