DUE COMPLESSE CIRCOLAZIONI CICLONICHE CONDIZIONERANNO IL TEMPO DELL’ITALIA ENTRO LUNEDÌ
DUE COMPLESSE CIRCOLAZIONI CICLONICHE CONDIZIONERANNO IL TEMPO DELL’ITALIA ENTRO LUNEDÌ
Stiamo seguendo l’evoluzione della profonda e stretta circolazione ciclonica che, dopo essere giunta nella serata di ieri sul basso versante tirrenico, tra la notte e la mattinata odierna ha continuato a muoversi verso nord sorvolando il Mare Adriatico centrale per arrivare a posizionarsi davanti alla costa abruzzese e molisana. La figura depressionaria, che attualmente raggiunge al suo interno una pressione minima di poco superiore ai 990 hPa, si inserisce in una più ampia circolazione di bassa pressione che interessa tutte le nostre regioni centro-meridionali e che è sorretta, in quota, dalla goccia fredda in cui è evoluta la saccatura di origine artica (fig. 1, a sinistra).
Nel corso delle prossime ore il piccolo ciclone continuerà a muoversi verso nord-ovest e, con buona probabilità, raggiungerà le Marche tra questa sera e la prossima notte portando un peggioramento delle condizioni atmosferiche che riguarderà, in modo particolare, l’area appenninica compresa tra Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Su questi settori, l’intensa ventilazione da nord-est che sarà attivata dal graduale avvicinamento della struttura vorticosa interagirà con i pendii dei rilievi e, andando incontro al sollevamento forzato (stau) proprio ad opera dell’orografia, causerà precipitazioni che potrebbero essere intense. Per lo stesso meccanismo, anche se meno pronunciato, nuove precipitazioni raggiungeranno il basso versante tirrenico dove sarà invece sottoposto allo stau il flusso rotante attorno ad una più blanda circolazione depressionaria centrata sul Tirreno (fig. 2).
Le basse temperature, che accompagneranno l’evoluzione del piccolo ciclone in Adriatico con isoterme per lo più comprese tra -5 e -7 °C a circa 1500 metri nelle aree soggette alle precipitazioni più abbondanti, permetteranno alla neve di spingersi a quote molto basse, fin quasi a sfiorare la pianura tra Romagna e Marche. In linea di massima, su questo settore si può stimare di avere nevicate anche abbondanti a partire dai 100-300 metri e a quote leggermente superiori tra la Toscana meridionale e il Lazio, dove però la precipitazione nevosa è prevista meno intensa e meno diffusa (fig. 3).
Nevicate intorno ai 600-800 metri, invece, sui versanti tirrenici dell’Appennino meridionale e sui rilievi della Sicilia. Passata questa fase perturbata, ecco che un’altra potrebbe far capolino partendo ancora una volta dalle nostre regioni meridionali perché, stando alle ultime proiezioni calcolate dai prestigiosi centri di calcolo europei UKMO e ECMWF, una nuova ma meno intensa ciclogenesi mediterranea potrebbe ancora una volta risalire la penisola passando dal Mare Adriatico (fig. 4).
L’innesco ciclogenetico dovrebbe essere indotto da una forzante dinamica in transito in alta troposfera, legata al passaggio sulla verticale del Mare Ionio del ramo ascendente di una corrente a getto secondaria – figlia del ramo principale di origine polare – che si avviterà attorno alla goccia fredda. La divergenza effettiva in quota, che dovrebbe caratterizzare la testa di questo intenso flusso accelerato, causerebbe infatti nei bassi strati una frontogenesi entro il pomeriggio di domani (domenica 22) al largo delle coste ioniche. In altre parole, si formerebbe una nuova perturbazione con un nuovo minimo depressionario annesso e l’intero sistema dovrebbe risalire piuttosto velocemente l’Adriatico per arrivare in appena 24 ore tra Marche ed Emilia Romagna e poi coinvolgere buona parte del Nord Italia in un nuovo probabile peggioramento.
La dinamica sarebbe infatti propensa all’ingresso di venti da est in Pianura Padana, cioè a condizioni atmosferiche che faciliterebbero il sollevamento orografico del flusso sui versanti esposti, sia dei rilievi alpini, sia di quelli appenninici. La persistenza di temperature con valori negativi fino ai bassi strati garantirebbe così una situazione favorevole a nevicate fino a quote molto basse, con la pianura che potrebbe essere più o meno coinvolta a seconda dei soliti fattori discriminanti: intensità delle precipitazioni e temperatura degli strati atmosferici prossimi al suolo (fig. 5).
Sebbene ci troviamo ad una distanza temporale dall’evento che è già inferiore alle 48 ore, l’attendibilità dello scenario appena descritto è ancora media perché il nostro tempo si troverà di nuovo a essere condizionato dall’evoluzione di una depressione che presenterà limitate dimensioni spaziali e quindi di una figura barica la cui previsione diventa rapidamente soggetta a incertezza: più è infatti limitato il sistema responsabile del peggioramento, più aumenta il rischio che qualche particolare, anche non da poco, possa sfuggire ai calcoli fisico-matematici dei modelli numerici. Bisognerà quindi aspettare gli aggiornamenti di domani, domenica 22, per avere un quadro più realistico della probabile evoluzione.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera