DIETRO LE QUINTE DI UNA PREVISIONE DEL TEMPO: LA PREDICIBILITÀ DELL’ATMOSFERA
DIETRO LE QUINTE DI UNA PREVISIONE DEL TEMPO: LA PREDICIBILITÀ DELL’ATMOSFERA
Vi siete mai chiesti come si elabora una previsione del tempo, partendo da una linea di tendenza? Seguendo questa pagina vedete i risultati di questo processo, ora invece vorrei spiegarvelo con un approccio puramente discorsivo e metaforico, lasciando da parte i tecnicismi. In questo salotto virtuale parliamo di «segnale dominante emergente dagli scenari calcolati dal modello» tutte le volte in cui proviamo a delineare l’evoluzione oltre i cinque giorni e a guardare anche oltre per spingerci talvolta a una settimana o più. Se lo facciamo è perché ci sono le condizioni per percorrere questa strada, sapendo quali sono i passi da compiere: lo facciamo perché la modellistica numerica, che fornisce agli esperti le soluzioni delle complesse equazioni fisico-matematiche da tradurre poi proprio in previsione meteorologica, è anche capace ogni volta di avvisarci con un semaforo giallo lampeggiante quando arriviamo al limite oltre il quale il caos, che è insito nella dinamica atmosferica, diventa così rumoroso da sovrapporsi quasi del tutto al «segnale dominante» di cui sopra e farci prendere lucciole per lanterne nel caso in cui elaborassimo, in quelle condizioni così rumorose, una previsione del tempo: il rischio di sbagliare sarebbe davvero elevato!
Quel semaforo giallo lampeggiante è quindi un invito a fermarsi e ad aspettare per analizzare se i futuri ricalcoli saranno in grado di abbassare il volume di quel rumore e tornare ad ascoltare meglio il segnale dominante e poter così magari aggiungere un dettaglio in più a quella previsione, al successivo aggiornamento. Passo dopo passo, grazie a questo percorso arriviamo così a sapere se nel pomeriggio di domani, nella mia provincia, è previsto sole o pioggia partendo da una linea di tendenza delineata magari dai sette ai dieci giorni prima fermandoci ogni volta in cui quel semaforo giallo iniziava a lampeggiare per invitarci ad aspettare i nuovi ricalcoli. Questo concetto che vi ho raccontato va sotto il nome di «predicibilità dello stato dell’atmosfera»: se è elevata abbiamo il via libera con un bel semaforo verde, se è media quel semaforo giallo inizia a lampeggiare avvisandoci di stare attenti e se diventa rosso vuol dire che stiamo osando davvero troppo.
Perché è importante che l’utenza abbia anche solo un’infarinatura del corretto modo di proporre una previsione meteorologica alle diverse scadenze? È importante per riconoscere dove risiede l’approccio professionale alla previsione del tempo e dove, invece, questo approccio viene meno. Se non adottassimo un iter ben preciso, fondato sul metodo scientifico, noi potremmo elaborare previsioni affermando nel giro di ventiquattro ore tutto e il contrario di tutto. In questo modo, tutti sarebbero in grado di fare i «meteorologi» o, come sarebbe meglio dire, gli «indovini del tempo» perché in questo caso equivarrebbe davvero a indovinare!
Se una linea di tendenza viene delineata, è su quel canovaccio che poi bisogna continuare a raccontare l’evoluzione atmosferica dettagliandola passo dopo passo, senza lasciare intendere mediante spettacolari «colpi di scena» che il modello «ha sbagliato». No, non ha «sbagliato», perché quel semaforo giallo lampeggiante c’è sempre a ricordarci quando ci dobbiamo fermare perché siamo arrivati a quel limite in cui non è ancora possibile sciogliere la prognosi.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera