CONSIDERAZIONI SUL TEMPO CHE HA FATTO E SUL TEMPO CHE FARÀ
CONSIDERAZIONI SUL TEMPO CHE HA FATTO E SUL TEMPO CHE FARÀ
In questo fine settimana andremo avanti a raccontare l’evoluzione del tempo. Prima di procedere, vorrei fare brevemente il punto della situazione meteorologica che abbiamo sperimentato nell’ultimo mese, grosso modo dall’inizio della seconda decade di novembre quando l’apertura della porta atlantica ha dato il via, con estremo ritardo, alla stagione autunnale dopo un mese di ottobre trascorso in veste praticamente simil-estiva. Abbiamo avuto sicuramente una rottura con le condizioni atmosferiche che avevamo avuto fino a quel momento e quindi un cambio di passo importante della stagione che poi ci ha traghettato nell’inverno meteorologico.
Un tipo di tempo che ha certamente conosciuto fenomeni anche di tipo estremo – come gli eventi che hanno interessato in particolare una buona parte delle regioni del Centro-Sud – e che ha saputo di pari passo rispolverare dinamiche di tipo invernale sul Nord Italia dove la neve non ha mancato di cadere anche fino a quote molto basse. Potremmo allora dire che, tutto sommato, in un mese la dinamica atmosferica è riuscita a proporre tanti volti di un tempo in cui gli aspetti autunnali si sono intrecciati a quelli invernali e hanno quindi dato a questi ultimi trenta giorni dei connotati di normalità, almeno per quanto riguarda la vivacità e i ritmi delle sequenze perturbate.
Anche in questa situazione si sono avuti ovviamente dei distinguo, come è normale che succeda per le evoluzioni del tempo che interessano un paese che si estende in longitudine, che è circondato dal mare e che presenta un’orografia complessa.
Ora cosa succederà? La porta atlantica è destinata a chiudersi con la complicità dell’anticiclone nord africano. Se la chiusura dovesse essere temporanea e le condizioni di maggiore stabilità atmosferica si dovessero limitare a una parentesi relativamente breve, lunga anche 7-10 giorni, non ci sarebbe nulla di anomalo. In fin dei conti, dopo un periodo perturbato abbastanza lungo avere una pausa rientra nelle normali oscillazioni dell’evoluzione del tempo.
La questione che però ora andrà aprendosi è se sarà veramente così. Abbiamo spesso parlato, infatti, di una dinamica atmosferica che va a strappi e che quindi alterna fasi dalle caratteristiche anche diametralmente opposte che tendono a durare nel tempo: sull’incipit di una fase anticiclonica aleggia ormai lo spettro della persistenza e quindi il timore che un aumento della pressione atmosferica vada, alla fine, a costruire una situazione di stallo da cui poi diventa difficile uscire. Se dovesse essere questa la strada, significherebbe entrare nel labirinto di un inverno amorfo e quindi di un inverno che sarebbe tale solo di nome, ma non di fatto. Non possiamo saperlo così in anticipo: come sempre bisognerà seguire passo dopo quali saranno le soluzioni calcolate dalla modellistica numerica e valutarle volta per volta.
PS: rispondo a chi chiede perché non analizzo gli indici. Non lo faccio perché non è il mio modo di concepire la meteorologia. Questa scienza è l’esaltazione della complessità per eccellenza e, a mio modesto avviso, questa complessità non può essere rappresentata appieno dall’andamento e dall’intreccio di più indici tramite valori soglia che possono o meno essere superati. Ci sarà sempre un qualcosa che sfugge e che non potrà mai essere controllato appieno proprio perché il sistema atmosferico è complesso e caotico. Preferisco, invece, navigare dentro questo caos, fino a «sfidarlo» alla ricerca di limiti di predicibilità affidabili per far vedere al lettore che cosa è una previsione del tempo e come si arriva a confezionarla. In questo oceano di confusione e di sensazionalismo esasperante penso che ci sia più bisogno di questo. Credo che oggi ci sia più bisogno di pragmatismo: è su questo aspetto che concentro e concentrerò di più il mio impegno nella divulgazione.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera