PREVISIONI PER L’ESTATE, TRA MEZZE VERITÀ E ALLARMISMI
PREVISIONI PER L’ESTATE, TRA MEZZE VERITÀ E ALLARMISMI
Nell’era della meteorologia commerciale vince la lotteria dei click chi arriva prima a dare la notizia. Per questo motivo l’informazione che va per la maggiore diventa una corsa tra chi per primo parla delle previsioni per Pasqua – quando ad oggi mancano ancora più di tre settimane – o tra chi informa l’utenza su come sarà la prossima estate. Stiamo parlando di due tipi di previsioni diverse perché se nel primo caso si vorrà sapere se intorno al 9 aprile ci sarà il sole o meno, nel secondo l’interesse si concentra soprattutto su quanto potrebbe essere calda la prossima stagione vista e considerata l’esperienza vissuta l’anno scorso. Sul tempo di Pasqua non è possibile dare oggi neanche un’indicazione di massima perché ci troviamo ad una distanza temporale così elevata da quel giorno da considerare eventuali ed ipotetici scenari calcolati ancora totalmente immersi nel «rumore» della componente caotica in cui si trova il sistema atmosferico: un rumore che diventa più forte soprattutto quando il segnale dominante dell’evoluzione del tempo è governato dalla variabilità che è proprio una caratteristica tipica della stagione primaverile e che normalmente accorcia gli orizzonti entro i quali una previsione diventa sufficientemente affidabile.
Sulle condizioni climatiche dell’estate, invece, possono emergere delle mezze verità ma, come al solito, la differenza sta nel modo in cui queste vengono comunicate al grande pubblico. Con i tempi che corrono può essere quasi scontato prevedere una stagione estiva più calda del normale perché abbiamo visto come, in generale, il trimestre giugno-agosto sia ormai maggiormente condizionato dall’espansione del promontorio nord africano invece dell’anticiclone delle Azzorre. In secondo luogo, è anche vero che una primavera asciutta esporrebbe l’estate a ondate di calore più incisive a parità di intensità di avvezione di aria calda perché un suolo asciutto, rispetto ad un suolo umido, fa sì che tutta la radiazione solare assorbita venga utilizzata per riscaldare il terreno che, a sua volta, riscalda i bassi strati dell’atmosfera facendone aumentare la temperatura: in un suolo umido, invece, una parte della radiazione solare viene utilizzata per fare evaporare l’acqua e di conseguenza spetta ad una quantità inferiore di energia incidente innescare il processo di riscaldamento dei suoli e, di riflesso, anche degli strati d’aria a contratto con essi.
Siamo però a marzo, con la primavera astronomica che deve ancora iniziare ed è quindi alquanto prematuro parlare di come potrebbe essere la prossima stagione perché, per quanto le verità esposte abbiano un fondamento scientifico, non ci è dato conoscere per esempio il comportamento pluviometrico della primavera che sta per iniziare. Ammesso poi che passi la tendenza di un'estate «più calda del normale», un conto è limitarsi ad evidenziare il tipo di anomalia e un conto è azzardare confronti con gli anni passati affermando addirittura che sarà più calda di quella dell’anno scorso o descrivendola già con aggettivi apocalittici. Questa non è informazione, ma è allarmismo. O, per dirla in tutta sincerità, è terrorismo psicologico.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera