Ma se io avessi previsto tutto questo… la nevicata del 17 Dicembre 2010 a Firenze
Si apre con una citazione di Francesco Guccini l'articolo dedicato a un evento meteorologico che la solita negligenza e noncuranza di molti addetti ai lavori e di utenti avventati, hanno reso un incubo, una vera odissea per molti automobilisti e non solo: la nevicata a Firenze (e dintorni) del 17 Dicembre 2010.
Il problema è che questa volta, per l’ormai famigerato venerdì 17, le nevicate le avevano (o avevamo) previste tutti, ma proprio tutti, qualcuno addirittura con anticipi spericolati, perché le carte con scadenza oltre i sette giorni non sono quasi mai affidabili, ma a volte sì...
Quindi si sapeva che sarebbe nevicato, soprattutto al centro-nord; per inciso, stava nevicando intorno agli 800 metri in Calabria e al livello del mare (da tre giorni) sulle coste adriatiche. Difficile quindi sostenere che il tutto sia stato improvviso e men che mai “imprevisto”. Inutile spiegare a chi di dovere che quando entra aria fredda da est, se poi arriva aria calda sarà un bene, “dopo”, ma “durante” sono guai. Ma iInsomma, la parola “neve” circolava.
Quindi prendiamo il “non ce l’aspettavamo” come una delle tante puerili scuse che si sono sentite in questi giorni, e di cui vi stilo, a memoria, una lista:
- “è stato un evento eccezionale”
- “dovevano pensaci gli altri”
- “però anche in Francia…”
- “mi assumo le mie responsabilità, però…”
- “è troppo facile accusare…”
…e chissà quante altre che ora mi sfuggono.
Dal punto di vista del cittadino trovo che ci sia una superficialità e una inadeguatezza e/o incompetenza da parte di chi gestisce queste infrastrutture e soprattutto, gravissimo, non impara mai. Se fra quindici giorni si dovesse ripresentare la stessa situazione meteo, ci ritroveremmo con le stesse identiche conseguenze.
Dal punto di vista del meteorologo, ci tengo (e ci tesi, direbbe Totò…) che dal vortice delle sciocchezze restino al di fuori alcuni punti fermi.
Primo: oltre che ampiamente previsto e preannunciato, a differenza di quanto potrebbe dedursi da giornali e telegiornali, l’evento non è stato particolarmente intenso: su gran parte delle zone maggiormente colpite da blocchi e disagi l’accumulo era di pochi centimetri.
Secondo: esistono gli eventi eccezionali, ma sono quelli che si verificano, appunto, molto di rado: se capitano più volte l’anno, eccezionali non sono e sarebbe bene che qualcuno cominciasse a tenerne conto, prima o poi.
Terzo, l’aspetto climatico: nessun evento può essere “direttamente” messo in relazione ad una tendenza climatica. Per essere più chiari: l’estate caldissima del 2003 non si è verificata “perché” esiste un riscaldamento globale (che esiste), non c’è un rapporto diretto causa-effetto. Il nesso è di tipo climatologico, quindi prevalentemente statistico: se esiste un riscaldamento globale su alcune zone aumenta la probabilità di avere estati più calde.
Ma in assoluto un cambiamento climatico che si verifica per effetto di un aumento della temperatura non significa che farà più caldo ovunque; su alcune zone farà più freddo. Su altre ancora le normali oscillazioni degli eventi, sia per quanto riguarda le temperature, sia per quanto riguarda le precipitazioni, saranno più accentuate.
Come dire, potremmo (questo nessuno lo sa) avere un clima molto “irregolare”: caldissimo d’estate e freddissimo l’inverno, magari con precipitazioni particolarmente concentrate e perciò devastanti: non è forse già successo? E più frequentemente succede, più dovremmo essere pronti o cercare di prepararci, invece di nascondersi dietro l’”evento eccezionale”, che in quanto tale assolve tutti.
O forse addirittura qualcuno si cullava nella speranza che con il riscaldamento globale le nevicate sarebbero diventate più rare…e, metaforicamente, (come mi capita spesso di dire) “si è venduto gli spazzaneve”.
Singolare comportamento, considerato che viene da una classe dirigente e politica che per tutto il resto non considera il riscaldamento globale né un problema né una priorità. Però in qualche modo (sbagliato) ci conta.
Quarto, e chiudiamo in leggerezza: possibile che qualcuno, con tutto il serio casino che c’era in giro, non abbia resistito a fare le battute sul venerdì 17 che porterebbe sfiga? Cosa c’entra la sfiga? Se ognuno facesse bene il proprio lavoro, la sfiga sarebbe estinta… per non parlare del fatto che nei paesi anglosassoni non è il 17 a portare una presunta sfortuna, ma il 13… con chi se la saranno presa, in Inghilterra?