QUELL’ANTICICLONE RUSSO SULL’EST EUROPEO
QUELL’ANTICICLONE RUSSO SULL’EST EUROPEO
Negli ultimi aggiornamenti abbiamo parlato della vastità del campo anticiclonico che nelle ultime settimane ha posto sotto la sua ala stabilizzatrice la maggior parte del nostro continente, dalle coste occidentali fino alle aree più interne del settore orientale. A tal proposito, nell’intervento pubblicato il 7 novembre avevamo appena accennato alla duplice natura che avrebbe differenziato questa vasta area di alta pressione, con l’ala orientale destinata a assumere una componente prevalentemente termica per via dell’afflusso di aria fredda pilotata dalla discesa di una saccatura artica. A una settimana da quella previsione possiamo osservare come quel campo di alta pressione ha effettivamente gettato le prime fondamenta per diventare quell’anticiclone russo di cui si parla molto nei manuali di meteorologia e poco nelle spiegazioni delle dinamiche atmosferiche perché negli ultimi anni la sua formazione è diventata poco frequente. Presentiamo allora la situazione attuale a scopo didattico perché è interessante notare quali sono le sue caratteristiche peculiari. In figura 1 è rappresentato, mediante la scala cromatica, il campo di temperatura registrato alle ore 17 di oggi (domenica 15) a cui è stato sovrapposto il campo di pressione al livello del mare. Per facilitare la lettura, è stata evidenziata con la linea nera tratteggiata l’isobara di 1030 hPa, a delimitare il perimetro del campo anticiclonico al cui interno i valori barici sono più elevati. Come possiamo osservare, quell’isobara delimita anche le aree in cui la temperatura è più bassa, di diversi gradi al di sotto dello zero. Proprio per questa corrispondenza tra valori massimi di pressione e valori minimi di temperatura, possiamo dire che siamo di fronte a una bozza di ANTICICLONE TERMICO, cioè di un anticiclone che si forma per accumulo di aria fredda nei bassi strati. Da queste considerazioni possono allora comprendere come il periodo favorevole alla formazione di quest’area di alta pressione sia la stagione invernale, nel caso in cui sulle vaste pianure russo-siberiane le temperature scendano anche al di sotto dei -40/-50 °C e portino alla formazione di un’area di alta pressione i cui valori barici possono tranquillamente superare i 1050 hPa. Valori termici così bassi sono dovuti alla dispersione del calore per irraggiamento notturno, mentre valori barici così elevati sono una conseguenza del fatto che l’aria gelida è pesante e si accumula nei bassi strati, stratificandosi: da qui, ecco spiegata la natura pellicolare dell’aria polare continentale fredda che caratterizza questo anticiclone. E in quota che cosa succede?
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera