UNA SETTIMANA CON TESE CORRENTI OCCIDENTALI: LE CONSEGUENZE SUL TEMPO DELL’ITALIA
UNA SETTIMANA CON TESE CORRENTI OCCIDENTALI: LE CONSEGUENZE SUL TEMPO DELL’ITALIA
Il nastro trasportatore che guida le correnti atlantiche si è abbassato di latitudine facendo così transitare i sistemi perturbati anche sul Mediterraneo. Un vasto e ampio canale depressionario si snoda dal Nord America all’Europa e presenta ai suoi margini le strutture bariche che sono all’origine della sua formazione in quota grazie a un marcato gradiente di geopotenziale: a nord troviamo la fascia depressionaria che in Oceano Atlantico fa capo alla depressione d’Islanda e a sud la fascia anticiclonica subtropicale che si presenta nelle vesti dell’Anticiclone delle Azzorre (fig. 1).
Sarà questo il filo conduttore della dinamica atmosferica che ci interesserà nel corso di questa ultima settimana di ottobre presentandoci un tipo di tempo estremamente dinamico e quindi improntato alla marcata variabilità. Un tipo di tempo che sicuramente possiamo definire di stampo autunnale proprio perché lo schema barico a scala sinottica ne inquadra molto bene le caratteristiche che abbiamo appena descritto, ma che contemporaneamente difetta di alcuni particolari che fanno parte proprio nel dinamismo stagionale. Il flusso è infatti previsto molto teso dai quadranti occidentali, come se fosse una corda di violino, e quindi privo di oscillazioni meridiane: da un lato, questo aspetto non favorisce la formazione di perturbazioni organizzate perché viene a mancare il contrasto termico tra masse d’aria di diversa natura che si muovono proprio in seno alle marcate ondulazioni delle correnti e, dall’altro, non incentiva la genesi di depressioni particolarmente sviluppate che accompagnano il sistema nuvoloso.
Di conseguenza, la forzante dominante in grado di determinare il sollevamento del flusso umido in scorrimento sono le catene montuose che si trovano sopravvento alla corrente occidentale moderatamente instabile e che causano il fenomeno dello sbarramento orografico (stau). È per questo motivo che, nel corso di questa settimana, le precipitazioni interesseranno in modo particolare il settore centro-orientale del Nord, la Sardegna occidentale e il versante occidentale, dal Levante Ligure alla costa tirrenica calabrese: su queste aree le piogge risulteranno prevalentemente superiori alla norma proprio per l’effetto stau (fig. 2, a sinistra). Le restanti regioni si troveranno invece nella situazione opposta, prevalentemente di sottovento, e quindi riceveranno ben poco da questi passaggi nuvolosi che arrivano direttamente da ovest lasciando su queste aree precipitazioni inferiori rispetto alla norma.
Proprio perché non ci saranno oscillazioni meridiane in transito, un altro particolare mancante sarà il significativo raffreddamento post-frontale, cioè a seguito del passaggio instabile o perturbato. L’ampia conca depressionaria e le tese correnti associate esporranno il Mediterraneo sempre alla medesima componente meridionale del flusso che trasporterà costantemente alle nostre latitudini una massa d’aria più calda di origine subtropicale.
Ottobre è quindi destinato a terminare mantenendo un campo termico superiore alle medie climatologiche del periodo (fig. 2, a destra) e, a causa della persistenza di questo segnale robusto di anomalia termica positiva che è rimasto sostanzialmente costante per tutto il mese, diventerà con buona probabilità il più caldo della serie storica italiana spodestando l’ottobre del 2022 che, chiudendo a +2.08 °C dal clima 1991-2020 (dati ISAC-CNR), era salito sul primo gradino del podio.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera