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L'autunno in Italia visto dal Generale Andrea Baroni

Le caratteristiche orografiche della penisola e la provenienza delle depressioni che interessano il nostro territorio determinano la distribuzione dei fenomeni meteorologici. L'esame dei dati evidenzia, in particolare, una diversificazione delle precipitazioni nei diversi mesi autunnali.

(a cura del Generale Andrea Baroni)


Depressione mediterranea in corso di evoluzioneL'autunno, secondo il calendario astronomico, è il periodo dell'anno che va dall'equinozio d'autunno (23 settembre) al solstizio d'inverno (22 dicembre). Secondo i meteorologi, per convenzione, è il periodo dell'anno che inizia il primo giorno di settembre e termina l'ultimo giorno di novembre. Nella realtà le cose vanno quasi sempre in modo diverso: a volte perfino il mese di ottobre si presenta ancora con i caratteri di una estate in declino, qualche altra volta invece, tra il grigiore delle nebbie padane, i venti tempestosi e le piogge alluvionali, sembra anticipare i rigori della stagione invernale. Considerando il contributo della meteorologia alle varie forme di attivati umane, sia attraverso le previsioni del tempo, sia con la descrizione degli andamenti climatici su determinate regioni nel corso delle varie stagioni, abbiamo ritenuto utile tentare una indagine climatica della stagione autunnale in Italia, avvalendoci di due tecniche tra le più semplici e le più comuni, impiegate spesso dagli esperti in argomenti del genere.

Per l'esattezza ci siamo prefissi di delineare i caratteri di questa singolare stagione di mezzo sia avvalendoci del contributo delle scienze statistiche, sia prendendo in considerazione determinati sistemi di pressione atmosferica in grado d'influenzare lo stato del tempo autunnale. Sotto il profilo statistico una tavolata di istogrammi di alcune grandezze meteorologiche, riferite a una determinata regione, è in grado di illustrare in una visione puramente statica l'andamento climatico medio di una certa stagione. In questo contesto abbiamo preso in considerazione i dati medi statistici del venticinquenni 1946-1970, riferiti ad un certo numero di stazioni meteorologiche della rete aeronautica. I mesi in esame sono stati quelli di ottobre, novembre e dicembre, di norma ritenuti i più rappresentativi della stagione autunnale, quanto meno da un punto di vista strettamente astronomico.

La rappresentazione grafica elaborata attraverso istogrammi ha riguardato, per le tre decadi di ciascun mese, sia le temperature massime, sia le minime e i quantitativi delle precipitazioni. Dovendo tener conto dell'influenza solare, che a stretto rigore avrebbe richiesto l'impiego dei dati rilevati da una opportuna rete di piranografi di grande precisione, ci è sembrato sufficiente ricorrere al tracciamento delle isohele, linee di uguali valori delle ore di sole nel corso della giornata. Gli istogrammi delle quantità di precipitazione del periodo autunnale mostrano il sensibile incremento delle piogge in Liguria nel mese di novembre, ciò a causa della maggiore frequenza delle depressioni del Golfo di Genova. Il Veneto e l'Emilia-Romagna, che rispetto a quel tipo di depressioni rimangono sottovento all'Appenni-no toscano, accusano invece minori quantitativi di pioggia. In Alto Adige a novembre si verifica un calo delle precipitazioni, che diverrà più avvertito a dicembre su tutta la regione alpina e subalpina, allorché le depressioni del Golfo di Genova tenderanno a protrarsi più verso Sud, interessando sempre meno la regione delle Alpi.

Sull'Italia centrale l'aumento delle precipitazioni, già particolarmente avvertito in ottobre, diviene massimo in novembre. Nel mezzogiorno d'Italia le precipitazioni invece risultano elevate in tutto il trimestre autunnale. I motivi sono da attribuire alla persistente ricorrenza delle depressioni del Tirreno, alle correnti umide sciroccali e agli effetti orografici delle regioni peninsulari. In Sicilia e in Sardegna meridionale, in un normale decorso stagionale, piove più in ottobre che in novembre. Sulla Sardegna occidentale il mese più piovoso risulta invece quello di novembre. Gli istogrammi delle temperature estreme mostrano il sensibile calo che si manifesta quasi con regolarità da ottobre a dicembre e ciò a causa delle diminuite ore di sole, sempre più basso sull'orizzonte, e per il graduale aumento della nuvolosità e delle piogge.

L'escursione termica mensile risulta minima sia nelle località influenzate dalla presenza mitigatrice del mare, sia nelle località di montagna che fruiscono dei venti della libera atmosfera, esenti dall'eccessivo riscaldamento diurno e dai raffreddamenti dal basso durante la notte, come avviene per le località pianeggianti a clima continentale. Delle tre cartine delle isohele, quella riferita al mese di dicembre si discosta dalle due precedenti, non tanto per l'andamento delle isohele, abbastanza comune a quello degli altri due mesi prettamente autunnali, quanto per la notevole riduzione delle ore di sole nel corso della giornata. Il mese di dicembre risulta infatti globalmente il meno soleggiato dell'anno, in primo luogo perché la radiazione solare alla sommità dell'atmosfera, essendo una funzione della geometria dell'orbita terrestre, alle medie e alle alte latitudini del nostro emisfero è debole; in secondo luogo perché la radiazione solare è in stretta relazione alla presenza delle nebbie o delle nubi stratificate al disotto della inversione termica che si manifesta negli strati bassi dell'atmosfera durante i periodi di tempo anticicloni, frequenti in dicembre molto più che in ottobre e novembre.

Per avere un'idea del comportamento stagionale sotto una visione dinamica abbiamo preso in considerazione, come accennato all'inizio di questo nostro servizio, determinati sistemi di pressione atmosferica, tipici di una data stagione e in grado d'influenzare i caratteri climatici di una certa regione. Questa tecnica infatti consente di mettere in relazione i fenomeni localmente osservati con la evoluzione delle situazioni meteorologiche generali. Per l'esattezza, ci si riferisce alla circolazione generale dell'atmosfera con l'intenzione di desumere, dall'andamento delle correnti aeree dominanti su una certa regione e per una data stagione, una successione di tipi di tempo legati alla evoluzione della pressione atmosferica. I risultati analitici dell'impiego delle due tecniche, quella che si prefigge una visione puramente statica del clima e quest'ultima, che mostra invece i caratteri dinamici degli andamenti climatici, permette di evidenziare due singolari aspetti del clima di una certa regione e per una data stagione: la storia del tempo di tutti i giorni e la sua influenza nel corso degli anni.

Prima fase dello sviluppo di una depressione sottovento alle Alpi, nel Golfo di GenovaUltima fase dello sviluppo di una depressione sottovento alle Alpi, nel Golfo di Genova
Prima fase dello sviluppo di una depressione sottovento alle Alpi,
nel Golfo di Genova.
Ultima fase dello sviluppo di una depressione sottovento alle Alpi,
nel Golfo di Genova.
Depressione mediterranea in corso di evoluzioneDepressione sahariana in sviluppo
Depressione mediterranea in corso di evoluzione.Depressione sahariana in corso di evoluzione.


Quasi sempre, in coincidenza del periodo equinoziale (23 settembre), la circolazione atmosferica assume sul nostro emisfero una spiccata instabilità. L'aria fredda del Nord Atlantico o quella del Nord Europa, a seconda di certe situazioni meteorologiche generali, si attesta lungo il versante estero della chiostra alpina in attesa di irrompere in Mediterraneo attraverso le due più comuni vie di accesso: la Valle del Rodano ad occidente e la parte più bassa delle Alpi Giulie ad oriente. In simili circostanze il tempo sull'Italia subisce il primo intenso peggioramento dopo la fine della quiete estiva. Da questo momento in poi, con il passare delle settimane, la pressione atmosferica subisce localmente significative diminuzioni e le precipitazioni divengono di conseguenza le protagoniste negli scenari meteorologici che danno vita all'autunno su gran parte del nostro paese. Il mare, dal canto suo, grazie alle ancora alte temperature della stagione estiva, ormai definitivamente conclusa, assume via via un ruolo di primo piano nello sviluppo di una serie di depressioni, attraverso l'apporto di energia termica dal basso. La chiostra delle Alpi contribuisce allo sviluppo di tali depressioni imprimendo una forte componente di moto ciclonico all'intera colonna d'aria che sovrasta le depressioni. Si tratta, per la massima parte, delle ben note depressioni del Golfo di Genova, un golfo che, durante il trimestre autunnale diviene, soprattutto per ragioni orografiche, oltre che termodinamiche, la fucina, per così dire, delle depressioni di questo tipo, in grado d'interessare non soltanto l'Italia, ma molti altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo.


