ULTIMA SETTIMANA DELL’INVERNO METEOROLOGICO CON TEMPO INSTABILE, PIÙ FRESCO E LA POSSIBILE FORMAZIONE DI UNA CICLOGENESI MEDITERRANEA
ULTIMA SETTIMANA DELL’INVERNO METEOROLOGICO CON TEMPO INSTABILE, PIÙ FRESCO E LA POSSIBILE FORMAZIONE DI UNA CICLOGENESI MEDITERRANEA
Da oggi si apre una nuova fase meteorologica che, con buona probabilità, ci accompagnerà per almeno i prossimi 6-7 giorni. Fino a metà della prossima settimana, infatti, le redini del tempo sul bacino del Mediterraneo saranno prese in mano dalla vasta circolazione ciclonica del Nord Atlantico che invierà verso le nostre latitudini alcuni impulsi perturbati per distribuire precipitazioni più o meno organizzate e intense, ma con tempistiche differenti, sostanzialmente su quasi tutte le nostre regioni. Non sarà una fase prettamente invernale perché le piogge e le nevicate in arrivo non saranno più di tanto accompagnate da temperature tipiche della stagione, specie sul versante adriatico e al Sud dove il campo termico resterà comunque di qualche grado al di sopra della media del periodo. Avremo invece oscillazioni della temperatura attorno ai valori climatologici di fine febbraio al Nord, lungo il versante tirrenico centro-settentrionale e in Sardegna perché queste regioni si troveranno al confine della parte più consistente delle irruzioni di aria polare marittima, destinate a interessare prevalentemente la Francia e la penisola iberica, fino a raggiungere l’entroterra nord africano.
La prima perturbazione in transito e quella giunta oggi. Nel pomeriggio di venerdì 23 porterà il proprio fronte freddo sulle regioni centrali per poi proseguire la corsa verso quelle meridionali (fig. 1, a sinistra). Il sistema nuvoloso si accompagnerà a una depressione di circa 1000 hPa che disporrà un’intensa circolazione eolica in prevalenza dai quadranti sud-occidentali e che quindi concentrerà le precipitazioni più organizzate soprattutto tra il Levante Ligure e la Campania e tra la Lombardia e il Nord-Est (fig. 1, a destra): su quest’ultimo settore – e in particolare sul Friuli Venezia Giulia – ci aspettiamo le cumulate più significative di questa prima perturbazione che potrebbe far raccogliere, a ridosso dei rilevi alpini e prealpini, anche oltre i 100-120 millimetri con nevicate abbondanti in genere oltre i 1000-1300 metri. Fenomeni significativi anche sulle Alpi e Prealpi lombarde e sul Levante Ligure e Toscana Settentrionale dove, specie nelle aree interne, si potranno registrare a fine evento cumulate per lo più comprese tra 60 e 100 millimetri. Nevicate sulle Alpi centrali con quota in calo fino ai 4-600 metri sui versanti esteri e sull’Appennino settentrionale, qui in calo fino a circa 1200-1300 metri. Neve a quote superiori su quello centrale dove l’altezza dello zero termico si manterrà sui 2200-2400 metri fino alle prime ore serali. Nella giornata di sabato 24 la perturbazione interesserà le regioni meridionali e sarà seguita da un nuovo impulso instabile (fig. 2, a sinistra).
La pressione atmosferica riprenderà qualche millibar, ma resterà comunque aperto il canale depressionario con l’Oceano Atlantico da cui si avvicinerà una nuova perturbazione, destinata poi a interessarci nel corso di lunedì 26. Nel primo giorno del fine settimana le precipitazioni si concentreranno soprattutto al Sud (fig. 2, a destra), mentre altrove il nuovo impulso instabile determinerà precipitazioni da sparse a diffuse soprattutto tra la Sardegna e il versante tirrenico e sempre tra la Lombardia e il Nord-Est: nevicate sulle Alpi centro-orientali anche a quote inferiori ai 1000 metri e sull’Appennino centro-settentrionale fino a 1000-1400 metri. Domenica 25 avremo ancora precipitazioni sulle regioni meridionali, dove la formazione di una circolazione ciclonica sull’area ionica favorirà probabilmente un incremento delle condizioni di instabilità e quindi determinare precipitazioni più intense e organizzate, su cui torneremo in un prossimo intervento. Condizioni di generale variabilità sul resto d’Italia, ma con tendenza a un nuovo cambiamento del tempo al Nord.
Da domenica, infatti, inizierà a farsi strada da ovest anche la nuova perturbazione atlantica che poi interesserà la nostra penisola nei primi giorni della prossima settimana (fig. 3, a sinistra). L’evoluzione di questo sistema perturbato andrà seguito con attenzione perché la saccatura che lo accompagnerà potrebbe allungarsi sull’entroterra nord africano e generare un’attiva risposta di correnti meridionali in seno a un’accelerazione del flusso in media e alta troposfera che potrebbe dar luogo a una ciclogenesi in risalita dall’entroterra algerino-tunisino (fig. 3, a destra): dal momento che questa è una delle situazioni potenzialmente in grado di generare condizioni favorevoli ad avere precipitazioni intense sulle regioni meridionali e sulle due Isole Maggiori, vista la distanza ancora non trascurabile dal possibile evento aspettiamo ancora qualche aggiornamento prima di sciogliere la prognosi.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera