LUGLIO 1967 E LUGLIO 2024 A CONFRONTO: QUANDO SI VUOLE A TUTTI I COSTI NEGARE L'EVIDENZA
LUGLIO 1967 E LUGLIO 2024 A CONFRONTO: QUANDO SI VUOLE A TUTTI I COSTI NEGARE L'EVIDENZA
Ogni volta in cui ci troviamo immersi in un’ondata di caldo e le temperature raggiungono valori per lo più compresi tra i 35 e i 40 °C, iniziano a girare sul web e talvolta anche in trasmissioni televisive ritagli di giornali del passato per dimostrare che il caldo intenso è sempre esistito: in fin dei conti, «è estate ed è normale che faccia caldo» è la convinzione che oggi va per la maggiore ed è una convinzione difficile da scardinare se non si riesce a capire che la questione non è il singolo evento, ma come si sono modificate nel tempo la frequenza, l'intensità e la persistenza di questi singoli eventi.
Per esempio, i fantomatici 42 °C a Roma del luglio del 1967 rappresentano una delle notizie più gettonate che rimbalzano qua e là per dimostrare che il caldo di questi giorni si è fatto sentire anche in passato. Che le ondate di calore appartengano al nostro clima lo abbiamo detto e ripetuto decine di volte e di conseguenza non si mette assolutamente in dubbio che anche in anni passati, quando il «global warming» dormiva ancora sonni tranquilli, si siano manifestati periodi in cui la temperatura raggiungeva valori elevati, anche superiori ai 34-35 °C.
Questi periodi, tuttavia, erano passeggeri e non condizionavano in maniera determinante il bilancio termico mensile: questo particolare, non di poco conto, evidenzia semplicemente il fatto che le fasi calde non rappresentavano il cosiddetto «segnale dominante» della dinamica atmosferica di quel mese. La prova viene data dal valore dell'anomalia della temperatura media mensile. Come si può osservare (immagine a sinistra), il luglio del 1967 in Italia ha chiuso il bilancio quasi in media termica rispetto all’ultima climatologia di riferimento (1991-2020): secondo i calcoli dell’ISAC-CNR di Bologna, lo scarto fu di -0.59 °C.
Si può altresì osservare, invece, come il luglio di quest’anno (immagine a destra) sia stato molto più caldo del normale, con uno scarto rispetto allo stesso clima di ben +2.08 °C su scala nazionale: questa anomalia è una chiara evidenza di come questo valore derivi da una persistenza di condizioni atmosferiche dello stesso segno, vale a dire di una perdurante situazione meteorologica caratterizzata dalla presenza ingombrante del promontorio nord africano e del trasporto di aria subtropicale che lo ha accompagnato.
Un evento passeggero di caldo non lascia impronte in un bilancio termico mensile. Un evento persistente di caldo lascia impronte in un bilancio termico mensile. Un evento passeggero di caldo viene annullato dalla variabilità meteorologica e quindi dagli effetti degli altri scenari atmosferici che lo seguono e che lo precedono. Un evento persistente di caldo viene appena smussato dagli altri scenari atmosferici che, avendo meno tempo per «riparare» l’anomalia, non riescono nell’intento anche perché non sono altrettanto incisivi. La questione non è quindi l’ondata di caldo in sé ma il cambiamento delle sue caratteristiche, cioè dell'intensità, della persistenza e della frequenza. È così difficile da capire?Ecco perché allora, in situazioni come queste che peraltro si sono già presentate in tempi molto recenti, bisogna procedere con molta cautela per non alimentare false speranze: calo termico, in estate, non sempre significa «rinfrescata».
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera