LE DIFFICOLTÀ DELL’ATLANTICO EVIDENZIATE DALL’EVOLUZIONE DEI PROSSIMI GIORNI
LE DIFFICOLTÀ DELL’ATLANTICO EVIDENZIATE DALL’EVOLUZIONE DEI PROSSIMI GIORNI
Una modesta perturbazione atlantica si appresta a lasciare la nostra penisola. L’immagine satellitare di questo pomeriggio, posta a confronto con la distribuzione dei centri di alta e di bassa pressione, mostra la sua nuvolosità ormai piuttosto sfrangiata portare gli ultimi fenomeni isolati sulle estreme regioni meridionali. Seguiranno ampie schiarite, legate ad un aumento della pressione atmosferica perché da ovest si sta facendo strada un promontorio, cioè un’area in cui la crescente stabilità atmosferica garantirà un cielo in prevalenza sereno. Come abbiamo detto in una delle recenti analisi, almeno fino a questo fine settimana la situazione meteorologica vedrà giornate dominate da un soleggiamento abbastanza diffuso su tutta l’Italia e da temperature in aumento.
A seguire, cioè tra domenica 19 e lunedì 20 marzo, ci sarebbe in teoria il turno di quel sistema frontale che il satellite ci fa vedere estendersi ad arco a ovest delle coste atlantiche europee: nei prossimi giorni si avvicinerà lentamente al nostro continente ma, anche se i processi termodinamici lo rigenereranno di continuo, troverà nella cresta anticiclonica che lo segue una certa resistenza che finirà per indebolirlo. La saccatura che lo accompagna sarà costretta ad allungarsi sull’entroterra nord-africano perché stretta tra due morse, cioè tra il promontorio che si collocherà sul Mediterraneo centrale e quello a seguire, legato a una nuova spinta da ovest dell’anticiclone delle Azzorre. Con buona probabilità, in questa fase vedremo molto probabilmente la risalita di nuvolosità anche da Marocco e Algeria che però porterà scarsi effetti in termini di precipitazioni perché il cavo d’onda si sarà ormai indebolito a tal punto da diventare ormai poco attivo in termini di apporti di vorticità ciclonica.
Con lo spostamento della perturbazione verso levante, mercoledì 15 il tempo instabile interesserà il Centro-Sud con prevalenti rovesci anche di tipo temporalesco e nevicate in Appennino a quote gradualmente più basse, fino a sfiorare anche quote di alta collina a fine evento (6-700 metri). Le precipitazioni non saranno persistenti e di conseguenza le cumulate non raggiungeranno livelli significativi, ad eccezione della Calabria tirrenica e della costa centro-orientale della Sicilia settentrionale dove sarà probabile avere piogge un po’ più organizzate dallo sbarramento orografico. L’avvicendamento tra masse d’aria diverse, una calda di richiamo nella fase di avvicinamento della saccatura e una più fredda a seguito del passaggio della perturbazione, causerà uno sbalzo termico anche marcato (fig. 3) che al livello del mare si farà maggiormente sentire laddove la rotazione del vento dai quadranti settentrionali non sarà mascherata dall’effetto favonico di caduta, come per esempio avverrà probabilmente nel corso di martedì sulla Pianura Padana centro-occidentale.
In particolare, sarà il versante adriatico centro-meridionale a subire in questa dinamica evolutiva il calo termico più sensibile perché tra la fase di approccio e quella di transito della saccatura si passerà da una condizione di compressione adiabatica di una massa d’aria già calda in partenza a una in cui si verificherà l’irruzione fredda: a circa 1500 metri vorrà dire osservare un calo termico che potrebbe quindi essere anche di 10-15 °C. La permanenza della massa d’aria fredda si limiterà però ad appena 24-36 ore perché il rapido avvicendamento delle figure bariche, guidate dalle correnti occidentali, imporrà nei giorni a seguire un nuovo aumento delle temperature con l’arrivo di un nuovo promontorio subtropicale che ci interesserà molto probabilmente tra il 16 e il 19 marzo. Anche questa cresta dell’onda potrebbe essere seguita da una nuova saccatura, ma al momento non è ancora ben chiara quale potrebbe essere la sua evoluzione.Per vedere il passaggio di un’altra perturbazione, capace di portare qualche pioggia, dovremo quindi passare al sistema nuvoloso successivo: se ne parlerà quindi tra 6-7 giorni almeno. Il che non significa che tra una settimana circa avremo un nuovo passaggio «perturbato», ma che dovrà passare questo tempo per avere un quadro più definito sul futuro stato dell’atmosfera per capire se potrebbero sussistere queste possibilità.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Per le classiche previsioni del tempo, vai al meteo per oggi, domani, oppure al METEO SETTIMANALE » Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica.
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera