Protocollo di Kyoto: l'Italia non raggiunge gli obiettivi e tarocca i dati?
Protocollo di Kyoto: l'Italia non raggiunge gli obiettivi e tarocca i dati?
La notizia era già "nell'aria", ma i dati che l'ISPRA, (Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha presentato nello scorso 16 Aprile, durante la relazione annuale, confermano il non raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.L’ISPRA realizza annualmente l’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera dei gas serra, in accordo con quanto previsto nell’ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC) e relativo protocollo di Kyoto.
Quest’anno la trasmissione ufficiale dei dati al Segretariato delle Nazioni Unite della Convenzione - Quadro sui cambiamenti climatici riveste particolare importanza in quanto essa si riferisce a tutta la serie storica delle emissioni dal 1990 al 2012, ultimo anno del primo periodo del Protocollo di Kyoto (2008 – 2012).
A fronte di un impegno preso dal governo italiano per ridurre le emissioni del 6,5% rispetto all’anno base 1990, si è raggiunto invece il 4,6%.Tra i gas serra, il più importante per quantità di emissioni, ovvero l’anidride carbonica, rappresenta l’84% del totale delle emissioni nel 2012 e presenta una riduzione delle quantità emesse in atmosfera dell’11%.
Una parte di questa riduzione è imputabile alla decrescita della CO2 intensity dell’energia: grazie all’energia rinnovabile e agli interventi di efficienza energetica, produrre 1 kWh di energia ci costa in media meno CO2. In particolare, come si nota nella tabella (linea verde), il trend di questo indicatore è in diminuzione dal 1995, ma ha subito un significativo miglioramento dal 2008; segno che le politiche su energia rinnovabile ed efficienza energetica hanno portato i loro frutti.
L’altro fattore principale che ha contribuito, nostro malgrado, ad avvicinarci all’obiettivo è stata la crisi economica: i ridotti livelli produttivi, infatti, hanno tagliato anche emissioni di gas serra.Per quanto riguarda le emissioni di metano, responsabili del 7,6% delle emissioni di gas serra, sono diminuite del 20,6%. Tra queste, nella gestione e trattamento dei rifiuti, le emissioni di metano sono diminuite del 17,5% grazie alla diminuzione dei rifiuti che finiscono in discarica. Anche il metano proveniente dagli allevamenti di bestiame è diminuito, a causa sia di meno bovini allevati che del trattamento per produrre biogas. Nel settore energetico, invece, a fronte di un decremento delle emissioni di metano industriali, si è osservato un aumento delle emissioni da riscaldamento casalingo, associato a nuove abitazioni.
Questi dati arrivano dopo la pubblicazione da parte della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile "Dossier Kyoto" che, utilizzando una metodologia di rendicontazione diversa da quella ufficiale e quindi non valida per la compliance con gli obblighi di Kyoto, aveva diffuso un positivo comunicato stampa.Il Comunicato stampa governativo, emesso il 13 Febbraio scorso asseriva che "L’Italia prosegue nel suo percorso virtuoso di riduzione delle emissioni di gas serra e dopo aver centrato e superato nel 2012 l’obiettivo di Kyoto (-7,8% rispetto al 1990), nel 2013 ha ridotto le emissioni di un ulteriore 6% ed è sulla strada per centrare il target del 2020 del pacchetto clima-energia" ed infine "L'Italia ha centrato l'obiettivo di Kyoto".
Ora toccherà all'UNFCCC, ente accreditato presso le Nazioni Unite, la verifica dei dati trasmessi dall'Ispra. Attualmente l'Italia non rischia sanzioni, anche perché la distanza dall’obiettivo Kyoto è di 16,9 MtCO2.L'Italia come già asserito, dovrà dare giustificazione dei dati trasmessi dall'Ispra, sperando che non venga a meno la "credibilità" del nostro Paese.A fine anno il nuovo appuntamento sul Clima sarà a Lima, e nuovamente si chiederà all'Italia e anche all'Europa, un impegno per la decarbonizzazione delle economie mondiali dopo il 2020.
A cura di Fabio Porro