L'ingresso freddo del 10 Ottobre 2013
L'ingresso freddo del 10 Ottobre 2013
Ottobre è un mese che spesso presenta spiccate caratteristiche autunnali, ovvero cieli grigi, frequenti deboli precipitazioni e giornate uggiose. Al tempo stesso, però, può ancora avere configurazioni bariche tipiche dei mesi estivi (con presenza di anticiclone africano e/o risalite di scirocco dall'Africa).L’ingresso freddo del 10 ottobre 2013 è stato eccezionale per due motivi:
1) il gradiente termico, cioè la differenza di temperatura prima e dopo l’avvezione fredda
2) le violente e persistenti raffiche di vento.
A dire il vero non è raro trovare in autunno le prime entrate da nord di stile invernale (gli annali di climatologia sono pieni, talvolta con valori termici ancora più bassi di quelli registrati il giorno successivo): questa volta, però, un ingresso di matrice artico-marittima molto fredda e secca è disceso con gran velocità verso latitudini molto più basse (enfatizzato dalla risalita sull’Atlantico dell’anticiclone azzorriano), trovando in Pianura Padana aria molto più mite e soprattutto umida (infatti erano giorni con nebbie e nubi basse persistenti).
Di solito le Alpi ci “proteggono” da colate di questo tipo, dando origine a intense nevicate di confine e tese correnti di Foehn, ma stavolta la concomitanza di aria polare da N e richiamo umido da SW ha di fatto impedito la formazione di venti di caduta alpini. Il risultato è che le due masse d’aria con origini e caratteristiche termo igrometriche estremamente diverse hanno interagito in un’area compresa tra Verbano ed Emilia, portando alla classica formazione della Squall Line.
Verso le 18.30 si è formata la linea di groppo su est Piemonte e ha proseguito il suo cammino verso est Lombardia ed Emilia: la peculiarità di questo evento non sta tanto nella Squall Line, quanto nelle furiose raffiche successive a quest’ultima, dovuta proprio al forte gradiente barico: la massa d'aria fredda aveva una temperatura 500 hPa di -28°C e ha interagito con una massa d'aria di -16°C alla medesima quota. Ciò significa che nel giro di 15-20 km la differenza termica era di 12°C e questo fenomeno si è avuto anche al suolo. È qui, infatti, che si è originato il gust-front, un vasto fronte di raffiche durato circa 4 ore con intensità e area interessata davvero notevoli.
Per quanto mi riguarda ho potuto apprezzare poco la “bellezza del cielo”: alle 19.30 un’enorme shelf cloud con fractogenesi prossima al suolo si stava avvicinando e di colpo si è originato un downburst di notevole violenza (95 km/h a 30 m dal suolo!), al quale si è unita una grandinata con chicchi delle dimensioni di ciliegie. Alle 20 circa il rovescio cessa e permane una debole pioggia per circa 4 ore e un forte gust-front con annesse raffiche di 40-60 km/h costanti(!). A fine episodio i danni sono stati notevoli con rami spezzati e alberi già spogliati, oltre che tapparella rotta e balcone a soqquadro...
Davvero notevole il minimo di 997 hPa che s’è venuto a formare in Pianura Padana: circa 12-16 hPa persi in pochissime ore! (cortesia www.centrometeolombardo.com) | Differenze termiche marcate tra est e ovest Lombardia, ma soprattutto pre e post ingresso, anche di 12° in 15-20 km! (cortesia www.centrometeolombardo.com). Aprire a parte l'immagine per ingrandirla. |
Ecco la squall line che arriva: lo spettacolo di fulmini è stato notevole, poi purtroppo le raffiche furiose hanno impedito di scattare foto quando la shelf era più vicina. |
Davide Santini