ONDATE DI FREDDO PASSEGGERE PER CURARE UN INVERNO FINORA SOFFERENTE
ONDATE DI FREDDO PASSEGGERE PER CURARE UN INVERNO FINORA SOFFERENTE
Nelle analisi proposte nei nostri articoli abbiamo spesso parlato di “segnale dominante” dell’atmosfera per cogliere elementi prognostici sufficientemente robusti su cui imbastire la linea di tendenza a medio e lungo termine. Giunti ormai al giro di boa dell’inverno meteorologico iniziato il 1° dicembre, possiamo ricorrere sempre al “segnale dominante” per scoprire come si è comportata sul nostro continente la stagione fredda in questa prima parte.
In altre parole, possiamo vedere quale traccia è stata lasciata dalle dinamiche che si sono susseguite in questi primi 45 giorni e scoprire così quanto l’evoluzione è stata vicina alla climatologia dell’ultimo trentennio (1981-2010). La risposta che cerchiamo ci viene fornita dalla prima figura indicante l’anomalia di altezza di geopotenziale a 500 hPa (circa 5500 metri) sull’area europea e del vicino Atlantico.
Si tratta di una situazione che non lascia spazio ad alcun dubbio circa il pesante quadro anomalo, dal punto di vista sinottico, che ha caratterizzato il nostro continente, stretto tra un segnale ciclonico più forte del normale in prossimità del Nord Atlantico (area in viola) ed un segnale anticiclonico altrettanto più forte del normale (area in rosso) esteso dalla penisola iberica alla Russia occidentale, passando per il Nord Italia dove è stato mediamente toccato il picco di anomalia, pari a +70 metri di altezza di geopotenziale, sempre a 500 hPa. Per essere più chiari, specie per chi non mastica i termini un po’ più tecnici che si usano nella letteratura scientifica, possiamo tradurre dicendo che il nostro continente si è trovato conteso tra una circolazione di bassa pressione più forte del normale che ha dominato alle alte latitudini e una circolazione di alta pressione, ugualmente più forte del normale, i cui massimi in quota sono stati maggiormente presenti sulle nostre regioni settentrionali.
Diventa allora facile comprendere anche che, considerata questa anomalia del quadro sinottico presente in media troposfera e di rimando anche nei bassi strati, il flusso dominante che ha interessato il nostro continente è stato impostato secondo una direzione di provenienza tale da andare a prelevare flussi temperati (frecce nere) che hanno facilmente guadagnato terreno verso il cuore del continente europeo ed asiatico, esposto in questo modo a continue avvezioni di aria mite che hanno costruito, di pari passo, anche importanti anomalie termiche positive a tutte le quote.
La netta prevalenza del flusso zonale – responsabile del “caldo anomalo” (“caldo” da intendere in senso relativo e quindi in relazione alla stagione) – ha così isolato l’aria fredda all’interno della circolazione ciclonica compatta presente alle alte latitudini e poco incline a invadere le medie e le basse latitudini con la costruzione di configurazioni che potessero acquisire stabilità e quindi durata.
In questo contesto atmosferico si inseriscono così le brevi e fugaci ondate di freddo che hanno interessato la nostra penisola fino ad oggi (se ne contano due di modesta entità che hanno interessato soprattutto il versante adriatico centrale e il Sud Italia) e quella altrettanto modesta che ci porterà un po’ di inverno proprio a cavallo tra la seconda e la terza decade di questo mese.
Tra il 19 e il 22, infatti, una temporanea e alquanto veloce espansione meridiana dell’Anticiclone delle Azzorre verso le Isole Britanniche e il Mare del Nord sarà in grado, prima di coricarsi nuovamente lungo i paralleli con il proprio asse, di strappare alle latitudini artiche un blocco di aria fredda destinato in particolar modo all’Europa centrale e a quella balcanica ma che da qui sarà in parte richiamato anche verso l’Italia – e in particolar modo verso le regioni settentrionali – grazie all’azione congiunta tra la medesima figura anticiclonica e una modesta depressione presente sul Mediterraneo occidentale.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano