Internet, scienza e (fanta) meteorologia
Internet, scienza e (fanta) meteorologia
Internet ha avuto il grande pregio di diffondere notizie con grande rapidità e di offrire approfondimenti in alcuni ambiti della scienza (e non solo) che non vengono quasi mai trattati in televisione. Il rovescio della medaglia, però, è che chiunque può scrivere ciò che crede di sapere, magari senza fondamento di testi o saggi.
Prendiamo il caso della meteorologia: negli ultimi anni sono nati siti meteo un po’ come funghi e oramai chiunque con un briciolo di conoscenze tecniche può farsi le previsioni con internet. Fin qui non ci sarebbe nulla di male sennonché alcuni dei suddetti siti vengono aggiornati da persone che hanno ben poca esperienza nel settore.
Alcuni esempi: Bologna ha 5 stazioni Asmer più 2 Arpa, se tutte queste registrano una minima tra 16 e 17°C, ma in provincia una stazione raggiunge 11°C è un errore scrivere che Bologna ha toccato 11°C!
L’errore di fondo è la mancata conoscenza dell’isola di calore: il metodo corretto è fare una media delle 7 stazioni cittadine (che guarda caso sarà all'incirca 16.5°C) e fornire questo valore per Bologna città, mentre il dato di 11° è registrato lontanissimo dal cuore urbano.
Un altro esempio: Torino in un determinato giorno registra 29°C di massima con UR del 55%: l’indice di Thom segnala un valore di disagio pari a 36°C. Ebbene, la stragrande maggioranza dei non addetti ai lavori indicherà quest’ultimo come valore massimo, dicendo una falsità! L’indice Humidex, ad esempio, è formalmente possibile usarlo fino a 42°C e con UR=100%, ma ciò è in realtà irraggiungibile per motivi termodinamici e spesso e volentieri viene ignorato dai più.
In altri siti che trattano di fenomeni violenti ne ho lette di tutti i colori: c’è una grande confusione tra temporale, supercella, MCS e quant’altro. Facciamo un po’ di chiarezza: un temporale è un fenomeno atmosferico che porta rovesci, fulmini, (eventualmente grandine ecc.) che appartiene a un cumulonembo, un tipo di nube a sviluppo verticale. La supercella è un tipo di cumulonembo che ha tre peculiarità ben precise:
1) ha una rotazione intrinseca (dovuta al mesociclone, ovvero un ciclone a mesoscala);
2) le correnti discendenti non divergono verso l’esterno come outflow, ma vengono richiamate all’interno della cella grazie al mesociclone, formando la caratteristica wall cloud;
3) la supercella è un sistema capace di autorigenerarsi e può perdurare diverse ore, a differenza delle celle singole che durano al più un’ora.
Queste tre caratteristiche devono sussistere SIMULTANEAMENTE, altrimenti non si può parlare di supercella (non è che se un temporale è violento allora è di sicuro una supercella!).
Il Mesoscale Convective System (MCS) è un sistema costituito da diverse celle ravvicinate (o anche unite) tra loro, ciascuna in diversi stadi evolutivi; essi hanno numero di Rossby prossimo a 1 (un numero adimensionale che descrive il rapporto tra l'accelerazione inerziale di un corpo e l’accelerazione di Coriolis originata dalla rotazione terrestre) e generalmente occupa aree di circa 20-50 km2. In altri termini è un enorme multicella, il quale, se è dotato di rotazione intrinseca, diventa un Mesoscale Convective Vortex. È chiaro che facendo confusione tra MCS e supercella, ci sono nozioni di termodinamica e di fisica che mancano a chi scrive certe cose. C’è persino chi confonde la sigla del MCS con un famoso marchio di crociere...
Stesso discorso per la squall line: la confusione tra quest’ultima e temporale forte è quasi disarmante. In italiano si chiama linea di groppo e si forma in particolari condizioni bariche (ignote ai più), descritte nella quarta figura qui sotto.
Enorme disco supercellulare fotografato dallo stormchaser Mike Hollingshead (www.extremeinstability.com). | Enorme e minacciosa shelf cloud con mammati: sembra un temporale minacciosissimo, eppure non è una supercella (fonte www.extremeinstability.com) |
MCS in azione su Lombardia, Emilia e Trentino il 30 luglio 2008 (sat IR channel). Fonte: www.tornadoseeker.com | Figura schematica di una tipica squall line (fonte G. Formentini, A. Gobbi, A. Griffa, P. Randi – Temporali e tornado – ed. Alpha test”, pag 170). |
Davide Santini