Perché calcoliamo il tempo... come lo calcoliamo
Perché calcoliamo il tempo... come lo calcoliamo
Siamo così abituati a trascorrere il tempo in termini di anni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti e secondi che li diamo per scontati. E in effetti alcuni aspetti di questo scandire del tempo sono venuti, per così dire, naturali. Per esempio l'anno, dal latino annus (anello o cerchio), è il tempo che la Terra impiega per completare la sua orbita attorno al Sole. Il mese (dal latino mensís e dal greco mene, cioè Luna) rappresentala durata di un ciclo lunare e il giorno (dal latino dies,periodo di un giorno) è il tempo che il nostro pianeta impiega per compiere una rotazioneattorno al proprio asse. La suddivisione del tempo in settimane (da septem, sette in latino) deriva dal fatto che nell'antichità 7 erano gli astri principali conosciuti: Marte, Mercurio, Giove, Venere e Saturno e ovviamente il Sole e laLuna. Il giorno venne suddiviso in 24 parti o ore poiché gli egizi erano soliti suddividere il giorno e la notte in 12 parti uguali e il 12 era facile da utilizzare essendo divisibile per 2, per 3, per 6 e per 4. Ma la durata di un'ora egizia non era uniforme: variava infatti in base al periodo dell'anno e tra notte e giorno. Solo nel Medioevo, con l'introduzionedell'orologio meccanico, le ore diventavano tutte uguali. Con i babilonesi si va poi a suddividere l'ora in 60 minuti, perché utilizzavano un sistema numerico ereditato dai sumeri e basato sul numero 60. Il secondo invece ha un'origine moderna e corrisponde a una suddivisione del minuto, mantenendola come quella dell'ora.
Fin qui sembra tutto abbastanza semplice e "naturale", più o meno. Ma questo sistema ha molte inesattezze. Un ciclo lunare ad esempio dura 29,53giorni e in un anno ci dovrebbero quindi essere 12,37 mesi. Neanche l'anno solare ha un numero esatto di giorni con i suoi circa 365,25 giorni. Il primo calendario romano era composto da 10 mesi per un totale di 304 giorni e l'anno cominciava con il mese di marzo; settembre, ottobre, novembre e dicembre erano rispettivamente il settimo, l'ottavo, il nono e il decimo mese. Poi furono aggiunti gennaio e febbraio e l'anno raggiunse così 355 giorni. Mancano però all'appello ancora dieci giorni, così ogni tanto veniva aggiunto un mese oppure qualche giorno, cosa che portò ad altri problemi fino a quando Giulio Cesare non decise di adottare il calendario egizio: l'anno fu suddiviso in 365 giorni e ogni quattro anni ne fu inserito uno bisestile. Giulio Cesare decise anche che l'anno dovesse iniziare il primo gennaio.
L'anno di 365,25 giorni era però di 11 minuti più lungo dell'anno naturale. Minuti che andavano a sommarsi anno dopo anno e con il trascorrere dei secoli l'inizio delle stagioni si allontanava sempre più dalla data indicata nel calendario confondendo notevolmente gli agricoltori e non solo loro. Per esempio la Chiesa: le festività religiose si basavano sul calendario. La Domenica di Resurrezione, per esempio, doveva essere la prima domenica dopo il plenilunio che segue l'equinozio di primavera, cioè il 21 marzo. Nel XIII secolo Roger Bacon suggerì che ogni 125 anni si dovesse togliere un giorno. Ma nel 1582 il calendario risultava già "sfasato" di oltre 10 giorni. Allora Papa Gregorio XIII introdusse il calendario che porta il suo nome (gregoriano, appunto): eliminò dal calendario 11 giorni e gli anni bisestili corrispondenti al cambio di secolo in modo che non fossero multipli di 400 e ciò significava togliere un giorno ogni 125 anni. Oggi il calendario gregoriano è utilizzato in quasi tutto il mondo, anche se alcuni paesi lo hanno adottato solo dopo l'inizio del XX secolo. La Grecia per esempio è stato l'ultimo paese europeo ad adottarlo nel 1923.
Fonte: La possibilità di viaggiare nel tempo - Una passeggiata nel cosmo - RBA