BOOM del turismo in Islanda. Ma a che prezzo (ambientale)?
BOOM del turismo in Islanda. Ma a che prezzo (ambientale)?
L'Islanda è nel bel mezzo di un boom del turismo, con un numero totale di visitatori stranieri in aumento 24,1 per cento tra il 2016 e il 2017, secondo l'Ente per il turismo islandese. Ma l'Islanda è una nazione remota, e questo significa che i visitatori devono viaggiare in aereo o in nave da crociera, il che aumenta l'inquinamento in un paese che è già piuttosto sensibile ai cambiamenti climatici.
All'inizio di questo mese (Agosto 2019), tre attivisti hanno presentato una targa in memoria della perdita di Okjökull, un ghiacciaio islandese che si è sciolto, così come centinaia di altri ghiacciai islandesi stanno correndo lo stesso rischio. In una dichiarazione, l'antropologo dell'Università di Rice Cymene Howe ha detto che gli scienziati temono che tutti i 400 ghiacciai più dell'Islanda potrebbero scomparire entro il 2200, se le attuali tendenze climatiche dovessero continuare.
Durante l'alta stagione, l'industria turistica dell'Islanda impiega quasi il 10 per cento della popolazione totale della nazione. I dati dell'Ente per il Turismo islandese suggeriscono che il visitatore medio spende 1500 dollari nel paese, lasciando i funzionari con il compito di bilanciare le entrate generate dal turismo e l'impatto ambientale.
Ma alcuni esperti sollecitano pratiche di gestione turistica più severe, sostenendo che un numero costantemente crescente di turisti sta impoverendo lo stato delle sue risorse naturali e danneggiando l'ambiente. I funzionari hanno iniziato ad attuare contromisure, come l'addebito delle tasse di ingresso ai siti precedentemente liberi e la limitazione del numero di visitatori ai parchi protetti.
Venezia, ad esempio, che ha ricevuto 36 milioni di visitatori internazionali nel 2017 secondo la CNN, ha vietato navi da crociera e installato tornelli progettati per limitare il movimento in spazi affollati. Nel frattempo, Amsterdam, Paesi Bassi ha smesso di pubblicizzarsi come destinazione turistica all'estero nel tentativo di ridurre i visitatori.
I funzionari islandesi non hanno ancora pubblicato un piano di gestione del turismo a lungo termine, ma hanno iniziato ad affrontare il cambiamento climatico aumentando le tasse sul carbonio del 50 per cento e accettando di vietare nuove auto diesel e benzina entro il 2030. Infine, si prevede di piantare altri alberi per combattere le emissioni che non possono essere ridotte.
Fonte: theweathernetwork.com