LA SITUAZIONE NON È DESTINATA A SBLOCCARSI: L’ALTA PRESSIONE POTREBBE RIMANERE ANCORATA ALL’EUROPA OCCIDENTALE ALMENO FINO ALLA FINE DI GENNAIO
LA SITUAZIONE NON È DESTINATA A SBLOCCARSI: L’ALTA PRESSIONE POTREBBE RIMANERE ANCORATA ALL’EUROPA OCCIDENTALE ALMENO FINO ALLA FINE DI GENNAIO
Il primo mese di questo 2022, iniziato con l’alta pressione e con un caldo marcatamente anomalo soprattutto in quota, è trascorso fino a questo momento all’insegna della stabilità atmosferica che ha di fatto lasciato a debita distanza le precipitazioni dalle nostre latitudini e ha facilitato l’accumulo delle sostanze inquinanti nei bassi strati, in modo particolare sulle regioni del Nord Italia.
Questo segnale compare in modo chiaro nella distribuzione del campo medio della pressione al livello del mare, mediato nel periodo 1-14 gennaio sull’area europea e del vicino Oceano Atlantico. La forma che viene ad assumere la figura barica (fig. 1, a sinistra) lascia infatti chiaramente intendere come sia stata la componente azzorriana della fascia anticiclonica subtropicale ad aver caratterizzato in modo predominante il tempo del settore centro-occidentale europeo, con i massimi intorno a 1026 hPa che si sono estesi dall’arcipelago omonimo verso la penisola iberica per qui ergere una sorta di muro invalicabile al flusso perturbato, costretto a scorrere solo oltre il 50° parallelo.
Tradotto in termini di anomalia calcolata rispetto al trentennio 1981-2010 (fig. 1, a destra), ciò ha voluto significare che nelle prime due settimane di gennaio la pressione sul vicino Atlantico è stata fino a 6 hPa superiore alla media climatologica, mentre sull’entroterra sahariano di nord-ovest uno scarto positivo fino a 4 hPa ha evidenziato il segnale ereditato dalle espansioni dell’anticiclone nord africano. La lunga fase stabile non sembra intenzionata a indebolirsi ma a proseguire ancora nei prossimi giorni e ad acquistare caratteristiche di persistenza perché, dando credito alla linea di tendenza a lungo termine, ci sono i presupposti per ritenere probabile che una solida figura anticiclonica rimanga ben ancorata all’Europa occidentale almeno fino alla fine del mese: il segnale medio del campo barico al livello del mare e della relativa anomalia standardizzata, calcolato su intervalli di cinque giorni tra oggi (lunedì 17) e lunedì 31 gennaio, rimane infatti sostanzialmente stabile e presenta una certa robustezza nell’indicare i massimi barici al suolo in prossimità delle Isole Britanniche (fig. 2).
Saranno quindi ridotte al lumicino le probabilità che possano sopraggiungere perturbazioni da ovest perché, considerando l’impostazione della configurazione a scala sinottica, sarà la strada settentrionale ad avere la meglio nell’impostare la circolazione delle masse d’aria fredda soprattutto verso l’area centro-orientale del continente.
In questo schema bisognerà valutare, di volta di volta, se tra i ripetuti impulsi provenienti dalle alte latitudini ce ne sarà qualcuno che riuscirà a percorrere anche traiettorie più occidentali per entrare sul Mediterraneo anche passando dalla Valle del Rodano: solo in questo caso aumenterebbe la probabilità di avere ciclogenesi sui nostri mari di ponente e si assisterebbe, di pari passo, anche alla formazione di sistemi frontali più organizzati.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera