MAGGIO 2023: UNA PESANTE ANOMALIA NELLA SOLITA ANOMALIA
MAGGIO 2023: UNA PESANTE ANOMALIA NELLA SOLITA ANOMALIA
La circolazione atmosferica che sta caratterizzando il bacino centrale del Mediterraneo in questo maggio è diametralmente opposta a quella che abbiamo vissuto l’anno scorso nel medesimo periodo. Con elevata probabilità, quest’ultimo mese della primavera meteorologica sarà per la maggior parte dell’Italia uno tra i più piovosi se non il più piovoso degli ultimi decenni e si collocherà agli antipodi rispetto al maggio del 2022, quando l’estate era già salita prepotentemente in cattedra con la prima e subito intensa ondata di calore. L’analisi di una situazione meteorologica non può però limitarsi a osservare che cosa avviene solo nel cielo sopra la nostra penisola, ma deve ampliare gli orizzonti ed inserire le dinamiche atmosferiche di casa nostra in un quadro ben più ampio che consideri anche l’evoluzione del tempo che si è consumata sul nostro continente e sul vicino Oceano Atlantico.
Restringere infatti l’analisi a quanto è accaduto in Italia nelle ultime tre settimane può far pensare che quelle famose correnti perturbate atlantiche così tanto invocate in tempi di magra pluviometrica siano riuscite a debellare, sulle coste sud-occidentali europee, gli insistenti campi anticiclonici qui presenti per chiudere a più mandate la porta occidentale. Invece non è stato così perché dalla distribuzione del campo medio di pressione al livello del mare registrato dal 1° al 20 maggio (fig. 1) emerge, in modo chiaro e inequivocabile, quanto sia stata ristretta nelle ultime tre settimane l’area depressionaria all’interno della quale si sono rinnovate continuamente le condizioni ideali per avere lo sviluppo di nuvolosità e di precipitazioni anche intense che si sono sviluppate in seno anche a ciclogenesi marcatamente anomale per questo mese.
Usando una metafora, l’Italia è stata al centro di una «ciambella», il cui buco è diventato sede di una circolazione ciclonica circondata da un vasto e strutturato campo anticiclonico misto, nato cioè dal connubio tra l’alta pressione delle Azzorre e un’analoga figura che ha messo radici sull’Europa centro-orientale.
l varco che si è di tanto in tanto aperto tra questi due centri motore ha mantenuto in vita sul Mediterraneo centrale la buca barica da cui sono scaturite a tratti le condizioni di instabilità e a tratti quelle di maltempo, anche intenso e dai connotati tali da competere con peggioramenti del tempo di stampo prettamente autunnale. La marcata anomalia pluviometrica di segno positivo – equivalente cioè ad avere precipitazioni ben superiori alla media – che sta quindi registrando la nostra penisola in questo mese si incastra all’interno di un’anomalia della circolazione atmosferica in cui continua a dominare in modo incontrastato il segnale anticiclonico, forte dei suoi due poli positivi di +5 hPa e di +9 hPa di scarto dalla media dell’ultimo trentennio presenti sul vicino Oceano Atlantico e sull’Europa orientale (fig. 2).
Questa anomalia così robusta, nata in tre settimane, è l’evidente segnale della persistenza della configurazione barica che si è andata a determinare a scala sinottica sul nostro continente e che dimostra quindi come abbiamo vissuto e stiamo tutt’ora vivendo uno stato del tempo bloccato, simile a quello sperimentato in fasi meteorologiche analoghe quando però abbiamo trascorso intere decadi in compagnia del promontorio nord africano: si ricordino, per esempio, le condizioni marcatamente calde ed anticicloniche del periodo natalizio. Gli estremi, di qualunque natura essi siano, nascono dai blocchi alla circolazione atmosferica ed una circolazione bloccata è sinonimo di circolazione che non evolve e che quindi mostra a fatica la variabilità, cioè l’aspetto caratterizzante del tempo delle nostre latitudini: la variabilità ed il dinamismo smussano gli spigoli, i blocchi li accentuano perché è come se non esistesse una valvola di sfogo e tutta l’energia imprigionata si concentra e viene rilasciata sulla stessa area. E i record cadono come birilli.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera