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ANTICICLONE NORD AFRICANO IN ARRIVO, MA IL SUO SEGNALE NON SARÀ ANCORA FORTE E PRESSANTE

Scritto da Andrea Corigliano Domenica 18 Dicembre 2022 10:00

ANTICICLONE NORD AFRICANO IN ARRIVO, MA IL SUO SEGNALE NON SARÀ ANCORA FORTE E PRESSANTE

Evoluzione attesa per la settimana di natale 2022Si va chiudendo la fase perturbata che ci tiene all’incirca compagnia da metà novembre e si va aprendo un periodo caratterizzato da una maggiore variabilità atmosferica perché tra i protagonisti del nostro tempo sta per entrare di nuovo in scena l’anticiclone nord africano. Almeno fino al 27-28 dicembre questa figura barica non assumerà il ruolo di protagonista indiscusso delle nostre condizioni meteorologiche – come già più volte abbiamo avuto modo di vedere nel corso di questo anno – ma si limiterà a espandersi e a ritirarsi sotto la spinta del flusso atlantico che riesce ancora ad evolvere rapidamente da ovest verso est e che, di conseguenza, non è predisposto a indirizzare la dinamica atmosferica verso la costruzione di scenari di blocco.

Fino ai giorni che seguiranno il Natale saranno due le espansioni del promontorio subtropicale a cui andremo incontro. La prima è appena iniziata sulla penisola iberica e si completerà entro martedì 20 dicembre, quando la nostra penisola si troverà sulla propria verticale una colonna troposferica dalle caratteristiche simil-estive e definita per esempio da altezze di geopotenziale che a 500 hPa saranno anche superiori ai 5800 metri (fig. 1, a sinistra). Dopo un parziale cedimento della struttura, causato da un modesto cavo d’onda che causerà il passaggio di una debole perturbazione tra mercoledì 21 e giovedì 22 dicembre (fig. 1, al centro), una seconda pulsazione in arrivo sempre dai quadranti sud-occidentali dovrebbe ristabilire le condizioni anticicloniche e queste ultime, come detto, dovrebbero durare almeno fino al 27-28 dicembre (fig. 1, a destra).

Parlare di anticiclone in inverno, però, non vuol dire prevedere condizioni soleggiate ovunque. Bisognerà infatti tenere conto specialmente al Nord e nelle zone interne peninsulari della formazione di nebbie che limitano di molto il riscaldamento diurno, mentre lungo le coste non si escludono nubi basse dalle quali possono anche verificarsi pioviggini, specie nelle aree che sono esposte al flusso meridionale il risalita lungo il settore ascendente del campo di alta pressione. È invece salendo di quota che si avverte maggiormente l’azione più stabile e mite di queste strutture bariche perché è in quota che il cielo si presenta per lo più sereno e la temperatura aumenta in modo più significativo sotto la spinta dell’avvezione di aria calda subtropicale, per raggiungere valori che possono essere anche di 7-9 °C sopra la media del periodo: martedì 20, per esempio, sarà all’incirca questo lo scenario che vivranno le Alpi dove la quota dello zero termico si porterà intorno ai 3300-3500 metri, mentre in Appennino (dove però manca la neve) l’anomalia termica positiva sarà più contenuta e non superiore ai 5-6 °C.



Sull’evoluzione del tempo attesa dopo il 27-28 dicembre aleggia, come è normale che sia, l’incertezza della scarsa predicibilità. Dall’analisi complessiva degli scenari di temperatura a circa 1500 metri calcolati dal sistema probabilistico (fig. 2), si può però sottolineare che al momento le evoluzioni contemplano anche la possibilità che possa esserci un raffreddamento dopo questo periodo. Non siamo ovviamente nelle condizioni di poter stabilire ora se questa ipotesi si trasformerà in uno scenario robusto oppure no, perché la distanza temporale è ancora troppo ampia e non ci sono elementi per avvalorare questa tendenza.

Ma su base di queste evoluzioni possiamo dire che è proprio la presenza di questi scenari che vanno a popolare il ventaglio delle evoluzioni ad avvalorare il fatto che, almeno per il momento, il segnale subtropicale legato anticiclone nord africano non è intenso e persistente, come abbiamo scritto nel titolo. Un conto, infatti, è avere un quadro di incertezza in cui i dubbi riguardano solo quanto potrebbe fare «caldo»; un conto, invece, è avere un quadro di incertezza in cui tra i dubbi ci sono anche quelli che riguardano la possibilità di avere un calo termico. In base alle ultime elaborazioni, ci troviamo per il momento da quest’ultima parte: per sapere se continueremo a starci e se andrà irrobustendosi questo segnale, bisognerà come sempre seguire i futuri aggiornamenti.

Scenario ensemble atteso per l'ultima decade di dicembre 2022


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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera

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