CONFRONTO TRA MAGGIO 2022 E MAGGIO 2023: UNA CIRCOLAZIONE ATMOSFERICA VIZIATA DALLO STESSO SEGNALE ANOMALO
CONFRONTO TRA MAGGIO 2022 E MAGGIO 2023: UNA CIRCOLAZIONE ATMOSFERICA VIZIATA DALLO STESSO SEGNALE ANOMALO
Maggio è terminato ed è quindi tempo di bilanci per provare a dare un volto all’anomalia della circolazione atmosferica che ha caratterizzato il tempo europeo. Alle nostre latitudini e in particolare sull’Italia l’ultimo mese della primavera meteorologica si è portato agli antipodi rispetto alla posizione che lo stesso mese ha avuto l’anno scorso perché al caldo e alla siccità del 2022 ha contrapposto, in questo 2023, una piovosità ben superiore alla media e temperature inferiori alla climatologia del periodo. Come ho avuto modo di sottolineare in altre analisi è sempre bene però ampliare gli orizzonti per avere un quadro più completo su qual è l’impronta dominante che poi caratterizza, sul scale temporali mensili, la circolazione delle masse d’aria a scala sinottica.
E così, spingendoci oltre il bacino del Mediterraneo, scopriamo che il maggio del 2023 e del 2022 hanno in comune la presenza di un maestoso «blocco anticiclonico» a paralizzare letteralmente la variabilità meteorologica che in primavera dovrebbe essere tipica delle latitudini europee. In questo maggio del 2023 che si è appena concluso la figura bloccante di alta pressione ha assunto una posizione occidentale rispetto al nostro continente e ha portato i massimi di anomalia in quota, misurati qui in termini di altezze di geopotenziale relative alla superficie isobarica di 500 hPa, poco a ovest delle Isole Britanniche: su questo settore questa superficie si è portata di ben 100-120 metri al di sopra del valore climatologico atteso per il mese di maggio.
È altrettanto evidente l’alimentazione di aria calda subtropicale di matrice marittima che ha alimentato il blocco protesosi poi verso l’Europa centro-settentrionale, mentre il settore mediterraneo è stato più volte palcoscenico di una circolazione opposta.
Una situazione molto simile si è verificata anche l’anno scorso. In quel caso, però, l’alimentazione di una configurazione di blocco dalla forma abbastanza simile è stata l’aria subtropicale a prevalente matrice continentale e quindi più calda rispetto a quella marittima. Il blocco anticiclonico che nel maggio 2022 ha così spedito in fretta l’Europa occidentale sotto le ondate di calore di un’estate anticipata ha portato mediamente le superfici isobariche a 500 hPa su valori superiori alla media fino a 50-60 metri tra penisola iberica, Francia e Nord-Ovest perché sono state principalmente queste le aree che hanno visto scorrere, in quota, le avvezioni di masse d’aria provenienti in particolar modo dall’entroterra marocchino.
Maggio 2023 è stato quindi molto simile a maggio 2022 circa l’impronta lasciata sullo stato del tempo dalla medesima forma di disegno barico. Anzi, possiamo affermare che lo ha anche ampiamente battuto in termini di estensione dell’anomalia relativa alla posizione assunta dalla superficie isobarica di 500 hPa: come possiamo infatti notare osservando l’area ombreggiata delimitata dai 60 metri di scarto positivo dal valore climatologico dell’altezza di geopotenziale, è molto più vasta la superficie relativa al maggio di quest’anno rispetto a quella relativa al maggio dell’anno scorso. Con buona probabilità ci troviamo così di fronte a un nuovo caso di anomalia sulla posizione delle figure anticicloniche che può essere correlata all’amplificazione artica e quindi a quel fenomeno che, come abbiamo già più volte descritto in altri interventi, è l’indiziato numero uno per spiegare la tendenza ad avere una dinamica sempre più caratterizzata da un rallentamento del flusso zonale perché l’aumento più sensibile delle temperature avute nell’area artica ha attenuato il gradiente termico tra le alte e le medie latitudini e di conseguenza ha affievolito la tensione del flusso ovest-est, rendendo il suo moto più irregolare. Da qui nascono le situazioni di blocco e da queste ultime aumentano le probabilità di andare incontro a situazioni estreme a causa della persistenza dello stesso tipo di tempo.
Ricordo a tutti i nostri lettori che, su facebook, potete trovarmi anche alla pagina di Meteorologia Andrea Corigliano a questo link. Grazie e buona lettura!
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Andrea Corigliano, fisico dell'atmosfera