L’EVOLUZIONE DELLA PERTURBAZIONE DEL PRIMO MAGGIO E LA LINEA DI TENDENZA FINO A DOMENICA
L’EVOLUZIONE DELLA PERTURBAZIONE DEL PRIMO MAGGIO E LA LINEA DI TENDENZA FINO A DOMENICA
L’immagine satellitare di questa mattina ci mostra, tra lo stretto di Gibilterra e la Sardegna, della nuvolosità in fase di intensificazione e in risalita verso nord (fig. 1). Sono questi gli effetti della coda della saccatura atlantica che, dirigendosi verso l’entroterra nord africano assumendo la forma di una stretta lingua depressionaria, sta costruendo la perturbazione che nelle prossime 72 ore attraverserà buona parte delle nostre regioni: se da un lato infatti la divergenza effettiva dei flussi in quota va a incoraggiare e a supportare i movimenti verticali dell'aria, dall'altro la risalita di nuclei di vorticità positiva (ciclonica) dall’entroterra algerino sta gettando le basi per «svitare» l’aria e costringerla a ruotare come se dovesse salire dal basso verso l'alto muovendosi su una scala a chiocciola: ecco, da queste dinamiche non possono che formarsi nubi, precipitazioni e una figura di bassa pressione nei bassi strati, chiamata a sostenere tutto il sistema.
Domani, mercoledì 1° maggio, l’Europa centro-occidentale ci troverà così inglobata in una vasta struttura ciclonica caratterizzata da due centri motore: quello principale in posizione semistazionaria a ovest delle Isole Britanniche e quello secondario che accompagnerà il fronte perturbato da ovest verso est, sul nostro bacino centro-occidentale del Mediterraneo (fig. 2, a sinistra). Già da questa sera le prime precipitazioni raggiungeranno la Sardegna e le regioni di Nord-Ovest sotto l’incalzare di venti di scirocco che, in un primo momento, prenderanno il sopravvento su tutta la nostra penisola prima che la rotazione in senso antiorario del minimo non disponga le isobare in modo da permettere, da ovest, anche l’ingresso di aria più fredda che determinerà un generalizzato calo delle temperature entro giovedì.
La previsione sulla stima delle precipitazioni attese proprio fino alla sera del 2 maggio (fig. 2, a destra), lascia intendere che le aree maggiormente esposte ai fenomeni più frequenti e organizzati siano in genere quelle del Centro-Nord, la Campania e la Sardegna: in particolare, le cumulate più significative riguarderanno dapprima il Nord-Ovest e secondariamente il versante ligure, quello tirrenico centro-settentrionale e le aree pedemontane e montane del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Non si escludono fenomeni localmente di forte intensità. Nevicate sulle Alpi inizialmente a quote elevate, in calo tra i 1400 e i 1800 metri giovedì. Precipitazioni più irregolari invece sul versante adriatico e al Sud.
Venerdì 3 la perturbazione si allontanerà verso levante, ma al suo seguito lascerà uno strascico instabile: l’azione di due blande circolazioni depressionarie alle quote superiori, dove sarà ancora presente dell’aria fredda, attiverà molto probabilmente la formazione di rovesci anche temporaleschi soprattutto durante le ore più calde del giorno in particolare sui settori alpini, prealpini, sulle vicine aree di pianura e in generale sulle regioni centro-meridionali peninsulari. Una timida rimonta anticiclonica potrebbe poi intervenire nel corso del fine settimana e garantire una maggiore stabilità atmosferica soprattutto nella giornata di domenica, quando con buona probabilità prevarranno le schiarite e il soleggiamento.
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera