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Probabile una nuova irruzione di aria fredda dal 2-3 Gennaio

Scritto da Andrea Corigliano Martedì 01 Gennaio 2019 10:00

Probabile una nuova irruzione di aria fredda dal 2-3 Gennaio

Sinottica in quota prevista dal modello ECMWF per il 3 Gennaio 2019 ore 00UTCIl nuovo anno potrebbe debuttare con un’irruzione di aria fredda che, sulla carta, potrebbe essere più incisiva rispetto a quelle che ci hanno interessato dall’inizio dell’inverno meteorologico.

Tra il 2 e il 3 gennaio, infatti, quel campo anticiclonico che sta sbarrando il flusso perturbato atlantico dovrebbe ruotare il proprio asse lungo i meridiani atlantici e stuzzicare in tal modo, operando in sinergia con una circolazione ciclonica posizionata tra la penisola scandinava e la Russia, la discesa di una massa d’aria molto fredda di origine artico-marittima verso il settore europeo centro-orientale. Possiamo quindi sciogliere la prognosi relativamente al pattern sinottico che interesserà molto probabilmente il nostro continente in avvio del 2019 ma, come sempre, se vogliamo entrare nei dettagli e definire relativamente all’Italia la tempistica, l’intensità del freddo e la fenomenologia associata alla probabile irruzione, dobbiamo aspettare qualche aggiornamento perché sussistono ancora incertezze non trascurabili.

Per facilitare la comprensione di questo aspetto, vi invito a osservare la figura in alto a sinistra, la mappa relativa alla previsione media del campo di altezza di geopotenziale a 500 hPa (circa 5500 metri di quota), elaborata dal modello europeo ECMWF e valida per le prime ore del 3 gennaio, cioè quando è prevista la fase iniziale dell'evento.

In particolare, vorrei che venisse focalizzata l’attenzione sul confronto tra la previsione relativa alla posizione media per esempio dell’isoipsa di 5400 metri calcolata dal modello europeo ECMWF (linea bianca tratteggiata) e la stessa previsione calcolata dal modello americano GFS (linea gialla tratteggiata).

Si nota allora che, relativamente all’Italia, il modello europeo calcola ad oggi un’azione più incisiva della saccatura artica rispetto al modello americano e di conseguenza pone mediamente più a ovest gli effetti dell’irruzione fredda.


Sebbene in una configurazione sinottica a scala continentale possano sembrare trascurabili differenze di circa 200 km nella posizione di una isoipsa, invece per quantificare la distribuzione dei fenomeni o l’intensità di un’irruzione le differenze si notano eccome: di conseguenza, non è ancora possibile sciogliere completamente la prognosi. Relativamente al caso in esame, nella figura in basso è visualizzato il confronto tra la previsione media di ensemble del campo di temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri) calcolata dal modello americano GFS (a sinistra) e la stessa previsione calcolata dal modello europeo ECMWF (a destra).

Dettaglio sull'Italia tra i due principali modelli GFS e ECMWF

Potete osservate voi stessi, per esempio, le sostanziali differenze di posizione delle isoterme di -2 °C, -5 °C e -8 °C e verificare, proprio come per il campo di altezza di geopotenziale a 500 hPa, che il modello europeo ha ad oggi calcolato un’azione mediamente più incisiva rispetto al modello americano. Mancano ancora 5 giorni al probabile evento e sicuramente, nei prossimi aggiornamenti, assisteremo ad aggiustamenti della previsione tramite nuovi ricalcoli: aspettiamo quindi ancora 48 ore prima di capire meglio quanto potrebbe essere incisiva per le nostre regioni l’irruzione, tenendo comunque presente che la direzione nord-orientale delle correnti esporrà più direttamente alla massa d’aria fredda le regioni adriatiche.

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