IL CALDO TORRIDO, IL CALDO AFOSO E LE MEDIATICHE «TEMPERATURE PERCEPITE»
IL CALDO TORRIDO, IL CALDO AFOSO E LE MEDIATICHE «TEMPERATURE PERCEPITE»
Sarà questo l’argomento di cui sentiremo parlare spesso la prossima settimana e, dal momento che proprio su questo tema ogni anno si ripresenta la solita confusione, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza parlando delle differenze tra caldo «torrido» e caldo «afoso» per arrivare così alle «temperature percepite» che, come vedremo, non sono «temperature reali».
La confusione nasce perché nell’immaginario collettivo l’aggettivo «torrido» è sinonimo di «intenso», per cui sentire affermare o leggere che l’Italia si trova nella classica morsa del caldo torrido con afa alle stelle può lasciare intendere che il caldo è intenso e fastidioso. Non è invece così, perché siamo di fronte a una contraddizione. L’aggettivo «torrido» deriva infatti dal verbo latino «torrere» che vuol dire «disseccare, asciugare, inaridire». Se si parla quindi di caldo torrido vuol dire che il caldo è «secco», cioè accompagnato da condizioni ambientali in cui il tasso di umidità dell’aria è basso: per esempio, avere una temperatura di 34 °C con un’umidità relativa del 20% vuol dire che il caldo è torrido.
Se invece l’umidità dell’aria è elevata, per il nostro corpo subentra un certo fastidio legato al fatto che non riesce a raffreddarsi. Quando infatti il nostro organismo avverte caldo, per evitare che la temperatura corporea aumenti attiva il meccanismo della sudorazione. L’evaporazione del sudore che è a contatto con la nostra pelle sottrae al corpo una grande quantità di calore e le goccioline di acqua riescono così a passare allo stato gassoso, disperdendosi nell’aria che ci circonda: ecco che allora, grazie a questo meccanismo, la nostra temperatura corporea si abbassa.
Quando però l’aria è già umida, è sempre meno disposta ad accettare nuovo vapore acqueo ma mano che l’umidità relativa aumenta e le condizioni ambientali si avvicinano alla saturazione. In questa situazione, tipica del «caldo afoso», il nostro corpo trova un ostacolo nel liberarsi dal calore in eccesso perché non riesce a fare evaporare il sudore: man mano che l’umidità relativa aumenta, il processo infatti si attenua fino a cessare quasi del tutto. Ecco perché quando le temperature sono elevate e sono accompagnate da tassi di umidità elevati avvertiamo un caldo fastidioso e talvolta opprimente: è come se il nostro corpo si trovasse chiuso nella gabbia del nostro sudore e non riesce a liberarsene perché l’aria è già umida di suo.
Da questa sensazione che avvertiamo nasce la «temperatura percepita», cioè quella temperatura che viene presentata in questa forma: «Ci sono 34 °C con il 50% di umidità e quindi è come se ci fossero 43». Si tratta in realtà di un indice di calore (heat index) che restituisce indirettamente la sensazione di caldo che il corpo umano avverte. Poiché è una grandezza indiretta in quanto proviene dalla combinazione di due grandezze misurate realmente – temperatura e umidità – non è una grandezza reale perché non si può misurare con uno strumento. Stiamo quindi parlando di temperature che non esistono: se ci sono 34 °C, è questa la temperatura che il nostro corpo avverte sulla pelle e non ne esistono altre.
L’indice di disagio fisiologico è certamente legato alla temperatura e all’umidità, ma per quantificarlo si fa riferimento agli indici bioclimatici come per esempio il “Discomfort Index (DI) di Thom” che, combinando appunto le due grandezze, restituisce un valore adimensionale del grado di benessere del nostro corpo. Per esempio, con un DI compreso tra 29 e 32 tutti provano un forte disagio per il caldo afoso (fonte immagine: Arpa Friuli Venezia Giulia).
Un approfondimento sull'indice di Thom
Mappe modellistiche con l'indice di disagio Thom
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Per le classiche previsioni del tempo, vai al meteo per oggi, domani, oppure al METEO SETTIMANALE » Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica.
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera