TENDENZA A LUNGO TERMINE: SCENARI INVERNALI SI AFFACCIANO ALL’ORIZZONTE
TENDENZA A LUNGO TERMINE: SCENARI INVERNALI SI AFFACCIANO ALL’ORIZZONTE
Lasciamo per un attimo l’evoluzione del tempo attesa nel corso di questa settimana e ampliamo l’orizzonte temporale per vedere se a lungo termine la modellistica numerica inizia a dare valore, a scala europea, ad un cambio di circolazione dalle caratteristiche invernali. Utilizzando l’approccio probabilistico alla previsione del tempo, sembra che questa tipologia di scenario inizi a farsi strada durante la terza decade di novembre, quando si ritiene abbastanza credibile la formazione di un’ampia ondulazione del flusso perturbato secondo il classico schema in cui a un’elevazione verso le alte latitudini atlantiche dell’anticiclone delle Azzorre si accosta lo sviluppo di una saccatura di origine artica, in espansione lungo i meridiani passanti per l’Europa centro-occidentale.
Si tratta di un disegno barico che è favorevole alla discesa di aria fredda o molto fredda verso le basse latitudini e quindi all’avvio di una fase meteorologica dalle caratteristiche che, visto il periodo, possiamo ormai definire prettamente invernali. Sebbene il segnale cominci ad essere piuttosto robusto, è ovvio che trattandosi di una linea di tendenza a dieci giorni non possiamo ancora fornire i dettagli di questa probabile dinamica perché la configurazione media rappresentata in figura, che sintetizza tutti gli scenari calcolati dal sistema probabilistico di ensemble di ECMWF, presenta ancora incertezze rilevanti che riguardano essenzialmente quattro aspetti: la posizione dell’ondulazione, la forma dell’ondulazione, l'ampiezza dell’ondulazione e l'intensità delle figure bariche che andranno a formare l’ondulazione stessa. Ne consegue che per il momento risulta ancora poco predicibile stabilire, per esempio, entità e traiettoria di una probabile discesa di aria fredda e ancor meno la fenomenologia associata.
Nella strada che da oggi intraprenderemo per arrivare al giorno in cui ci saranno le condizioni per sciogliere la prognosi, la prossima tappa dell’analisi sarà quella di trovare una conferma di questo segnale e una prima attenuazione dell’incertezza, utile per capire se le varie soluzioni calcolate dal modello iniziano a stabilizzarsi e a convergere verso quello che diventerà lo scenario più probabile. Vedremo quindi quali informazioni potrà darci un nuovo aggiornamento tra 2-3 giorni, quando potremo forse cogliere qualche elemento in più rispetto a quanto sappiamo oggi.
NOTA IMPORTANTE – Come avrete potuto notare, non abbiamo ancora menzionato l’Italia perché non è ancora possibile stabilire tempi e modalità con cui la nostra penisola potrebbe essere interessata da questo segnale. Proprio per i quattro fattori di incertezza sopra menzionati, non siamo in grado di focalizzare l’attenzione su aree limitate per prevederne il tempo in maniera affidabile. Avere a grande scala un segnale robusto di uno scenario invernale, ad una distanza temporale che oggi arriva ancora a dieci giorni, significa solo prendere atto che c’è una certa predisposizione dell’atmosfera a generare condizioni favorevoli alla discesa di correnti fredde verso le basse latitudini. Per il momento, non possiamo andare oltre.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera