CALDO INTENSO A OLTRANZA, SPECIE AL CENTRO-SUD
CALDO INTENSO A OLTRANZA, SPECIE AL CENTRO-SUD
Abbiamo parlato del «caldo maltempo africano» in arrivo per via delle condizioni atmosferiche che si faranno strada a partire da domani con l’espansione in quota del promontorio nord africano e che, stando anche agli ultimi aggiornamenti, sembrerebbero destinate a durare almeno fino alla fine della seconda decade di luglio, se non oltre. Man mano che infatti la modellistica numerica ricalcola i possibili futuri stati del tempo con i nuovi dati, sembra ormai delinearsi in modo sempre più convinto un’intensa ondata di calore che sarà destinata a interessare soprattutto le nostre regioni centro-meridionali e le due Isole Maggiori. Quel segnale dominante, che emerge dal sistema probabilistico e che tiene conto della cinquantina di previsioni relative alla temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri), continua infatti a mostrarsi robusto e duraturo tanto che ad oggi non ci sono elementi per poter dare indicazioni su un suo indebolimento. A tal proposito, sono significativi i grafici che mostrano il comportamento di questo segnale da nord a sud fino al 21 luglio.
Scegliendo come esempi di riferimento le città di Milano (fig. 1), Roma (fig. 2), Reggio Calabria (fig. 3) e Cagliari (fig. 4), si nota chiaramente la persistenza di un quadro termico che potrebbe diventare significativamente anomalo soprattutto dalla Toscana e dalle Marche verso sud, dove per diversi giorni consecutivi la continua avvezione di aria subtropicale potrebbe mantenere le temperature in quota – e grosso modo anche in prossimità del suolo – all’interno di una forbice per lo più compresa tra i 5 e i 10 °C oltre la media stagionale. Avere anomalie del genere nel periodo che è già statisticamente il più caldo dell’anno vuol dire che la dinamica atmosferica sta tentando di centrare in pieno il bersaglio per far sì che il termometro possa potenzialmente raggiungere da qualche parte temperature estreme anche in senso assoluto.
Guardando il segnale dominante in tutta la sua estensione (fig. 5), è infine evidente come la persistenza del gran caldo sia legata a un disegno barico poco evolutivo e strettamente dipendente da una circolazione ciclonica che, come un ovale allungato da sud-ovest verso nord-est, continuerà a persistere tra le Isole Britanniche e la penisola scandinava. La disposizione di questo centro motore depressionario alimenterà così il continuo richiamo di aria calda (freccia rossa) verso il Mediterraneo centro-occidentale, l’Italia e la penisola balcanica che potrebbero così rimanere all’interno del canale di trasporto del flusso subtropicale, delimitato perifericamente dall’isoterma di 20 °C a 850 hPa. Ci sarebbero quindi tutti i presupposti affinché l’onda di calore, ormai ai nastri di partenza, possa essere intensa e persistente e, proprio per queste caratteristiche, essere considerata climatologicamente estranea alle dinamiche che dovrebbero essere tipiche delle nostre latitudini.
Questa fase meteorologica, proprio come le numerose fasi di caldo intenso e duraturo della scorsa estate, dello scorso autunno e dello scorso inverno, diventa così l’ennesimo campanello che suona per continuare a evidenziare come proprio questi eventi siano diventati più intensi e più frequenti rispetto al passato. Sono eventi che, proprio per durata e intensità, riescono a condizionare pesantemente il bilancio climatico mensile, come se esistessero solo loro.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche allapagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera