LA PROBABILE EVOLUZIONE DELLA NEVICATA DI MERCOLEDÌ OSSERVANDO LA PREVISIONE DELLA QUOTA DELLO ZERO TERMICO
LA PROBABILE EVOLUZIONE DELLA NEVICATA DI MERCOLEDÌ OSSERVANDO LA PREVISIONE DELLA QUOTA DELLO ZERO TERMICO
In questi ultimi giorni abbiamo analizzato passo dopo passo la dinamica del peggioramento del tempo legato alla terza perturbazione di dicembre che transiterà sulla nostra penisola tra mercoledì 8 e giovedì 9. Siamo arrivati ormai quasi alla fine di questo cammino che ci permetterà, domani, di elaborare la previsione vera e propria. Già oggi, però, possiamo fornire uno schema sulla probabile evoluzione della nevicata osservando la previsione della quota dello zero termico (QZT) che ben si presta a sintetizzare i concetti espressi nell’articolo pubblicato ieri, quando abbiamo parlato delle dinamiche e dei processi fisici coinvolti in questa particolare situazione atmosferica. Iniziamo dalla previsione valida per le ore notturne di mercoledì (fig. 1, a sinistra), quando il probabile avvio delle precipitazioni sul Piemonte porterà la QZT su questa regione a subire un primo sensibile abbassamento fino a raggiungere i 600-900 metri a causa del processo di sublimazione iniziale dei cristalli di neve: in questa fase è probabile che i fiocchi in caduta fondano del tutto o in parte al di sotto di questa quota e quindi si presentino in pianura come pioggia o pioggia mista a neve.
Si nota, nel frattempo, l’avanzamento da sud-ovest dell’aria mite che individuerà il settore caldo della perturbazione e che comporterà un sensibile rialzo della QZT, in genere oltre i 2300 metri. Al mattino (fig. 1, a destra), con le precipitazioni che diventeranno gradualmente più diffuse e organizzate su Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia occidentale, Emilia occidentale ed entroterra ligure del centro-ponente, assisteremo su questi settori a un ulteriore calo della QZT che si porterà molto probabilmente al di sotto dei 500 metri, permettendo così alla neve di arrivare fino in pianura. Le prime precipitazioni arriveranno anche sulla Toscana, sulla Sardegna e al Nord-Est: su quest’ultima area sarà probabilmente raggiunta la QZT più bassa della giornata, sui 600-900 metri, che potrà portare deboli nevicate fino a quote basso-collinari. Nel frattempo, assumendo la forma di un’onda in transito, l’aria mite avrà raggiunto tutta l’Italia centro-meridionale portando la QZT al di sopra dei 2300 metri.
Nel pomeriggio (fig. 2, a sinistra), le precipitazioni interesseranno il Nord, il versante tirrenico fino alla Campania e la Sardegna. L’ondulazione calda raggiungerà probabilmente l’apice della propria ampiezza, facendo arrivare il proprio “alito” anche sul Nord-Est dove si verificherà un incremento della QZT, fino a 700-1200 metri che porterà la neve a cadere probabilmente a quote alto-collinari o di bassa montagna. Resterà invece invariata la situazione tra Valle d’Aosta, Lombardia centro-occidentale, Emilia occidentale ed entroterra ligure del centro-ponente. In questa fase, però, l’ingresso della tramontana scura tra Genova e Savona porterà probabilmente ad un sensibile calo della QZT fin nel centro del Golfo Ligure e quindi è ipotizzabile che, proprio nel pomeriggio, episodi di neve o di pioggia mista a neve possano spingersi fino al tratto costiero compreso tra queste due città. In serata (fig. 2, a destra), l’attenuazione dei fenomeni ad iniziare dal Piemonte porterà su questa regione un nuovo aumento della QZT, mentre le condizioni ideali per avere nevicate fino in pianura interesseranno probabilmente la Lombardia e l’Emilia occidentale. L’aria più fredda in ingresso da nord-ovest porterà un calo della QZT sulle regioni centro-settentrionali tirreniche e sulla Sardegna, con l’onda mite destinata a interessare solo le regioni meridionali dove lo zero termico resterà ancora a quote decisamente elevate. Concludo questo intervento con l’invito ad osservare sull’area di Nord-Ovest un particolare non di poco conto che si ripercuote inevitabilmente sulla bontà di una previsione: il limite netto tra l’area in cui è molto probabile avere neve fino in pianura (cioè dove la QZT è inferiore a 500 metri) e l’area dove questa probabilità crolla quasi a zero perché la QZT sale sensibilmente.
Questo limite netto, che evidenzia un gradiente orizzontale molto marcato proprio della QZT, è ovviamente accompagnato da un’incertezza perché deriva da un calcolo effettuato da un simulatore, quale è il modello numerico. Nei dintorni di quel limite, quindi, l’atmosfera può mantenere le condizioni ideali per avere la neve fino in pianura e può vedere intaccate queste condizioni da far iniziare la fusione dei fiocchi che porterebbe ad avere pioggia mista a neve o solo pioggia. Quando abbiamo più volte detto che la previsione di neve fino a quote pianeggianti si gioca spesso sul filo dei rasoio, si faceva riferimento proprio a un caso come questo. Ecco perché la prognosi su “neve sì” o “neve no” si scioglie spesso non prima di 48 ore dall’evento, lasciando intendere che in alcune situazioni siamo comunque sempre di fronte a un’incertezza e quindi ad una previsione che non ha un'attendibilità particolarmente elevata.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera