APRILE 2024 IN ITALIA: NONOSTANTE UNA TERZA DECADE FREDDA, IL MESE CHIUDE IL BILANCIO TERMICO IN POSITIVO
APRILE 2024 IN ITALIA: NONOSTANTE UNA TERZA DECADE FREDDA, IL MESE CHIUDE IL BILANCIO TERMICO IN POSITIVO
Ne avevamo già parlato in un articolo pubblicato qualche giorno fa, ma in quella occasione l’obiettivo era di far capire al lettore che il giudizio sul comportamento climatico di un mese si fa con i numeri e con la statistica e non con le sensazioni. Dando allora sempre voce ai numeri, completiamo l’analisi sul comportamento avuto da aprile in Italia parlando del bilancio termico che il secondo mese della primavera meteorologica ha consegnato agli annali climatologici nazionali. Usando un aggettivo, possiamo dire senza ombra di dubbio che aprile 2024 è stato un mese «estremo» perché nel corso dei trenta giorni ha visto avvicendarsi due tipi di tempo dalle caratteristiche diametralmente opposte: uno a carattere molto caldo e uno a carattere significativamente freddo.
La traccia lasciata dal segnale atmosferico che ha dominato nel corso del mese mostra infatti una prima decina di giorni caratterizzata da un’intensa figura anticiclonica subtropicale che ha posto i massimi dell’anomalia positiva del campo di pressione in quota sulle nostre regioni centro-meridionali (fig. 1, in alto a sinistra), a cui si è contrapposta una terza decade che invece ha mostrato significativi scarti negativi del medesimo campo tra l’Europa centrale, la Francia e il Nord Italia (fig. 1, in basso a sinistra). A fare da cerniera tra i due periodi una seconda decade in cui i massimi di anomalia positiva del campo di geopotenziale si sono spostati sulla penisola iberica, dove è stata più incisiva l’impronta lasciata dalla figura anticiclonica subtropicale (fig. 1, in alto a destra).
Nel complesso – cioè mediando i segnali delle tre decadi – emerge quindi un mese di aprile che sull’area mediterranea e su buona parte dell’Europa ha visto un campo di pressione a circa 5500 metri (500 hPa) più elevato della media dell’ultimo trentennio (fig. 1, in basso a destra), a dimostrazione che abbiamo quindi avuto un eccesso di calore a tutte le quote come ci viene suggerito dall’equazione ipsometrica che lega proprio queste anomalie del geopotenziale alla temperatura media degli strati atmosferici. Anche lo scarto della temperatura a circa 1500 metri (850 hPa) di quota ricalca il segnale dominante che abbiamo appena discusso (fig. 2), con le aree caratterizzate da una presenza più insistente del campo anticiclonico subtropicale che hanno subìto i maggiori effetti delle avvezioni di masse d’aria molto miti e quindi di flussi in arrivo dalle latitudini subtropicali.
Anche in questo caso, dai massimi dell’anomalia termica positiva registrati nella prima decade – con scarti in Italia tra +4 e +5 °C – siamo passati a registrare scarti negativi nella terza decade: sempre a 850 hPa sono state raggiunte anomalie comprese tra i -4 °C dell’estremo Nord-Ovest e i -1/-2 °C delle regioni meridionali. Nel mezzo, una seconda decade che ha mantenuto temperature in anomalia positiva tra +1 e +3 °C. A seguito di un avvicendamento tra fasi calde e fredde di questa intensità nel corso delle tre decadi, il campo termico in quota ha mantenuto il segno positivo e ha chiuso il mese, sempre a circa 1500 metri, tra +1 e +2 °C rispetto alla media dell’ultimo trentennio: il trasporto di aria mite è stato quindi nel complesso più incisivo e in questo valore dell'anomalia ha lasciato la propria impronta.
Valutiamo ora il comportamento della temperatura in prossimità del suolo, a circa 2 metri di altezza. Come è accaduto per la maggior parte delle regioni europee, anche in Italia aprile 2024 è stato più caldo del normale. Secondo l’analisi condotta dall’ISAC-CNR di Bologna, il mese scorso ha collezionato su scala nazionale un’anomalia di +1.22 °C rispetto al clima del periodo 1991-2020 (fig. 3): lo scarto maggiore è stato registrato al Sud (+1.53 °C), poi al Centro (+1.48 °C) e infine al Nord (+0.76 °C). Questa distribuzione evidenzia, in modo indiretto, le aree in cui la fase fredda che si è verificata nella terza decade è stata più incisiva nell’attenuare la pesante anomalia positiva lasciata in eredità soprattutto dalla prima decade. A conti fatti, questo mese di aprile è diventato così il nono mese di aprile più caldo dal 1800 e si aggiunge ai già numerosi mesi che negli ultimi anni sono riusciti con estrema facilità a far parte della «top ten» dei mesi più caldi. Essere alla fine il nono mese più caldo nonostante una terza decade significativamente fredda – e questo nessuno lo ha mai messo in dubbio – dovrebbe far ancora di più comprendere quanto sia pesante l’eredità che viene spesso lasciata dalle fasi calde e quindi la loro imposizione nel definire, alla fine, il segnale dell'anomalia non solo su scala mensile, ma anche annuale e decennale.
A tal proposito, per esempio, può essere utile osservare anche l’andamento dell’anomalia di temperatura che abbiamo avuto in alcune delle principali città italiane negli ultimi 365 giorni, cioè da maggio 2023 ad aprile 2024 (figg. 4-5-6-7). Grazie ai grafici a istogramma – con le aree in rosso e in azzurro a definire rispettivamente le fasi più calde e più fredde del normale – è possibile rendersi conto anche con il solo colpo d’occhio qual è stato il segnale che ha caratterizzato la circolazione atmosferica nell’ultimo anno. È indubbio che una maggiore presenza di aree rosse, caratterizzate da picchi significativi di anomalia che superano i +5 °C di scarto con una certa frequenza, sono espressione di una dinamica atmosferica che ha visto nettamente prevalere le fasi più calde del normale rispetto a quelle più fredde: queste ultime, essendo meno intense e meno frequenti, non sono riuscite a incidere sul bilancio complessivo. Ci sono sempre i numeri a quantificare questa anomalia di temperatura: citiamo per esempio per il Nord la stazione di Torino Caselle (+1.93 °C come anomalia media negli ultimi 365 giorni), per il Centro la stazione di Roma Ciampino (+2.41 °C), per il Sud la stazione di Lecce (+1.93 °C) e per le Isole la stazione di Olbia (+2.01 °C).
Fasi fredde come quella della terza decade di aprile, se saltuarie, perdono quindi importanza nel quadro complessivo come perde importanza, ai fini della valutazione finale, il fatto che uno studente prenda un 4 in un’interrogazione o in una prova scritta dopo aver collezionato valutazioni eccellenti nel corso dell’intero anno scolastico. Sono concetti semplici da capire e invece sembra che si faccia fatica a comprendere che cosa significano «media» e «frequenza»: al loro posto, subentrano invece le sensazioni con le quali si crede di cancellare un colpo di spugna analisi condotte con i dati che hanno valore scientifico. Peccato che, senza rendersene conto, si finisce per fare figure poco brillanti sotto gli occhi di tutti.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera