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APRIRE le finestre con la NEBBIA. Giusto o sbagliato?

APRIRE le finestre con la NEBBIA. Giusto o sbagliato?

Una casa nella nebbiaSiete tra quelli che quando c'è la nebbia non aprono le finestre pensando che entri l'umidità? Beh, ci dispiace per voi, ma state quasi sempre sbagliando. Vediamo perché. In questo articolo, infatti, vogliamo parlarvi di un argomento che riguarda la nostra salute e il nostro benessere: l'umidità dell'aria. In particolare, vogliamo spiegarvi perché è sbagliato tenere chiuse le finestre quando fuori c'è nebbia, credendo erroneamente che l'aria sia troppo umida per farla entrare in casa.

Cos'è la nebbia e come si forma

Ma è doverosa una premessa per capire bene. La nebbia è un fenomeno meteorologico che si forma quando l'umidità relativa di una massa d'aria raggiunge il 100%, ovvero quando si ha saturazione del vapore acqueo in essa contenuto. L'umidità relativa è il rapporto tra la quantità di vapore acqueo presente nell'aria, e la quantità massima che l'aria può contenere a una determinata temperatura. Si esprime in percentuale e varia da 0% (aria completamente secca) a 100% (aria completamente satura).L'umidità relativa, dunque, non dipende solo da quanto vapore c'è nell'aria, ma anche dalla temperatura dell'aria stessa: più l'aria è calda, più può contenere vapore acqueo; più l'aria è fredda, meno ne può contenere. Per questo motivo, quando l'aria si raffredda, il vapore acqueo tende a condensare in goccioline, formando la nebbia. Ma cosa succede all'interno della nostra casa? E perché tenere chiuse le finestre quando fuori c'è nebbia è quasi sempre un errore?

Fuori c'è nebbia, ma è quasi sempre più secca, anche se non sembra...

All'interno della nostra casa, l'umidità relativa dipende non solo dalla temperatura dell'aria, ma anche dalle nostre attività quotidiane, come cucinare, lavare i piatti, fare la doccia, respirare. Queste attività producono vapore acqueo che si aggiunge a quello già presente nell'aria. Se non c'è una buona ventilazione, l'umidità relativa aumenta, e può avvicinarsi o raggiungere il 100% ad esempio sugli infissi o in certi punti dei muri, creando condizioni di disagio e favorendo la formazione di condensa, muffe e batteri.Quando fuori c'è nebbia, molti pensano che l'aria sia troppo umida per farla entrare in casa, e quindi tengono chiuse le finestre.

In realtà, questo è un errore, perché l'umidità relativa dipende come detto anche dalla temperatura. Se la temperatura interna è più alta di quella esterna (come di solito accade in questi casi), l'aria che entra in casa può contenere meno vapore acqueo di quella che esce. In altre parole, aprire le finestre può aiutare a ridurre l'umidità relativa interna e a migliorare la qualità dell'aria, anche se fuori c'è la nebbia.

Facciamo due facili conti

Per capire meglio questo concetto, facciamo un esempio numerico. Supponiamo che fuori ci sia nebbia con una temperatura di 5°C e un'umidità relativa del 100%. Questo significa che l'aria contiene circa 6,2 grammi di vapore acqueo per metro cubo. Supponiamo che dentro casa ci sia invece una temperatura di 20°C e un'umidità relativa del 70%. Questo significa che l'aria contiene circa 12 grammi di vapore acqueo per metro cubo.Se apriamo le finestre e facciamo entrare aria da fuori, questa si riscalderà fino a raggiungere la temperatura interna di 20°C. Certo un po' inizialmente l'aria in casa si raffredderà, ma ben presto tornerà a 20 gradi, se è questa la temperatura di comfort che si vuole tenere con il riscaldamento. Ma a questa temperatura, l'aria può contenere fino a 17,3 grammi di vapore acqueo per metro cubo.

Quindi, l'aria che entra in casa avrà un'umidità relativa inferiore a quella che esce. Infatti, 6,2 grammi di vapore acqueo per metro cubo, a 20°C corrispondono solo al 36% di umidità relativa. In questo modo, si crea un ricambio d'aria che di fatto abbassa l'umidità relativa interna e rende l'ambiente più salubre.Ovviamente, questo esempio è semplificato, e non tiene conto di altri fattori, come la velocità del vento, la durata dell'apertura delle finestre, la presenza di fonti di calore o di umidità. Inoltre, anche se è molto raro, non sempre la nebbia esterna ha una temperatura più bassa di quella interna. Per questo motivo, è consigliabile usare un igrometro, uno strumento che misura l'umidità relativa dell'aria, per monitorare il livello di umidità sia dentro che fuori casa e regolare di conseguenza la ventilazione.
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