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PWAI – Nuova linfa alle previsioni stagionali Invernali

PWAI – Nuova linfa alle previsioni stagionali Invernali

PZW Index Ottobre 2024La passione per la nostra amata meteorologia non si è mai spenta, né si è mai esaurita la spinta propulsiva nei confronti della ricerca scientifica mirata alla previsione stagionale dell’inverno boreale sulla base del pattern ottobrino.Invero, nel corso dell’ultimo decennio, abbiamo continuato a sperimentare, focalizzando sempre più l’attenzione sulla morfologia del Vortice Polare ottobrino sotto l’aspetto dell’ «entanglement» tra la distribuzione dei venti zonali e la funzione distanza rispetto al relativo centro di massa.

Questa esperienza si è potuta costruire grazie al prezioso supporto di Andrea Zamboni, che ci teniamo a ringraziare calorosamente.Tutt’ora il nostro scopo primario è quello di consegnare alla comunità scientifica uno strumento atto a consentire una modalità nuova ed innovativa nell’ambito delle proiezioni stagionali invernali, con l’auspicio che questo possa aprire a sua volta nuovi orizzonti di ricerca.

Dopo tutti questi anni, siamo onorati di poter riabbracciare il Pubblico per mezzo del sito dei nostri cari amici Filippo Casciani e Lorenzo Allegri, i quali sono parte integrante del nostro gruppo di ricerca.Nel merito, il nuovo modello, tutt’ora in corso di implementazione, è finalizzato a fornire, in chiave predittiva ed a partire dalla fine del mese di ottobre, le seguenti informazioni:

1) distribuzione temporale dell’attività d’onda planetaria invernale;
2) analisi qualitativa e spaziale della suddetta attività d’onda invernale;
3) declinazione della stessa attività d’onda in relazione alla suddivisione per i comparti oceanici boreali, quali il Pacifico, l’Atlantico e l’oceano Indiano(rispettivamente Wave 1, Wave 2 e Wave 3);
4) Intensità media della componente zonale del Vortice Polare invernale (winter AO pattern).Come detto, allo stato attuale il modello è in fase di implementazione, soprattutto per ciò che attiene il punto n. 4.

Ad ogni modo, sebbene lo stato dei «lavori» pienamente in progress, troviamo piacere nel condividere con Voi, senza pretesa alcuna, le informazioni che il modello ha sin qui prodotto per la stagione invernale 2024-25.Al riguardo riportiamo qui di seguito il grafico che esprime l’andamento temporale dell’attività d’onda planetaria 2024-25, da cui evince:• la fase principale dell’onda planetaria, a differenza di quanto riscontrato lo scorso inverno, si sviluppa nella fase centrale dell’inverno e grossomodo tra metà dicembre-fine gennaio;
• nel merito, si denotano n.2 picchi principali: il primo tra la metà di dicembre ed avvio gennaio, il secondo verso la terza decade di gennaio;
• entrambi i citati picchi sono supportati dalla presenza della Wave 2 (onda Atlantica);
• tra i citati due picchi si riscontra una fase transitoria di rimonta dell’attività, con inserimento della Wave 3 e cedimento della Wave 2.


Grafico PWAI ottobre 2024


Esaminando più da vicino i due predetti picchi d’attività d’onda, si desume quanto segue:1) Il primo picco - vedi immagine 1 – si esprime con una Wave 2 più incentrata sull’Atlantico con direttrice N-S;2) Il secondo, vedi immagine 2, rivela anch’esso un coinvolgimento della Wave 2 ma più dislocata verso il settore scandinavo con conseguente direttrice N Est – S Ovest.

PWAI 8 ottobre 2024

PWAI 18 ottobre 2024


Si specifica che il parametro rappresentato nelle mappe non ha nulla a che vedere con le anomalie di gpt; nella fattispecie si tratta del nuovo parametro di nostra ideazione e modellazione per ora denominato «Polar Wind Acrivity Index» (PWAI), da cui scaturisce il grafico di attività d’onda che abbiamo analizzato in precedenza.Stante le suddette osservazioni, nel ribadire lo stato parziale delle informazioni attualmente in nostro possesso, possiamo trarre le seguenti conclusioni.A differenza dello scorso inverno, per il quale il nostro modello evidenzia una quasi totale assenza della Wave 2 atlantica (anche nelle fasi di picco), per la prossima stagione invernale il modello evince una discreta attività d’onda sul settore atlantico e per di più collocata nel cuore dell’inverno.Nel merito la prima pulsazione si sviluppa nella seconda metà di dicembre/inizio gennaio con potenziale interessamento delle festività natalizie e con caratteristiche più artico/marittime.In questa fase, stante anche la mancanza del parametro sulle velocità medie zonali, visto anche il modesto livello di gradiente a supporto dell’area medio-atlantica centrale, si potrebbe assistere al rischio di una deriva occidentale con coinvolgimento più diretto dei settori nord/occidentali europei e più marginale per il bacino del Mediterraneo.

La seconda pulsazione, inquadrata grossomodo in terza decade di gennaio, ci risulta più incentrata sul settore orientale dell’Atlantico (Paesi Baltici) e, per l’effetto, implicherebbe una direttrice più nord-orientale del flusso artico. Per le sorti mediterranee, in questo caso, il rischio maggiore sussisterebbe in un eccessiva ingerenza del ramo atlantico (troppo invadente verso il Regno Unito come si evince dall’immagine 2) e, quindi, con potenziale arresto della circolazione nord orientale troppo ad est rispetto alle nostre longitudini.In ultima istanza, soprattutto per una casistica come quella in esame (che, a differenza dello scorso inverno, vede la presenza della Wave 2), ci preme ancora una volta sottolineare come la mancanza del dato sull’intensità media della componente zonale del Vortice Polare (punto n. 4 delle premesse), risulta dirimente per la valutazione complessiva degli effetti dell’attività d’onda prevista e sopra analizzata.In effetti, come noto in letteratura, la capacità dell’onda planetaria di risultare stazionaria, risulta inversamente proporzionale all’intensità media della componente zonale in seno al Vortice Polare.

Pertanto, se la suddetta componente zonale del vento polare risultasse eccessivamente elevata, le due fasi di attività d’onda atlantica sopra annoverate risulterebbero molto più limitate nel tempo nonché meno estese nello spazio. Di converso, in presenza di un vento medio zonale moderato/ debole, le stesse fasi d’onda avrebbero un' intensità maggiore sia in termini di durata che di caratteristiche anti zonali.Seguendo questa chiave di lettura, altamente corroborata dai nostri redigendi studi, in presenza addirittura di un regime di venti zonali estremamente debole - pattern AO molto negativo – (che al momento ci sentiamo comunque di escludere), anche la prima fase di febbraio potrebbe vedere la perseveranza di un circuito antizonale per persistenza della wave 2 in area scandinava (vedi successiva immagine 3).


PWAI 24 ottobre 2024

RICCARDO VALENTE
ALESSANDRO PIZZUTI
FABIO GERVASI

Per gentile concessione: www.csctmeteo.it

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