PERCHÉ OCCORRE MOLTA PRUDENZA CON LE IRRUZIONI FREDDE CONTINENTALI
PERCHÉ OCCORRE MOLTA PRUDENZA CON LE IRRUZIONI FREDDE CONTINENTALI
In figura è riportata la previsione media della temperatura a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri di quota, calcolata per il primo pomeriggio di lunedì 6 febbraio dal modello europeo ECMWF e da quello americano GFS. Il confronto tra i due scenari è utile per comprendere come, a 96 ore da questo schema sinottico che potrebbe successivamente aprire le porte alle correnti fredde di natura continentale, si possano osservare ancora differenze sostanziali sull’entità e sull’estensione dell’irruzione di aria gelida che verrebbe indirizzata fino alle porte del Mediterraneo. Si tratta di differenze che poi si ripercuotono inevitabilmente anche sull’evoluzione futura e che finiscono quindi per rendere ancora incerta la previsione relativa all’entità, alla tempistica e alla distribuzione del raffreddamento che potrebbe interessare anche la nostra penisola.
A tal proposito desidero spiegarvi il perché, quando si profilano questo tipo di irruzioni fredde, è bene mantenere un certo distacco dagli scenari che si spingono oltre i cinque giorni. Parliamo, cioè, della natura delle masse d’aria e di come le loro caratteristiche fisiche influenzano, in un certo qual modo, le soluzioni dei modelli fisico-matematici.Se ricordate, quando abbiamo previsto l’irruzione di aria polare e artica di natura marittima nel corso della terza decade di gennaio abbiamo detto che questo tipo di massa d’aria si riscalda dal basso durante il percorso che compie al di sopra della vasta e mite distesa oceanica. L’aria fredda tende quindi a mantenere le proprie caratteristiche soprattutto in quota, dove la sua traiettoria risente solo in minima parte degli ostacoli orografici presenti sulla superficie terrestre: per questo motivo, diventa più facile per il modello simulare la sua evoluzione perché ci troviamo in libera atmosfera.
Le irruzioni provenienti dall’est europeo trasportano invece una massa d’aria continentale, di natura artica o polare. Al contrario di quello marittimo, questo tipo di freddo si trova a contatto con il suolo ed è di tipo pellicolare perché si accumula nei bassi strati, contribuendo a fare aumentare la pressione atmosferica e a costruire sul posto gli anticiclonici termici, come quello russo-siberiano. Proprio perché questa massa d’aria è a contatto con il terreno, il suo spostamento deve fare i conti con il complesso sistema orografico del nostro continente che rappresenta sicuramente un ostacolo al suo deflusso dalle zone di origine fino alle nostre latitudini: non è quindi solo una questione di ingranaggi barici che si devono incastrare alla perfezione, ma anche di interazione tra il flusso e il suolo. Questa interazione diventa quindi un fattore di estrema importanza nel prevedere l’evoluzione della massa d’aria e di conseguenza può essere fonte di errore non trascurabile e in rapida crescita man mano che si allunga l’orizzonte temporale della previsione se ci spingiamo oltre i cinque giorni. Questo problema si ripercuote proprio nella previsione anche perché, al momento, i modelli stanno prevedendo la probabile traiettoria della massa d’aria di natura continentale dopo aver simulato anche l’avvio dell’irruzione e quindi non partendo da una condizione iniziale già osservata che dimostra come l’irruzione sia iniziata, con i contorni ben definiti. Essendo l’interazione suolo-traiettoria fondamentale per comprendere le dinamiche future del flusso, dovremmo ben comprendere allora il motivo per cui è bene procedere passo dopo passo e vedere gli scenari oltre un certo orizzonte mantenendo ancora un certo distacco.
Mai come in queste situazioni, la fretta di arrivare primi per annunciare gelo e neve a colpi di «burian» – e su questo vento dal nome storpiato e tirato per la giacca ci sarebbe da scrivere un altro papiro sulla disinformazione – può arrecare danno al prestigio della meteorologia.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera