POTENTE ANTICICLONE DI BLOCCO SULL’EUROPA CENTRO-OCCIDENTALE ALMENO FINO AL 10 SETTEMBRE
POTENTE ANTICICLONE DI BLOCCO SULL’EUROPA CENTRO-OCCIDENTALE ALMENO FINO AL 10 SETTEMBRE
Non sono passate neanche due settimane da quando raccontavamo di un anticiclone di blocco che si era ben piazzato sull'Europa occidentale, che aveva esposto soprattutto il Centro-Nord dell’Italia alla terza onda di calore estiva, che aveva fatto cadere diversi record di caldo per la terza decade di agosto su alcune delle nostre regioni e che aveva fatto registrare nuovi primati assoluti e relativi per la calura sulla vicina Francia. Dopo il passaggio della fase fresca e instabile che ha posto fine a questo periodo di caldo intenso in senso assoluto (temperature massime tra 34 e 39 °C in Italia e anche oltre i 40 °C in Francia) e in senso relativo (anomalia fino a 10-14 °C oltre la media stagionale), ecco che l’atmosfera si prepara a riavvolgere il nastro e a ripartire daccapo per proiettare sullo schermo celeste dell’Europa occidentale un film che racconterà quasi la stessa storia: quella di un nuova configurazione sinottica ingessata in cui il protagonista assoluto sarà ancora il promontorio nord africano in quota, stretto ai lati da due figure depressionarie.
Analizzando l’evoluzione in chiave probabilistica e guardando quindi il segnale medio che emerge dai calcoli della modellistica numerica, sembra che almeno fino alla fine della prima decade di settembre siano le condizioni di stabilità atmosferica a condizionare lo stato del tempo sull’Italia e quindi a garantire un prevalente soleggiamento (fig. 1). Solo le estreme regioni meridionali potrebbero restare ai margini della figura anticiclonica, con il tempo probabilmente condizionato dalla circolazione di bassa pressione che si attiverà nei prossimi giorni soprattutto alle quote superiori tra il Mare Ionio e l’Egeo e che da questa posizione incrementerà l’instabilità da martedì 5 settembre per via dell’afflusso di aria relativamente più fresca in movimento lungo il fianco destro della campana di alta pressione.
A causa di una dinamica opposta, il settore sud-occidentale europeo sarà invece sotto l’influenza del richiamo di aria calda subtropicale: le condizioni atmosferiche prevalentemente soleggiate si accompagneranno così anche a temperature che saranno destinate ad aumentare anche sensibilmente e che in questo modo andranno a plasmare una nuova fase meteorologica caratterizzata da pesanti anomalie positive, destinate a interessare in un primo momento solo la regione francese (fig. 2, a sinistra) e successivamente anche la Germania centro-meridionale, la Svizzera, l’Austria e la nostra regione alpina (fig. 2, a destra). Su queste aree si prevedono, per circa dieci giorni, valori termici anche di 6-10 °C oltre la media del periodo, mentre sulle Alpi la quota dello zero termico potrebbe arrivare a oscillare per alcuni giorni consecutivi tra i 4500 e i 5000 metri (fig. 3).
Sulla nostra penisola lo scarto dalla climatologia del campo termico sarà sempre rilevante ma complessivamente meno intenso. Come è successo durante la terza decade di agosto, saranno nuovamente le regioni settentrionali e quelle centrali del versante tirrenico a registrare le anomalie più significative, fino a 5-7 °C oltre la media di inizio settembre: ciò potrebbe significare che al Nord, sul versante tirrenico centro-settentrionale e sulla Sardegna si potranno registrare temperature fino a 32-34 °C nelle ore più calde del giorno. Da martedì temperature più contenute al Sud per via delle correnti relativamente più fresche in arrivo da nord-est.
Concludo questo intervento con una considerazione, volta a sottolineare la frequenza con cui queste situazioni meteorologiche stanno ormai condizionando pesantemente la dinamica atmosferica sull’Europa sud-occidentale, dove la ricorrente costruzione di figure bloccanti di natura anticiclonica getta spesso le basi per dar vita a onde di calore durature e spesso intense: in queste fasi o è prolungato il periodo con persistenza di anomalie positive del campo termico, o si battono dei record di caldo o si combinano entrambe le condizioni.
Più volte, su questa pagina, è stata trattata questa questione ed è stata spiegata riconducendola principalmente a due cause principali, secondo quanto ritenuto dagli scienziati del clima: alla perdita della tensione zonale che amplifica le ondulazioni della corrente a getto per via delle pesanti anomalie positive di temperature presenti alle latitudini artiche (si parla di «amplificazione artica») e all’espansione verso nord della fascia anticiclonica subtropicale per via di un pianeta diventato mediamente più caldo. Pare che essere un «hot spot» del cambiamento climatico significhi vedere esposto il nostro continente proprio a configurazioni sinottiche come quella che sperimenteremo ancora una volta nei prossimi giorni.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera