QUARTA ONDATA DI CALDO: ANALISI DELLA FASE INIZIALE, FINO AL WEEK-END
QUARTA ONDATA DI CALDO: ANALISI DELLA FASE INIZIALE, FINO AL WEEK-END
Il ritorno dell’Anticiclone delle Azzorre ci sta dando l’occasione di rivivere le estati mediterranee di qualche decennio fa, quando l’espansione di questa figura di alta pressione dall’Oceano Atlantico verso le nostre latitudini era una garanzia per avere condizioni atmosferiche sostanzialmente stabili e accompagnate da un caldo al più moderato.
La nostra penisola resterà in compagnia di questo stato del tempo fino a dopodomani (mercoledì 13), perché dalla seconda parte della settimana la circolazione inizierà gradualmente a cambiare partendo dalle regioni centro-settentrionali che inizieranno a risentire di una nuova rimonta, a ovest, del promontorio nord africano.
A partire da giovedì entreremo quindi nella quarta ondata di calore che, stando agli ultimi aggiornamenti, potrebbe interessarci per almeno i successivi 7-8 giorni: ad oggi, infatti, all’interno della finestra temporale che dal 14 luglio arriva fino al 21-22 luglio non si colgono incertezze importanti attorno alla robustezza di questo segnale che dovrebbe durare almeno fino a questa data.
Se da un lato ci troviamo di fronte a una buona affidabilità sulla durata di questa nuova fase meteorologica, diverso è il discorso per quanto riguarda l’intensità dell’avvezione di aria calda subtropicale continentale che andrà seguita passo dopo passo: questo perché, già nella fase di avvio, l’espansione meridiana del promontorio nord africano troverà qualche ostacolo sui suoi passi.
Rappresenta molto bene questa situazione che andrà delineandosi lo schema calcolato per esempio per sabato 16 (fig. 1), in cui si nota la difficoltà dell’onda subtropicale a ergersi saldamente sull’Europa occidentale perché esposta all’azione di piallatura da parte del flusso perturbato atlantico.
Per questo motivo, il trasporto (avvezione) dell’aria rovente rimarrà confinato alla penisola iberica, mentre sulla Francia meridionale e sull’Italia centro-settentrionale arriverà per il momento solo la circolazione periferica di questo trasporto, in parte mitigata dalle correnti nord-occidentali e quindi meno calde.
In pratica, tutto funzionerebbe come se il Portogallo e la Spagna risultassero esposti agli effetti diretti di un’eruzione vulcanica, dove le ceneri sparate in quota dalla bocca del cratere rappresentano la componente più calda della massa d’aria in arrivo dal Marocco e dalle vicine aree oceaniche. Una volta raggiunto il Golfo di Biscaglia – dove si prevedono valori medi di anomalia di temperatura a 850 hPa intorno ai 10-13 °C – il flusso atlantico provvederebbe a disperdere le «polveri» verso est e quindi a far diminuire la loro concentrazione: per analogia, ciò significherebbe che il medesimo flusso provvederebbe ad attenuare l’intensità dell’avvezione diretta verso le nostre regioni, abbassando sulla stessa quota isobarica i valori delle isoterme che con i 20-21 °C previsti cingerebbero parte del Nord, il Centro e la Sardegna. Su queste regioni l’anomalia in quota sarebbe così per lo più compresa, in media, tra i 4 e i 7 °C.
Dopo i primi picchi locali di mercoledì, da giovedì e fino al week-end compreso assisteremo quindi ad aumento delle temperature che nelle aree interne del Centro-Nord e della Sardegna potrebbero arrivare ad essere per lo più comprese nelle massime tra i 34 e i 39 °C, mentre al Sud e sulla Sicilia si prevedono valori più contenuti e spesso inferiori ai 35 °C su Calabria e Sicilia: dettagli ulteriori per le diverse macroaree potranno essere forniti nei prossimi giorni, alla luce dei nuovi ricalcoli che saranno sicuramente più affidabili. Sull’evoluzione successiva, possiamo dire che all’inizio della prossima settimana il promontorio dovrebbe interessare più direttamente la nostra penisola (fig. 2) e determinare un ulteriore aumento termico.
Anche in questo caso, tuttavia, ci sono incertezze che non permettono ancora di sciogliere definitivamente la prognosi: l’azione costante di piallatura ad opera del flusso atlantico e la limitata estensione spaziale del promontorio sono tra i principali fattori che lasciano aperte le possibilità che possano infatti esserci ulteriori correzioni nella forma della configurazione..
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera