VERSO UNA FASE ATMOSFERICA PIÙ STABILE
VERSO UNA FASE ATMOSFERICA PIÙ STABILE
La prima decade di dicembre è stata appena consegnata agli annali climatologici per essere ricordata come un periodo che nel complesso è risultato particolarmente piovoso in pianura e nevoso in montagna, soprattutto sulle Alpi.
Come abbiamo spiegato nell’ultima analisi, questa situazione è stata favorita da un disegno barico che ha permesso il passaggio sull’Italia di diversi sistemi perturbati senza soluzione di continuità, tanto da essere stati capaci di ribaltare il deficit pluviometrico lasciatoci in eredità dal mese di novembre trasformandolo in molti casi in eccessivo surplus in appena dieci giorni.
Con il transito di una nuova perturbazione, che come ci mostra l’immagine satellitare delle ore 13.30 di venerdì 11 sta attraversando la nostra penisola per distribuire le sue precipitazioni per lo più deboli entro domenica (figura 1), questa fase meteorologica è ormai in fase di attenuazione perché quel canale depressionario che sul Mediterraneo è rimasto ininterrottamente aperto con l’Oceano Atlantico è in procinto di chiudersi.
Al largo della penisola iberica si sta infatti materializzando una nuova ondulazione del flusso che, nel suo movimento verso levante sotto la spinta delle correnti zonali, accompagnerà verso il settore centro-occidentale del nostro bacino una modesta cresta anticiclonica che impedirà a nuovi impulsi perturbati pilotati da aria fredda di origine polare marittima di raggiungere ancora le nostre regioni con un moto da nord-ovest verso sud-est.
Con un’impostazione del flusso dai quadranti meridionali, la maggiore stabilità atmosferica sarà accompagnata da aria più mite che, come sovente accade nella stagione fredda, sarà maggiormente avvertita in quota dove è atteso un sensibile aumento delle temperature: in particolare, sulla regione alpina alla quota isobarica di 850 hPa – cioè a circa 1500 metri – nelle 48 ore comprese tra il pomeriggio di domani (sabato 12) e il pomeriggio di lunedì 14 si prevede che il campo termico passi da valori oscillanti attorno alle medie del periodo a valori di 4-8 °C sopra la media, con probabili picchi di anomalia positiva anche di 10 °C (figura 3).
Questo segnale anticiclonico dovrebbe accompagnarci almeno fino alla metà della prossima settimana, in un contesto che però tenderà a diventare variabile sulle regioni settentrionali per via di infiltrazioni di aria umida che la circolazione ciclonica presente in Atlantico farà scorrere in quota da sud-ovest verso nord-est, agendo in sinergia con il campo anticiclonico che molto probabilmente risulterà più saldo sulle nostre regioni centro-meridionali: per questo motivo, non si esclude il ritorno di qualche pioggia o nevicata, a quote ovviamente superiori a quelle attuali, laddove il flusso umido meridionale troverà nello sbarramento orografico alpino e appenninico (stau) il trampolino di lancio per salire verso l’alto, condensare in nubi e formare precipitazioni. Avremo modo di dettagliare meglio questo quadro nei prossimi aggiornamenti.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera