TENTATIVI A METÀ DI DEBELLARE L’ALTA PRESSIONE
TENTATIVI A METÀ DI DEBELLARE L’ALTA PRESSIONE
Da inizio mese ci troviamo in condizioni anticicloniche. Ce ne stanno dando testimonianza, oltre al barometro, anche i vani tentativi delle correnti atlantiche di entrare sul nostro bacino del Mediterraneo dove, per il momento, il passaggio di nuvolosità disorganizzata è frutto più che altro delle disattenzioni di un campo di alta pressione che è esteso dalla penisola iberica alla Russia, dove la figura barica pone i suoi due massimi di pressione al suolo.
Nei prossimi giorni il flusso perturbato atlantico proverà ad essere più incisivo prendendo di mira prevalentemente i meridiani passanti per l’Italia perché questa zona europea, trovandosi all’incirca a metà strada dai due massimi anticiclonici appena citati dove la figura barica è più robusta e di pianta stabile, risulterà più vulnerabile e quindi potenzialmente incline a subire con successo quel calo di pressione necessario per accompagnare il passaggio di una perturbazione.
I calcoli della modellistica numerica ritengono probabile che entro i prossimi 7-8 giorni possano essere due gli impulsi di questo tipo, anche se dalla loro previsione emerge in tutto e per tutto come non si tratti ancora di cambiamenti radicali dello stato del tempo apportati da un disegno sinottico depressionario ben strutturato. Vediamo il perché. Il primo impulso viaggerà in seno a una modesta ondulazione delle correnti portanti a 500 hPa che attraverserà l’Italia tra lunedì 16 e martedì 17 novembre, con le prime avvisaglie che si faranno strada nella seconda parte di domani (domenica 15) al Nord e gli ultimi fenomeni che lasceranno le regioni meridionali nella giornata di mercoledì 18.
La situazione prevista per le ore 13 di lunedì 16 (figura 1) mostra un modesto passaggio frontale che si consumerà in un blando campo ciclonico appena accennato non solo in quota dalla modesta ondulazione del flusso peraltro incalzata a stretto giro da una cresta anticiclonica, ma anche al suolo dove i minimi relativi registreranno valori oscillanti attorno ai 1015 hPa. Dato lo scarso scambio meridiano delle correnti che questa situazione comporterà, mancando un’interazione ben costruita tra masse d’aria dalle caratteristiche termodinamiche differenti non potremo aspettarci piogge consistenti, ma al contrario il passaggio di una perturbazione in grado di produrre precipitazioni per lo più di debole intensità, solo localmente moderate e associate a un calo termico.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera