L’AUTUNNO INGRANA: PROBABILE UN NUOVO SCENARIO DI MALTEMPO IN COSTRUZIONE PER I PRIMI GIORNI DI OTTOBRE
L’AUTUNNO INGRANA: PROBABILE UN NUOVO SCENARIO DI MALTEMPO IN COSTRUZIONE PER I PRIMI GIORNI DI OTTOBRE
Con l’ingresso della saccatura di origine artica sul Mediterraneo centro-occidentale si sono spalancate le porte all’autunno. Dal punto di vista meteorologico traduciamo questo deciso cambio di passo dello stato del tempo avvenuto negli ultimi due giorni osservando una situazione atmosferica che è proprio tipica della nuova stagione perché è stata accompagnata da un brusco abbassamento delle altezze di geopotenziale in tutte le quote isobariche proprio in area mediterranea, dal passaggio di un’intensa perturbazione vincolata a una significativa ciclogenesi sul Golfo Ligure, da un sensibile rinforzo della ventilazione che ha prodotto anche forti mareggiate e da un altrettanto sensibile calo delle temperature che ha interessato tutta la penisola. Nelle ultime ore l’ampia onda depressionaria è evoluta in goccia fredda, cioè in una circolazione di bassa pressione ben strutturata (a tutte le quote) che si è isolata dal flusso perturbato principale e che ora impiegherà qualche giorno per attenuarsi spostandosi verso levante. Quel che è importante considerare, per analizzare la linea di tendenza valida per i prossimi 7-10 giorni, è adesso l’impronta che sta lasciando sullo stato atmosferico di casa nostra questo incisivo primo peggioramento di stampo autunnale. Vi ricordate quando nelle analisi proposte per definire la svolta autunnale abbiamo parlato di un’atmosfera propensa a creare una “buca” (di altezze di geopotenziale) alle nostre latitudini, partendo dalle condizioni di instabilità in crescendo che ci stavano interessando, per ospitare l’ingresso della saccatura di origine artica? Ebbene, anche questa volta lo scenario evolutivo che da qualche giorno sta iniziando ad acquistare affidabilità nei continui aggiornamenti dei modelli numerici di previsione parte dal considerare il Mediterraneo area depressa e quindi incline ad ospitare nuovi sistemi perturbati. Facendo una similitudine utilizzando proprio la figura della “buca” appena citata e paragonando i sistemi perturbati a delle biglie che rotolano, possiamo allora dire che lo stato atmosferico a cui probabilmente andremo incontro nei prossimi 7-10 giorni si comporterà come delle biglie (le nuove perturbazioni) che, nel loro movimento, orienteranno preferibilmente la loro traiettoria verso quelle zone in cui la pendenza delle superfici (isobariche) sulle quali esse si muoveranno faciliterà la loro caduta all’interno della buca (di altezze di geopotenziale).
In quest’ottica rientrerebbe lo scenario atmosferico che potrebbe farsi strada nei primi giorni di ottobre. Il quadro sinottico che comincia a delinearsi mostrerebbe infatti la formazione di una nuova ed ampia saccatura in espansione verso il settore centro-occidentale del Mediterraneo, cioè proprio verso quelle aree in cui l’atmosfera ha già la strada spianata all’arrivo di nuovi impulsi perturbati. L’ampia struttura ciclonica sembrerebbe piuttosto complessa e articolata di due minimi in quota uniti da un’asse di saccatura esteso addirittura dal Canada all’entroterra algerino. Il primo minimo (B1), di natura prettamente artica, muoverebbe il nastro portante del flusso perturbato mentre il secondo (B2) devierebbe questo flusso verso le nostre latitudini, facendolo entrare sul settore occidentale del nostro bacino passando dalla Spagna. Una situazione del genere costringerebbe quindi la corrente a getto a entrare decisa alle nostre latitudini e a compiere una vistosa rotazione ciclonica, stretta a ovest dall’Anticiclone delle Azzorre e a est dall’Anticiclone scandinavo. Senza troppi giri di parole, sappiamo che questa è una situazione capace di costruire per alcune regioni italiane condizioni di potenziale maltempo che peraltro potrebbe divenire insistente se l’onda depressionaria risultasse quasi stazionaria. Avremo modo di seguire attentamente l’evoluzione nei prossimi giorni, definendo il quadro con maggiori dettagli man mano che l’impianto barico acquisterà stabilità e quindi affidabilità.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera