La nevicata in Friuli dopo il Terremoto del Dicembre 1976
UDINE, 29/30 Dicembre 1976, La Neve dopo il Terremoto. Dopo il disastroso terremoto del Friuli l'inverno del 1976 si aprì con una nevicata da manuale che portò oltre 15 cm di neve nel capoluogo friulano. Ecco il breve resoconto di un evento piuttosto raro per questa regione
Dopo i disastrosi eventi tellurici del 6 maggio, 11 e 15 settembre 1976 l'inverno si aprì con un evento di freddo e neve di quelli rari per il Friuli Venezia Giulia. Ecco il resoconto vissuto in prima persona dal sottoscritto a Udine in quella emozionante due giorni che portò sul capoluogo friulano oltre 15 cm di neve.
Udine, martedì 28 dicembre 1976
La giornata si presenta con stratificazioni che al mattino fanno anche cadere qualche fiocco di neve qua e là, il clima è freddo con una minima registrata dall'osservatorio Malignani di -3.7 gradi ed una massima che non va oltre 2.4 positivi. La situazione è tuttavia destinata ad un deciso peggioramento che, complice un flusso freddo nei giorni immediatamente precedenti, porterà a breve ad una splendida nevicata sulla città di Udine e su gran parte della pianura friulana.
Cessata una rapida ma intensa sciabolata fredda nelle ore precedenti, con isoterme conprese tra -5 e -10 gradi in quota, un fronte atlantico fa il suo ingresso sul nord Italia attivando un minimo depressionario sul Centronord. La situazione è favorevole perchè si tratta di correnti di richiamo deboli che vanno a sovrapporsi ad un cuscino freddo alimentato ancora debolmente da aria fredda in ingresso dalla porta della Bora.
La serata si fa davvero interessante: dopo un episodio della nota serie "Happy Days" su RAI 1 si passa alla rubrica "l'Almanacco del Giorno Dopo" che è il preludio ad un attesissima puntata di "Che Tempo Fa" con l'allora Col. Andrea Baroni. Il grande previsore parla di nevicate che interesseranno anche la gran parte della pianura Padana. E' questione di pochi minuti...mi affaccio alla finestra e la nevicata ha inizio. Sono le ore 20 e i fiocchi cominciano a cadere via via più fitti e con buona continuità. La temperatura si assesta su un ottimo +0.4 gradi e la precipitazione procede bene fino alla mezzanotte. Come sempre, si prospetta una notte in bianco, in tutti i sensi!
Udine, mercoledì 29 dicembre 1976
Per tutta la notte nevica incessantementecon temperatura di poco superiore allo zero, la neve ricopre la città con un bello spessore di una quindicina di cm. Verso metà mattina la temperatura scende a -1 per l'ingresso dell'aria fredda e la nevicata si fa intensa. I fenomeni cessano attorno alle 14 - 14.30 ed il cielo rimane coperto da stratificazioni via via meno consistenti. Giornata mediamente fredda con minima di -1.0 e massima di 1.4 gradi positivi. In quota si rifanno strada isoterme comprese tra -6 e -10 gradi. A terra rimangono circa 20 cm di neve farinosa con tetti e alberi carichi.
Udine, giovedì 30 dicembre 1976
Nella notte il cielo si rasserena e la temperatura precipita ai -3.4 gradi dell'osservatorio Malignani e ai -7 delle zone più basse e periferiche della città. La mattina e per tutta la giornata il panorama sarà spettacolare con la neve che non si scioglierà grazie ad una massima si soli 0.8 gradi positivi. La città sembra una località alpina con cavi e reti piene di neve, un'atmosfera tersissima ed il classico profumo dell'aria. Con il tramonto il freddo si fa pungente e si sprofonda nuovamente sotto lo zero. In periferia noi ragazzi abbiamo potuto fare tranquillamente sci di fondo su una neve sempre farinosa e secca, cosa rarissima per questa città.
Udine, venerdì 31 dicembre 1976
Dopo una notte molto fredda con circa -6 gradi di minima arrivano i primi strati di un nuovo fronte caldo che questa volta demolirà il cuscino freddo. Con il rialzo delle isoterme in quota arriva la pioggia nonostante una massima non superiore a 1.6 gradi positivi.
L'evento si conclude anche se nei giorni successivi tornerà il freddo in un clima molto dinamico ed evolutivo. Nella mia vita ho assistito raramente ad episodi di questo tipo in Friuli, una situazione rara per dinamica, rapidità di sviluppo, termiche e quantitativo di neve caduta. A parte gli straordinari inverni del 1985 e 1987 vale la pena ricordare un evento molto meno estremo ma che è accaduto senza l'eccezionalità di perduranti flussi gelidi dal nord Europa. Un caso in cui velocità e dinamicità della circolazione globale hanno giocato un ruolo decisivo.