IL CALORE, LINFA DEI FENOMENI ATMOSFERICI VIOLENTI
IL CALORE, LINFA DEI FENOMENI ATMOSFERICI VIOLENTI
Ciaràn ha fatto parlare di sé per i venti tempestosi e le violente mareggiate che hanno interessato buona parte dell’Europa centro-occidentale. In sede di analisi avevamo detto che lo sviluppo esplosivo della depressione, che si è rapidamente approfondita perdendo oltre una trentina di millibar in ventiquattro ore, ha avuto come regista della propria evoluzione il violento contrasto termico che si è creato tra l’aria fredda arrivata dal Nord America e quella più calda e umida sovrastante l’Oceano Atlantico. Potrebbe aver contribuito a causare una dinamica così violenta della depressione anche il fatto che la superficie oceanica si trova, ormai da diverso tempo, in condizioni di pesante anomalia termica positiva se si pensa che le acque marine di questo ampio settore sono mediamente più calde della norma tra 1 e 3 °C.
Lo stato termico della massa oceanica permette sicuramente l’immissione in atmosfera di maggiore vapore acqueo e quindi, tramite il processo di liberazione di calore latente che avviene durante la sua condensazione in nubi, l’ingresso all’interno degli ingranaggi atmosferici di una maggiore quantità di energia che può essere utilizzata per formare, appunto, i fenomeni meteorologici. Si tratta di un concetto fisico inequivocabile perché il calore è proprio una forma di energia che, alla pari del carburante, può essere utilizzata dall’atmosfera per produrre tutto ciò che ruota attorno ai sistemi perturbati qualunque essi siano: dall’intensità delle depressioni a scala sinottica al nubifragio persistente di un temporale rigenerante, dalla grandinata dalle dimensioni ragguardevoli alle raffiche di vento con velocità che superano i 100 km/h.
Non devono quindi essere interpretate come una stancante litania le parole di quel meteorologo che si preoccupa di sottolineare tutte le volte in cui il nostro tempo trascorre all’insegna di tempo stabile, soleggiato e insolitamente caldo per periodi talvolta così lunghi da abbracciare anche mesi interi, come è successo nell’ultimo bimestre. Lunghe fasi caratterizzate da situazioni atmosferiche di blocco anticiclonico fanno infatti crescere le potenzialità che poi, una volta rotto il giochino, si possa fare i conti con un eccesso di calore accumulato e quindi di energia che viene liberata e messa in qualche modo in circolazione.
L’equazione «calore = energia» è molto semplice da comprendere e ha un importante valore culturale perché ci permette di capire meglio come funziona il motore atmosferico: se esso ha più calore a disposizione, aumenta il proprio rendimento e quindi produce di più. Quando allora per esempio registriamo 30 °C a ottobre, oppure passiamo Natale in manica di camicia o ancora viviamo ondate di caldo estivo con la soglia dei 36-37 °C che viene superata per giorni e giorni, proviamo anche a chiederci dove quell’energia andrà prima o poi a sfogarsi per una buona parte.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera