LE CARATTERISTICHE DEL PROBABILE CAMBIAMENTO DEL TEMPO DAL 9-10 FEBBRAIO
LE CARATTERISTICHE DEL PROBABILE CAMBIAMENTO DEL TEMPO DAL 9-10 FEBBRAIO
Sono diventati di attesa i giorni che stiamo trascorrendo da quando la modellistica numerica ha iniziato a delineare per sommi capi un cambiamento del tempo a cavallo tra la prima e la seconda decade di febbraio. Un’attesa a cui si lega anche la speranza che alle nostre latitudini la dinamica atmosferica possa mostrare una vivacità più costante senza entrare in quei vicoli anticiclonici che ormai si rivelano quasi sempre ciechi e dai quali diventa poi difficile uscirne se non dopo manovre che necessitano anche diversi giorni.
Passo dopo passo ci avviciniamo così a quello che oggi potrebbe essere una sorta di «evento di liberazione» dall’egemonia di una figura anticiclonica subtropicale che da un lato ha causato e sta ancora determinando temperature ben superiori alla media climatologica del periodo su quasi tutta la nostra penisola e dall’altro non agevola il ricambio dell’aria perché con i propri moti di subsidenza, cioè dall’alto verso il basso, permette l’accumulo di particolato nei bassi strati. L’arrivo di una perturbazione atlantica e delle piogge si rivela quindi una tappa positiva, da intendere come un «miglioramento dello stato del tempo».
Grazie all’ingresso delle correnti atlantiche, che saranno pilotate verso la nostra penisola da un’ampia saccatura in avvicinamento alle coste occidentali europee già nel corso di giovedì 8, entreremo così in una nuova fase meteorologica che vedrà, sulla maggior parte della nostra penisola, un generalizzato aumento della probabilità di avere precipitazioni grosso modo tra il 9 e il 13 febbraio (vedi figure): le previsioni sulla tempistica dell’ormai probabile passaggio perturbato e sulla distribuzione dei fenomeni saranno ovviamente più attendibili man mano che sarà ricalcolata la traiettoria del sistema, soggetta ancora a fisiologici aggiustamenti.
Al di là di questo aspetto, che riprenderemo più nel dettaglio nei prossimi giorni, va sottolineato il fatto che questo primo passaggio perturbato di febbraio avrà ben poco da spartire con un cambiamento dalle caratteristiche invernali. L’analisi degli scenari di temperatura che sono stati calcolati suggerisce, infatti, che le probabili precipitazioni in arrivo cadranno in una colonna troposferica che sarà ancora mite per il periodo.
Pur andando incontro a un significativo calo termico rispetto ai valori che stiamo registrando in questi giorni, le isoterme a 850 hPa (circa 1500 metri) resteranno con elevata probabilità su valori positivi anche di 4-5 °C e limiteranno in questo modo le nevicate solo in montagna. Certo, in caso di precipitazioni intense e persistenti l’abbassamento della quota della nevicata potrà permettere ai fiocchi di spingersi più in basso, ma non ci troveremo nella fascia altimetrica dove sarà garantito l’accumulo nevoso. Da febbraio ci si aspetterebbe qualcosa di più: per questo motivo possiamo affermare che, tutto sommato, quella che molto probabilmente ci farà visita da venerdì sarà una perturbazione tipica dell'autunno inoltrato.
Va bene tutto pur di vedere un’atmosfera più movimentata e magari capace di avviarci, dopo il passaggio di questo sistema frontale, verso una situazione per lo meno più vicina, dal punto di vista termico, alla climatologia del periodo.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera