IL FLUSSO PERTURBATO ATLANTICO CONCEDERÀ UNA TREGUA
IL FLUSSO PERTURBATO ATLANTICO CONCEDERÀ UNA TREGUA
Nei prossimi giorni le correnti atlantiche influenzeranno sempre meno il tempo delle nostre latitudini. La giornata domenicale vedrà infatti il passaggio delle ultime condizioni di instabilità che impegneranno soprattutto le nostre regioni centro-meridionali, specie del versante tirrenico perché maggiormente esposte alle tese correnti nord-occidentali che guideranno il passaggio della nuova perturbazione e che saranno anche responsabili di nuove nevicate sulle creste alpine confinali, specie del settore centro-occidentale.
La prima parte della prossima settimana sarà invece caratterizzata da un aumento della pressione atmosferica a tutte le quote, indotto dall’espansione verso l’area mediterranea dell’Anticiclone delle Azzorre che trasporterà aria molto mite per il periodo dalle latitudini subtropicali marittime (figura a sinistra).
Essere interessati da un campo anticiclonico di matrice subtropicale nel periodo tardo autunnale e invernale non significherà però osservare un cielo prevalentemente sereno su tutta la penisola perché la formazione di inversioni termiche – cioè di quella condizione ambientale per cui fa più freddo nei bassi strati e fa più caldo in quelli superiori – dipingerà i nostri orizzonti anche di grigio con nebbie e nubi basse: le prime prevalentemente sulle pianure e nelle valli, le seconde soprattutto lungo le coste, dove non sarà da escludere anche qualche locale pioviggine.
Bisognerà poi valutare l’evoluzione di una possibile espansione meridiana del medesimo anticiclone azzorriano che, intorno a giovedì 16 novembre, potrebbe temporaneamente espandersi verso le Isole Britanniche e dare così forma a un’oscillazione del flusso capace di trasportare verso la nostra penisola aria più fresca (figura a destra).
Dai calcoli attuali elaborati dalla modellistica numerica balza all'occhio la rapidità con cui potrebbe avvenire questo passaggio, caratterizzato da una possibile intrusione di correnti settentrionali e subito rincorso da un ritorno a condizioni anticicloniche che determinerebbero un nuovo ricambio d'aria: la distanza dall’evento (che oggi è ancora superiore ai 5 giorni), la presenza di un ostacolo orografico come quello alpino e un’evoluzione piuttosto rapida di questa fase non permettono di definire meglio questa evoluzione che resta così ancora da dettagliare: l'esperienza insegna che in situazioni come questa diventa opportuno aspettare ancora qualche giorno, prima di sciogliere la prognosi, perché possono subentrare correzioni anche sostanziali sui particolari di questo tipo di dinamica, strettamente legata all'evoluzione di una figura anticiclonica che incalza da ovest.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera