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UNA LUNGA FASE DI MALTEMPO COSTELLATA DI EVENTI ALLUVIONALI: ADESSO PARLANO SOLO I FATTI

Scritto da Andrea Corigliano Lunedì 28 Ottobre 2024 00:00

UNA LUNGA FASE DI MALTEMPO COSTELLATA DI EVENTI ALLUVIONALI: ADESSO PARLANO SOLO I FATTI

La goccia fredda del 27 ottobre 2024Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Liguria, Toscana, Calabria, Sicilia e, in ultimo, la Sardegna che chiude la lista con i quasi 300 millimetri caduti la notte scorsa, in poche ore, nel sud dell’isola. In circa poco più di un mese, da metà settembre, queste regioni hanno vissuto almeno un evento di pioggia estrema che è dipeso, nelle maggior parte dei casi, dalle precipitazioni scaturite da temporali autorigeneranti. Ne abbiamo parlato in uno dei recenti articoli per spiegare che tipo di fenomeni sono e come si formano: è importante conoscerli perché, nel momento in cui diventano persistenti, possono provocare un’alluvione lampo, creare serie criticità idrogeologiche e arrivare anche a minare anche l’incolumità e persino la vita delle persone se non si mettono in pratica le norme di autoprotezione. In molti penseranno che è arrivato l’autunno e che quindi è normale che piova. Si sentiva parlare in questi termini anche a luglio e agosto, quando durante la prolungata serie di temperature massime registrate tra i 33 e i 40 °C – durata per più di cinquanta giorni e con una superficie del mare che ha raggiunto e superato i 30 °C – si diceva che era estate e che era normale che facesse caldo.

E invece, la dimostrazione che quel caldo non è stato affatto normale la abbiamo avuta proprio quando l’estate ha ceduto lo scettro all’autunno. Perché in natura nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma e se quindi il mare prima incamera calore, poi lo cede affinché l'atmosfera lo possa utilizzare come carburante. Lo cede però lentamente, senza fretta, a piccole dosi perché è come un pachiderma che per spostarsi dal suo stato ha bisogno di tanto tempo: si chiama «inerzia termica». Il mare cede calore e umidità all’aria che ne accetta più del dovuto perché la sua temperatura è molto spesso superiore alla media e quindi acquista il 7% in più di umidità per ogni grado conquistato perché Clausius-Clapeyron, in questo, è inflessibile: la obbliga a prendere quel vapore acqueo e non vuole sentire ragioni.

Vai e non discutere! Bella la termodinamica, vero? Straordinariamente bella e maledettamente dannata! Perché va dritta per la propria strada senza guardare in faccia a nessuno, mettendo in pratica le leggi di bilancio affinché tutto torni. È proprio grazie ad essa che, per alcuni aspetti, questo autunno sta per il momento avendo caratteristiche più simili alla stagione monsonica che a quella tipica di casa nostra. Non è esagerazione, ma è la realtà che vediamo sotto i nostri occhi. Perché non si può possono usare altri termini per parlare di un regime pluviometrico che rilascia picchi mensili anche superiori ai 700-800 millimetri in Piemonte e in Liguria o che produce ratei di pioggia di 960 millimetri orari, proprio nel corso di un temporale autorigenerante, per fare accumulare tra i 200 e i 400 millimetri di pioggia in poche ore, cioè la pioggia di due o tre mesi.



Come è noto, il Mediterraneo è un «hot spot» del cambiamento climatico, cioè è un’area della Terra in cui il riscaldamento globale produce impatti più tangibili rispetto al resto del pianeta. Quanto è accaduto proprio nell’ultimo mese è l’ennesima rappresentazione di questo aspetto perché se è vero che l’energia potenziale disponibile ha raggiunto valori particolarmente elevati in termini di calore sensibile, di calore latente, di flussi di vapore acqueo e di acqua precipitabile, è anche vero che la dinamica dell’atmosfera ha calato per tre volte di seguito l’asso di bastoni per far sì che una circolazione di blocco desse tutto il tempo a circolazioni depressionarie secondarie, libere di scorrazzare sul nostro bacino, di produrre precipitazioni particolarmente intense, sfruttando l'abnorme quantità di energia in gioco con la complicità della complessa orografia che circonda il Mediterraneo.

In pratica, tanta energia in gioco e condizioni instabili a più riprese, gestite da un anticiclone di blocco: la peggiore combinazione possibile per esasperare la fenomenologia e farla assomigliare a un leone in gabbia che si dimena e che ruggisce. La fase di maltempo si è ora conclusa perché quel vortice che ne è stato responsabile si è diretto verso la penisola iberica e il Marocco. Adesso ci aspetta una fase anticiclonica, con temperature che resteranno ancora superiori alla media e con un mar Mediterraneo che non ha ancora smaltito tutto il calore assorbito. Si spera il prima possibile in un’irruzione fredda per abbassare il potenziale energetico, si spera in futuri peggioramenti con dinamiche più lineari e si spera, soprattutto, che l’inverno faccia l’inverno per raffreddare decentemente le acque dei nostri mari. È fondamentale! È dannatamente fondamentale!

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera

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