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Deviazione standard del Geopotenziale a 500hPa dal modello ECMWF da Wetterzentrale.
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Le mappe all'altezza geopotenziale di 850hPa

Tipica mappa all'altezza geopotenziale di 850hPa

Le mappe a 850hPa: un contributo prezioso nella valutazione del tempo che fa (e che farà...)

Con l’espressione "mappe a 850hPa" si intendono quelle carte meteorologiche nelle quali il valore dei parametri rappresentati (temperatura, venti, umidità, ecc...) è quello che essi assumono alla quota a cui si trova la pressione di 850hPa (e questo vale per tutti i punti, quindi si ottiene una superficie detta isobarica, cioè con la stessa pressione).

Una quota (altezza geopotenziale) che dipende sostanzialmente dalla densità della massa d'aria sottostante e quindi soprattutto dalla temperatura (più è fredda, prima si raggiunge tale pressione, perché l'aria fredda è più pesante e quindi ci togliamo più "zavorra" salendo di quota). Una quota variabile dunque, ma che in media si trova a circa 1500 metro di altezza.

Le carte relative alla superficie isobarica 850 hPa con temperatura e altezza geopotenziale sono utili per valutare le avvezioni calde e fredde nei bassi strati. Naturalmente nel caso di montagne o comunque di rilievi sufficientemente elevati, tale superficie risulta sotto il livello del suolo. Per continuità e per calcolo il modello li fornisce lo stesso, ma si tratta di campi inesistenti in questo caso. Quando invece si è abbastanza lontani dal suolo la superficie a 850hPa rappresenta il confine superiore dello strato limite planetario (il cosiddetto boundary layer).

Come tutte le carte di questo tipo, anche sulle 850 hPa le linee tracciate si chiamano isoipse, linee cioè che uniscono i punti di uguale altezza geopotenziale e il cui valore corrisponde alla quota, espressa tipicamente in metri o in decametri, alla quale come dicevamo all'inizio, la pressione vale 850 hPa. Come le isobare tracciate nelle classiche carte sinottiche al suolo, evidenziano le aree di bassa e di alta pressione. Le masse d'aria si muovono grossomodo parallelamente alle isoipse, ruotando in senso antiorario intorno alle basse pressioni, in senso opposto intorno alle alte pressioni (nell'emisfero nord)


Il campo di temperatura a 850 hPa serve a individuare le principali masse d'aria fredda o calda, cercando di individuarne i movimenti (avvezioni calde o fredde). Ciò si può fare sia considerando le isoipse, sia tramite i vettori vento magari direttamente riportati nella stessa carta. Alcune considerazioni:
1) Distanza delle isoipse. L'avvezione non è altro che il trasporto di una o più grandezze fisiche dovuto al vento. Quindi se il vento è forte (isoipse più ravvicinate) l'avvezione è più intensa e rapida.
2) Isoterme e isoipse non parallele. Se isoipse e isoterme sono parallele, allora di fatto non c'è avvezione, perché la massa d'aria "in arrivo" ha le stesse caratteristiche di quella che viene sostituita. Se invece isoterme e isoipse non sono parallele c'è l'avvezione ed è massima quando sono perpendicolari.
3) Distanza delle isoterme. Quando le isoterme sono molto vicine, significa che è presente una notevole variazione di temperatura su una distanza breve (elevato gradiente di temperatura) e così, a parità di condizioni di cui al punto 1 e/o 2, maggiore sarà l'avvezione.


Per inciso si parla di avvezione calda, quando la massa d'aria in arrivo è più calda di quella preesistente su una data zona. Avvezione fredda al contrario. Quando si ha avvezione, si assiste sempre a un cambiamento del tempo, non fosse altro perché cambierà almeno la temperatura. Non è detto però che si debba assistere per forza a un peggioramento/miglioramento delle condizioni meteorologiche. Tuttavia in presenza di avvezione vuol dire che siamo alle prese con masse d'aria di natura diversa che si fronteggiano. In particolare, le avvezioni calde rilevabili dal tipo di mappa di cui stiamo parlando, contribuiscono a sviluppare fronti caldi e quindi con formazione di nubi stratiformi.

Un'avvezione fredda segnala tipicamente un'irruzione di aria fredda e quindi un fronte freddo in arrivo e instabilità. Attenzione però: l'orografia e i tempi di rimescolamento delle masse d'aria possono rendere difficile l'esatta interpretazione dell'evoluzione meteo. Occorre fare valutazioni legate sia al territorio che in relazione ad altri parametri meteorologici ai quali rimandiamo. Nella figura in alto, una classica mappa GFS che mostra la temperatura tramite una scala di colori e le isoterme (linee tratteggiate) insieme alle isobare al suolo.



Fabio Porro

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