L’Appennino divide in due la Pianura Padana
L’Appennino divide in due la Pianura Padana
Nel Settembre 1993 correnti sud-occidentali caldo-umide abbinate alla conformazione dell’Appennino hanno determinato una situazione apparentemente inspiegabile: le regioni occidentali sono state investite da nubifragi ed alluvioni mentre quelle orientali sono state praticamente risparmiate dai fenomeni più intensi.
La catena appenninica, infatti, costituisce una consistente barriera allo sviluppo di questo tipo di perturbazione, il cui andamento orografico però non è omogeneo. Le considerevoli altitudini del settore occidentale hanno protetto l’Emilia ed altre zone orientali, mentre la scarsa consistenza dell’Appennino ligure ha costituito un comodo passaggio per le correnti fortemente perturbate.
Che l’assetto idrogeologico dei territori italiani sia precario per la sua naturale struttura e conformazione è un dato di fatto che oramai gli stessi geologi confermano quando vengono interpellati per spiegare e giustificare situazioni alluvionali di una certa gravità. Certo è però che la situazione sembra permanere a rischio nonostante gli interventi operati in base alle precedenti esperienze, giacché in concomitanza a precipitazioni di una certa intensità, ma non necessariamente di eccessiva persistenza, vaste aree del paese entrano rapidamente in emergenza. E l’episodio che descriviamo qui ha visto Liguria, Piemonte e Lombardia, dove i danni non sono stati certo lievi.
Quello però che si vuole verificare in questa sede non sono le cause che hanno determinato le intense manifestazioni atmosferiche, né tantomeno i perché di conseguenze tanto gravi in risposta agli intensi ed abbondanti apporti pluviometrici, per cui geologi e idrologia sono certamente i più idonei a fornire le delucidazioni del caso, ma fare invece il punto su una situazione che ha visto una netta diversificazione delle condizioni meteorologiche nei due settori in cui può essere suddiviso il territorio padano, quello occidentale e quello orientale. Si esamina a tal proposito la documentazione disponibile presso l’Ufficio Previsioni del SMR (Servizio Meteorologico Regionale), con riferimento al periodo 22-25 Settembre, al fine di meglio circostanziare la dinamica degli eventi atmosferici che hanno portato alle precipitazioni dei giorni 23-24 Settembre, responsabili del rapido accumulo di acqua nei territori sopraccitati, senza peraltro richiamare attenzione particolare in Emilia Romagna, Veneto e Friuli.
Ecco in breve la storia del tempo meteorologico nel periodo considerato
Ad una configurazione anticiclonica estesa dal Mediterraneo all’Italia nei giorni 20 e 21, si è andata gradualmente sostituendo nei giorni successivi una struttura depressionaria che, protesa a saccatura dall’Europa Nord-occidentale alla Spagna, ha successivamente raggiunto il Mediterraneo Occidentale. Già ad iniziare dal giorno 21 l’Italia è stata investita da deboli flussi sud-occidentali, che si sono progressivamente intensificati nei giorni 23 e 24 sotto l’azione esercitata da un intenso nucleo depressionario attivatosi tra il Nord Africa e le Baleari ed approfonditosi ulteriormente nel suo spostamento meridiano verso il Golfo del Leone. Masse d’aria estremamente instabili, calde e umide hanno cosi investito da Sud l’allineamento orografico determinando intense precipitazioni sul versante ligure dell’Appennino, riversandosi poi in Valpadana dopo aver superato l’allineamento stesso.È proprio sulla struttura termodinamica che le masse d’aria hanno assunto in seguito alle interazioni orografiche connesse alla fase di superamento dei crinali che si può trovare gran parte della spiegazione delle condizioni meteorologiche nell’area padana, sensibilmente diversificate procedendo da Ovest verso Est. In sostanza la perturbazione frontale (fronte freddo, poi occlusosi) connessa al minimo barico presente sull’Alto Tirreno, ha investito Piemonte e Lombardia con tutta la sua intensità, avendo potuto fluire attraverso un comodo passaggio nel tratto appenninico che immediatamente ad Ovest di Genova fino oltre Savona, presenta una sensibile depressione altimetrica della linea di spartiacque. Flussi intensamente perturbati si sono quindi diretti verso i rilievi alpini occidentali, che hanno inoltre contribuito ad incrementare localmente gli apporti pluviometrici per intenso addossamento orografico (Stau).
Non altrettanto è potuto avvenire nel settore orientale del territorio, dove l’effetto barriera operato dall’allineamento orografico caratterizzato da altitudine media dello spartiacque decisamente superiore, ha determinato intensi effetti di sottovento, con ampia estensione del fenomeno verso Nord. Nubi meno consistenti e con minori quantitativi di prodotti condensati, in gran parte scaricati sopravvento all’arco appenninico (versante ligure) si sono riconsolidate sulla pianura a debita distanza dai rilievi, senza però produrre precipitazioni altrettanto abbondanti e persistenti, come viceversa è potuto avvenire nel comparto occidentale. In particolare l’Emilia Romagna ha potuto beneficiare di effetti frontolitici per correnti discendenti di origine orografica sottovento al sistema appenninico.
Le prime due figure forniscono, limitatamente ai giorni 23 e 24, una visione dettagliata delle strutture meteorologiche a 850 hPa, evidenziando tra l’altro come l’alto Veneto e il Friuli si siano trovati ai margini della configurazione depressionaria e interessati da un debole promontorio che da Sud-Est ha potuto interessare l’estrema area Nord-orientale della Valpadana. Le ultime due figure presentano invece al livello di 700 hPa la distribuzione dei nuclei di correnti verticali ascensionali; queste sono presenti o comunque più intense in corrispondenza al settore occidentale (linee tratteggiate), mentre in quello orientale appaiono evidenti deboli correnti discendenti (linee continue). Aria molto umida lungo la verticale nei sondaggi di Milano, aria decisamente meno umida (processi di essiccazione per subsidenza) nei corrispondenti sondaggi di Mulinello (BO). Pur in presenza di un’atmosfera instabile, le nubi hanno raggiunto un maggior sviluppo verticale nel comparto padano occidentale con ovvie ripercussioni sulla quantità di precipitazioni producibili.
I valori della temperatura media giornaliera invece, indicano con chiarezza il contributo termico che le intense correnti di Fohn appenninico hanno apportato nella pianura emiliano romagnola, con estensione fino al basso Veneto (più di 23°C nel settore Sud-orientale, solo 17-18°C in quello occidentale in corrispondenza ai giorni 23-24 Settembre). Barriera appenninica quindi, come causa preminente della diversa intensità che la perturbazione mediterranea ha potuto assumere in Valpadana, in conseguenza all’ostacolo che i crinali centro-orientali hanno proposto nei confronti degli intensi flussi perturbati provenienti da Sud.
La situazione il 23 Settembre, carta a 850hPa | La situazione il 24 Settembre, carta a 850hPa |
La situazione il 23 Settembre, correnti ascensionali, | La situazione il 24 Settembre, correnti ascensionali, |
Tratto da un articolo di Simonini - Selvini - Battaglia, AER, Settembre ‘93.