Le depressioni del Golfo Ligure sonno annunciate sull'Italia da un vigoroso richiamo di aria calda dall'Africa, con venti sciroccali (tra Sud-Est e Sud), seguiti da piogge a carattere continuo, particolarmente intense lungo i due versanti dell'Appenninico e su quello meridionale della chiostra alpina. Le due catene montuose infatti rispetto al flusso sciroccale risultano particolarmente esposte al vento con vistosi effetti di canalizzazione dell'aria lungo le gole dei rilievi montuosi. Le precipitazioni associate alle evoluzioni di tali depressioni divengono tanto più intense e tanto più prolungate, quanto più le depressioni e i sistemi frontali ad esse connessi trovano impedimenti a proseguire il loro moto verso levante, ostacolati dalla presenza, come spesso accadde in circostanze del genere, di un'alta pressione balcanica. Nella fase finale del loro sviluppo, le depressioni del Golfo di Genova si spostano per lo più verso Sud-Est, inseguite, per così dire, da un flusso di correnti settentrionali (tra Nord-Est e Nord-Ovest) messe in atto dal ritorno di un'alta pressione che dall'Atlantico viene attestandosi verso l'Europa occidentale.

Nel mese di novembre le situazioni meteorologiche divengono, di norma, sempre più critiche. il bacino occidentale del Mediterraneo e l'Africa nordoccidentale costituiscono in questo mese e per almeno la prima metà del mese di dicembre l'obiettivo principale delle irruzioni di aria fredda di provenienza nord-atlantica e in qualche circostanza dell'aria fredda che irrompe dal Nord Europa. In casi del genere le depressioni si formano fra la Penisola Iberica e le Isole Baleari, oppure fra le isole Baleari e la Sardegna e i meteorologi le classificano come depressioni mediterranee. Quando invece si sviluppano a Sud della catena montuosa dell'Atlante, prendono il nome di depressioni sahariane. Depressioni di questo tipo, al pari di quelle del Golfo di Genova, sono tanto più intense quanto maggiore è il contrasto termo-igrometrico che contraddistingue le due masse d'aria in conflitto tra loro: quella fredda, proveniente dalle latitudini settentrionali dell'Atlantico o dell'Europa ad occidente della depressione e quella calda di origine africana, ad oriente della stessa.

Depressioni che risultano tanto più vigorose quanto più intensa è la componente di moto ciclonico delle masse d'aria in afflusso sul Mediterraneo. In tali frangenti la zona frontogenetica si estende per lo più dall'Algeria all'Italia. Lungo questa linea frontale si sviluppano dei vortici ciclonici, uno di seguito all'altro, in propagazione nel senso delle correnti, nell'ambito di una acuta spaccatura orientata secondo i meridiani. I vortici ciclonici in rotta verso Nord arrecano maltempo anche alla Spagna, Francia, Africa nordoccidentale e in particolare modo all'Italia. La regione pirenaica, le Alpi e gli Appennini esaltano, dal canto loro, tutte le formazioni nuvolose poste in essere dalla vorticità ciclonica conseguente alla dinamica delle correnti in gioco.

E' questo il motivo per il quale il mese di novembre in Italia risulta il mese più piovoso dell'anno, in particolare modo sull'Appenninico Ligure, su quello Toscano e restando al Nord, anche su tutta la Valpadana. Nel Sud d'Italia assai piovosa risulta invece la fascia tirrenica della Campania, l'Appennino Sannita, quello Lucano e quello Calabrese. Nel mese di dicembre le perturbazioni divengono sempre più rare, a causa di una maggiore presenza delle alte pressioni, specialmente sul Nord Italia. Ciò dipende sia da una spinta verso levante dell'anticiclone delle Azzorre, sia da una estensione verso occidente dell'anticiclone russo, due azioni talvolta concomitanti. Data la scarsa nuvolosità che contraddistingue là presenza dei due anticicloni, diminuiscono le probabilità di pioggia e le temperature minime scendono di alcuni gradi, specialmente se l'alta pressione è di origine russa. In dicembre, di conseguenza, piove meno che nei precedenti due mesi autunnali, e le piogge si presentano più spesso nel Sud della nostra penisola. Così dicembre, ultimo mese dell'autunno, è anche il più rappresentativo dell'inverno ormai all'esordio. In sostanza, ci sembra di poter affermare che in Italia le piogge nella stagione autunnale e nella prima fase di quella invernale sono essenzialmente determinate dalle varie depressioni che si avvicendano sul nostro paese: quelle sottovento alle Alpi nel Golfo Ligure, quelle cosiddette mediterranee o quelle di origine sahariana, tutte depressioni che trovano modo di svilupparsi ogni volta che l'area anticiclonica si indebolisce sul Mediterraneo.


Pubblicato su AER - Settembre '96.

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