L’ARRIVO DI UN’IRRUZIONE FREDDA (PER IL PERIODO) AI TEMPI DELLE FREQUENTI E LUNGHE ONDATE DI CALORE
L’ARRIVO DI UN’IRRUZIONE FREDDA (PER IL PERIODO) AI TEMPI DELLE FREQUENTI E LUNGHE ONDATE DI CALORE
Raccontare la meteorologia come se fosse un romanzo da leggere, in cui ogni giorno il meteorologo aggiunge delle nuove pagine per far continuare la storia, non è solo un modo per seguire più da vicino le dinamiche dell’atmosfera che vanno poi a condizionare lo stato del tempo. Raccontare la meteorologia vuol dire anche tenere conto delle trame del passato, più o meno recente, per rivedere che cosa si scriveva qualche settimana fa, qualche mese fa o qualche anno fa. Ho sempre pensato, infatti, che un modo alternativo per definire la climatologia di una regione sia quello di «seguire passo dopo passo l’impronta lasciata dal tempo meteorologico nel tempo cronologico» per cogliere, in questa impronta, gli aspetti caratterizzanti che in un’ipotetica carta di identità dell’atmosfera andrebbero trascritti nella sezione «segni particolari».
Quali sono stati, allora, i segni particolari dell’evoluzione meteorologica che abbiamo spesso analizzato e commentato? Nelle immagini allegate possiamo per esempio osservare solo alcune linee di tendenza che sono state discusse nell’ultimo anno prendendo in esame l’andamento degli scenari di ensemble della temperatura a 850 hPa – cioè a circa 1500 metri – per delineare quello che abbiamo imparato a chiamare il «segnale dominante», valutato nelle linee generali sulla verticale di Roma come rappresentativo delle condizioni meteorologiche attese sul Mediterraneo centrale.
Non possiamo allora esserci dimenticati, per esempio, delle fasi meteorologiche caratterizzate da valori di temperatura costantemente sopra la media che tutte le soluzioni calcolate dai modelli hanno per esempio proposto in modo continuativo tra l’8 e il 23 settembre 2023 (fig. 1, sopra), tra il 23 gennaio e il 7 febbraio 2024 (fig. 1, sotto) o tra il 12 e il 27 luglio scorso (fig. 2, sopra) giusto per citarne solo alcuni. Si tratta di una caratteristica che, proprio in quella sezione «segni particolari» della carta di identità, trascriviamo come «persistenza di lunghe fasi caratterizzate da caldo anomalo». In questo ricorrente contesto meteorologico andrà inserendosi ora un’irruzione di aria fredda che, per il periodo, si delinea piuttosto intensa. Gli stessi scenari di ensemble (fig. 2, sotto) delineano infatti molto bene la fase caratterizzata da temperature sotto la media a cui andremo incontro ma, allo stesso modo, lasciano intendere che dopo il sensibile calo termico si ritornerà gradualmente verso una situazione tipica del periodo nell’arco di 3-6 giorni, a seconda delle regioni. Il segnale di raffreddamento ha quindi un diverso andamento rispetto a quello di riscaldamento, nel quale invece abbiamo spesso osservato una persistenza del segnale che ci ha spinto anche ad aspettare molti aggiornamenti prima di poter cogliere le primissime indicazioni di un cambio di circolazione.
A questo punto, non possiamo evitare di chiederci quante fasi più fredde del normale, come quella che sperimenteremo nei prossimi giorni, sarebbero necessarie per compensare i ricorrenti e lunghi periodo con temperature superiori alle medie che siamo soliti prima prevedere e poi sperimentare. Vi immaginate che cosa si scriverebbe se avessimo di fronte una fase meteorologica con freddo anomalo dalla durata di 10-14 giorni e di intensità pari a quella delle ondate di calore che sembrano arrivare ormai puntualmente, e anche per più di una volta, nel corso di tutte le stagioni? Ecco, a mio avviso raccontare la meteorologia come se fosse una storia serve anche a questo: per non dimenticare il passato e per valutare al meglio tutte le dinamiche atmosferiche che si susseguono, dando loro il giusto peso in base a come poi vanno a condizionare il segnale climatico.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera