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I LIMITI DI UNA LINEA DI TENDENZA E LA COMUNICAZIONE AL GRANDE PUBBLICO

Scritto da Andrea Corigliano Domenica 04 Dicembre 2022 00:00

I LIMITI DI UNA LINEA DI TENDENZA E LA COMUNICAZIONE AL GRANDE PUBBLICO

Esempio di limite massimo previsioni meteoIn figura sono rappresentate le cinquanta previsioni del campo di temperatura a 850 hPa (cioè a circa 1500 metri) elaborate dal sistema probabilistico del Centro Europeo ECMWF, valide sulla verticale di Roma ma che possiamo prendere come rappresentative del quadro termico atteso per sommi capi sull’Italia nel corso dei prossimi giorni. Come credo che ormai abbia imparato quella lettrice o quel lettore che frequenta questo «salotto virtuale» ormai da qualche tempo, grazie a questa tecnica si prova a cogliere quello che potrebbe essere il limite temporale massimo di affidabilità di una linea di tendenza a medio-lungo termine su base dell’ultimo aggiornamento disponibile: vale a dire che si tenta di cogliere il limite entro il quale si può elaborare ad oggi un’analisi che poggia su fondamenta sufficientemente robuste dal punto di vista scientifico.

In base a queste ultime elaborazioni riferite al 3 dicembre alle ore 12 UTC (le 13:00 ora locale), possiamo allora dire che almeno fino al 10 dicembre le temperature sulle regioni centro-meridionali resteranno di qualche grado al di sopra della media (con scarti positivi un po’ più accentuati al Sud), mentre oscilleranno intorno alla media al Nord. Dopo questa data, l’apertura a ventaglio di tutti gli scenari fa rapidamente calare l’attendibilità delle previsione e nemmeno lo scenario medio, qui raffigurato dalla linea bianca più spessa, è al momento rappresentativo dell’evoluzione più probabile.

Con il passare dei giorni, si arriva addirittura a differenze di temperatura di circa 20 °C tra lo scenario più freddo e quello più caldo che fanno da cornice ad altri 48 scenari equamente distribuiti lungo tutta la scala termica. Detto in altre parole, dopo il 10 dicembre non possiamo per il momento sapere che cosa potrebbe succedere per quanto riguarda l'andamento della temperatura.

Saremmo per esempio di fronte a un segnale dominante verso una possibile irruzione di aria fredda solo se la divergenza degli scenari andasse a posizionarsi completamente al di sotto della linea rossa che rappresenta la media climatologica dell’ultimo trentennio e se questo comportamento degli scenari venisse fuori in diversi aggiornamenti consecutivi. Questo segnale ad oggi non si vede e quindi non è possibile, sempre ad oggi, affermare che dopo l’11 dicembre l’Italia potrebbe essere interessata da un’ondata di freddo di stampo invernale.



Vorrei concludere con una considerazione su come si comunica una linea di tendenza. Il segnale dominante è come il canovaccio su cui poi si sviluppa la previsione vera e propria, fino ad arrivare a scendere nei dettagli strada facendo. Il compito del meteorologo è quello di saper cogliere il limite oltre il quale la previsione perde affidabilità e muoversi entro questo limite per definire quanto si può dire sullo stato futuro del tempo fino a quel momento. Definito quindi il «segnale dominante», la professionalità impone che si resti fedeli a quel segnale per poterlo poi sviluppare e far emergere gradualmente tutti gli aspetti del tempo che sono caratterizzanti di quel segnale. Se non si rimane fedeli al canovaccio è perché l'esperto ha fatto degli errori di valutazione. Inoltre, parlare di scenari possibili quando l’affidabilità della previsione è molto scarsa lascia il tempo che trova perché tutti gli scenari calcolati diventano, in fin dei conti, equiprobabili. Poi si sa che esistono scenari più ghiotti e scenari meno ghiotti. E allora quelli più ghiotti hanno il privilegio di essere scelti per redigere articoli. Ma questa non è la meteorologia che poggia su basi scientifiche.

Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla
pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!

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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera

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