TENDENZA DOPO IL 12 GENNAIO: MEDITERRANEO IN BILICO TRA CORRENTI ARTICHE E FLUSSO OCCIDENTALE
TENDENZA DOPO IL 12 GENNAIO: MEDITERRANEO IN BILICO TRA CORRENTI ARTICHE E FLUSSO OCCIDENTALE
In uno dei recenti aggiornamenti sulla linea di tendenza a lungo termine avevano accennato all’evoluzione che avrebbe potuto prendere la dinamica atmosferica nel corso della seconda decade di gennaio. In quella analisi abbiamo affermato che il tempo a grande scala, sul nostro continente, sarebbe stato deciso dalle sorti di una vasta circolazione anticiclonica centrata grosso modo sulla Groenlandia e della corrispondente figura antagonista – cioè un lobo del Vortice Polare – che si sarebbe collocata tra la penisola scandinava e la vicina Russia: in particolare, la posizione dei due centri motore erano stati grosso modo identificati nei due poli di anomalia di temperatura previsti alle alte latitudini e caratterizzati rispettivamente da un segnale marcatamente positivo e da uno marcatamente negativo. Anche l’ultimo aggiornamento elaborato questa sera dal modello europeo avvalora, sempre in chiave probabilistica, lo stesso segnale e quindi possiamo concludere che quella linea di tendenza è sempre confermata.
Possiamo tentare, allora, di avere qualche informazione in più sull’evoluzione attesa alle nostre latitudini dopo che si sarà conclusa la fase invernale che ci interesserà nei prossimi giorni? In un certo senso sì e quindi vediamo che cosa possiamo dire. Come possiamo osservare in figura, la posizione molto settentrionale dei due centri di alta e di bassa pressione porrà molto probabilmente le latitudini mediterranee ai margini del raggio d’azione delle due figure, ragion per cui possiamo ritenere plausibile la posizione dell'Italia ai margini anche del flusso artico a cui sarà invece esposto il settore centro-settentrionale europeo, dove il campo termico sarà inferiore alle medie climatologiche del periodo.
La nostra penisola potrebbe però trovarsi anche ai margini del flusso con componente occidentale e quindi, per il momento, essere una sorta di «terra di nessuno e di profonda incertezza prognostica» perché, per ovvi motivi legati alla lunga scadenza temporale a cui ci siamo spinti, il grattacapo della modellistica numerica è attualmente quello di provare a capire quanto potrebbe essere più o meno estesa lungo i meridiani la coperta artica e come eventualmente potrebbe esserci interazione con la componente occidentale del flusso.
L’evoluzione futura del nostro tempo è quindi per il momento legata alla posizione della linea di confine che separa questi due segnali atmosferici molto diversi: i continui ricalcoli che seguiranno nei prossimi giorni ci permetteranno di capire se ed eventualmente come uno dei due prevarrà sull’altro, in che misura e quali saranno le conseguenze sul nostro stato atmosferico: sono questi tutti particolari che oggi non possiamo cogliere, anche perché basterebbero per esempio anche piccole variazioni dell’angolazione di propagazione meridiana e zonale di entrambi i flussi per cambiare gli esiti. Non ci resta che aspettare e seguire.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera